1)
Ciao
Alessandro, benvenuto su IUF. Ti va di parlarci di te e della tua passione per
la scrittura?
Ciao, grazie per avermi
ospitato.
Mi chiamo Alessandro Ricci, ho 32 anni e sono di Lucca, fin da quando sono
piccolo amo inventare storie, ho sempre avuto un’immaginazione molto fervida e
una scarsa capacità di attenzione. Scrivere mi è sempre piaciuto molto, anche
se non ci ho mai creduto più di tanto, pensavo che fosse una sorta di imitazione
verso quegli autori che tanto amavo. La mia passione vera e proprio è scoppiata
recentemente, dopo la pubblicazione del mio primo libro, lo stupore di vedere
fisicamente una storia che esisteva solamente nella mia mente mi ha
elettrizzato. Ho deciso di affrontare la scrittura in maniera più approfondita
frequentando corsi e leggendo manuali di scrittura. Questo ha portato alla
nascita del mio secondo libro : il giovane Achille.
2)
Il
giovane Achille è un romanzo per ragazzi. Per quale fascia d’età è pensato?
Quando penso al pubblico a cui
mi rivolgo mi piace fissare solamente il limite “basso” che nel caso del mio
libro è intorno ai 9-10 anni. Il limite alto invece lo lascio decidere al
lettore. Io leggo molti letteratura per l’infanzia e per ragazzi e non mi piace
l’idea di essere considerato “Fuori target”.
3)
Parlaci
del protagonista e dei suoi amici. Chi sono che fanno, che desiderano…
Il mio protagonista si chiama
Alessio, è un ragazzino di 13 anni, afflitto da una malformazione che lo
costringe a zoppicare e orfano di madre. Alessio è un ragazzo in difficoltà,
tormentato tra la rabbia verso la vita e la voglia di essere compreso ed
accettato.
Al suo fianco ci sono sette
ragazzini, che lo aiuteranno a “guarire” dalla sua rabbia.
C’è il dolce e sensibile Claudio, minuto e gentile ma con un grande cuore e
coraggio da vendere, Cristiano, il golosone del gruppo, capace di far apparire
merendine e dolciumi in ogni momento.
Uno dei miei personaggi
preferiti è Kevin, entusiasta e spiritato con la passione dei supereroi e
Samuele piccolo e furbo come un furetto.
Menzione d’onore va a Cirone,
il tutore del dormitorio dei Koala, sempre pronto ad aiutare Alessio con la sua
saggezza.
4)
Il
romanzo ha chiari riferimenti mitologici: Iliade, Achille e talloni, viaggi… e
cos’altro?
Mi sono divertito a spargere
in giro per il romanzo molte citazione e rimandi all’Iliade, alcuni sono chiari
come la zoppia di Alessio, altri più nascosti e difficili da trovare.
Ma non vi rivelo nulla, sta a voi scovarne il più possibile.
5)
Contro
chi o cosa deve scontrarsi il protagonista?
Alessio incontra molti ostacoli
durante l’estate, bulli, padri distratti, squadre avversarie, Direttori
inquietanti, ma il suo vero nemico è la rabbia che cova, la sua incapacità di
accettarsi e di aprirsi agli altri senza vergogna.
6)
Qual
è il messaggio che vuoi lasciare ai ragazzi con questa avventura?
Scrivendo le avventure di
Alessio ho voluto sottolineare l’importanza di scendere a patti con noi stessi
e di volersi bene e che quando qualcosa sembra troppo grande e doloroso per
essere affrontato, nell’amicizia si possono trovare le risorse che ci mancano.
7)
C’è
qualcosa di autobiografico in questa storia?
Si molto, a cominciare dalla
bande di ragazzini che si inventavo da piccolo immaginando di compiere gesti
memorabili e eroici al malessere di Alessio.
A quell’età accettarsi è
sempre complicato e capita spesso di sentirsi soli e incompresi, è
nell’amicizia e nel senso di appartenenza che ho sempre alleviato questi
malesseri
8)
Il
giovane Achille è un romanzo illustrato. Come avete lavorato insieme
all’illustratrice Stefania Franchi, che è anche la tua compagna?
Abbiamo iniziato con il primo
libro e, visto che è andata bene, abbiamo continuato anche con questo.
Stefania, oltre ad essere una bravissima illustratrice, è la mia prima
lettrice, ogni volta che scrivo qualcosa la costringo a leggerla e a darmi un
parere (ed è piuttosto cattiva), dopo aver letto di solito disegna quello che
il racconto le ha ispirato.
9)
Hai
scritto anche un altro romanzo per ragazzi. Ce ne parli? Affinità e divergenze
con Il giovane Achille?
Il mio primo romanzo si
intitola “Il Fabbricante di Suoni” edito da Arpeggio Libero, è una storia ambientata in un mondo
fantastico di nome Sinestenia, dove suoni e colori sono la stessa cosa.
Qui vive Gabriel un ragazzino incapace di sentire e che quindi non riesce
nemmeno a vedere i colori. La sua mancanza diventerà un vantaggio quando i
colori verranno rubati, gettando tutti nel caos.
Una grande differenza tre i
due romanzi è l’ambientazione, nel primo completamente immaginaria, più vicina
alla realtà nel “Giovane Achille”. Un punto in comune invece è la condizione
iniziale dei piccoli protagonisti.
Sono sempre stato un tifoso di
chi affronta la vita con qualche difficoltà o svantaggio, nelle persone che
lottano e soffrono risiede il potenziale per raggiungere traguardi
inimmaginabili.
10)
Sei
anche autore di racconti fantastici apparsi in varie antologie, tra cui Bestie
d’Italia. Differenze tra lo scrivere per i ragazzi e lo scrivere per adulti?
Ho partecipato con piacere
alla raccolta “Bestie d’Italia”, il folklore e il fantastico sono due mie
grandi passioni. Hanno una radice comune con le favole.
Scrivere per ragazzi è come scrivere per adulti, solo più difficile.
Questa è una frase di un grande
autore come Dino Buzzati, scherzosamente mette in risalto il fatto che essere originali e interessanti utilizzando un lessico
semplice e evitando meccaniche troppo complesse non è così facile come si può
pensare.
11)
Progetti
futuri?
Continuo a scrivere, ogni
scusa è buona per inventare nuove storie, ho terminato da poco un nuovo romanzo
e ho alcune raccolte di favole che spero possano trovare la loro strada, ma per
il momento vorrei dedicarmi al “Giovane Achille”.
Grazie mille
RispondiEliminaDe nada! :)
EliminaGrazie per l'articolo su NPS!
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