venerdì 11 dicembre 2020

SEGNALAZIONE: LA MIA ESTINZIONE DI VALENTINA LAUDADIO

Realismo magico, temi importanti, viaggi paralleli e divergenti nel primo romanzo onirico di Valentina Laudadio




Cari lettori,
questo romanzo mi incuriosisce molto per la varietà di tematiche che affronta; tra l'altro, è anche arricchito dalla prefazione di Martina Caironi, campionessa paralimpica e record mondiale dei 100 metri.

Leggiamo la sinossi:

Una giovane ragazza di nome Alice scompare misteriosamente dal suo appartamento di Bologna e Penelope, che è la sua migliore amica, si mette subito sulle sue tracce per riportarla a casa. Così, inizia un viaggio a doppio livello: da una parte il vagare geografico e reale di Penelope che, seguendo un po’ il suo istinto e un po’ il caso, arriva fino al Sud America, e dall’altra troviamo Alice che, in verità, non si è persa su questa Terra ma, bensì, in un mondo fatto di sogni, visioni e follie. Incontra Mujica, Fernando Pessoa e altri strambi personaggi. Un po’ come in un romanzo di formazione, le due protagoniste percorrono tutte le tappe che le porteranno alla fase successiva della loro evoluzione ma a tormentarle sarà proprio il dubbio se valga la pena o no “formarsi” ed evolvere. Così, da romanzo di formazione quest’avventura diventa un romanzo sociale. Il viaggio di Alice e Penelope è la storia della Terra e dell’umanità intera, si parte dalla Genesi e, passando per le varie ere geologiche, si arriva a fantasticare sulla nostra stessa estinzione. Cosa può salvarci? Il coraggio, la politica, lo spirito leggero? Evocando un po' gli scenari tipici del realismo magico sudamericano, questa storia fa emergere questioni profonde e presenti dentro ognuno di noi, facendoci scontrare con tutte le nostre certezze e aprendoci gli occhi su infinite possibilità.


Molto particolare, no?


Leggiamo la prefazione di Martina Caironi:


Martina Caironi


Alice, Penelope, si interroga, non smette di essere curiosa. Non si limita a viaggiare; vuole portare i frutti dei suoi viaggi e le sue scoperte nella vita di tutti i giorni. Lei è cuore e fantasia.

Valentina in questo suo primo romanzo ci conduce in un universo parallelo dove tutto accade in un substrato della realtà lasciando spazio a fantasia e immaginazione. Nonostante ciò, un attento lettore potrà capire che i luoghi e le situazioni raccontate non possono che essere state vissute dall’autrice, per poter avere quella veridicità palpabile. In un attimo siamo sotto i portici bolognesi, in una casa buia di un vecchio signore, l’attimo dopo proiettati tra i vicoli musicali di Salvador de Bahia, senza essere prima passati dalle numerose stanze del cervello umano, con i suoi dubbi, le sue speranze.

Io, sua cara amica e compagna di viaggi rivedo in questi suoi scritti la donna curiosa e avida di conoscenza con cui ho potuto esplorare alcuni paesi lontani, l'amica indecisa ma forte con cui ho sognato il Sudamerica, con cui ho vissuto quelle vie di Bologna da lei descritte.

Bisogna essere coraggiosi, seguire il proprio cuore, avere la sfrontatezza di andare contro le convenzioni, e avere quella gioia di intenti che ti porta verso il mare della vita.

I personaggi del romanzo sono liberi o alla ricerca di quella amata libertà di pensiero e azione che è senza tempo, senza spazio. "Libertà significa non aver paura del cambiamento e delle rivoluzioni" scrive l’autrice in uno dei suoi flussi di coscienza mascherati nei dialoghi. È stato per me bellissimo ritrovare la mia amica impulsiva e rimuginatrice allo stesso tempo, sparsa tra i vari personaggi, con le loro avventure che sento di aver vissuto con lei. Amicizia, cura, riflessione, amore. Oltre a questo, ci regala molti altri spunti interessanti a cui voi lettori potrete attingere, come la critica all’uso massivo della tecnologia. O come la massima per cui non si può cambiare il mondo senza prima aver cambiato sé stessi; è per questo motivo che il viaggio fisico o mentale di questo romanzo non è nient’altro che la ricerca della propria essenza. E poi non manca la coscienza politica che ha sempre inquietato Valentina, che l’ha sempre spinta a indagare e a partire. Le partenze, il viaggio, sia esso reale o immaginario, sono il fulcro del racconto, ma la vera crescita interiore si manifesterà con il ritorno.

Grazie per averci portato con il cuore là dove molti di noi non arriveranno mai.



Leggiamo un estratto:


Questa è la storia di tutti e di ogni cosa. Non è né un romanzo né un'autobiografia, potrebbe essere un manifesto ma, probabilmente, non è e basta. Non importa cos'è perché è un regalo al mondo intero e, se sei qui, forse sei la persona giusta al momento giusto per me. Lungo la lettura di questo libro la tua coscienza cambierà un po' insieme a quella della protagonista, è un viaggio per te e per la tua rivoluzione.

 

GENESI

«Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti» (2, 7 – 17)

 

Tra le stelle e le varie lune, tra pianeti sconosciuti e polveri cosmiche uno strano flusso, spaventoso e rassicurante allo stesso tempo, cangiante agli occhi di chi lo guarda, si muove, striscia e vola accarezzando il cosmo e tutti i suoi figliocci appena nati. Giunge da un posto lontano, precisamente dal punto dove ebbe inizio ogni cosa, dove nacque il primo pensiero, si accese la prima stella e dal silenzio si formò la materia. Era un'energia vigorosa che arrivò qui sulla Terra miliardi di anni fa e, forse, non se ne andò più via. Quando Alice lo vide per la prima volta stava bevendo un frappè alla finestra del salone di casa sua a Bologna, era una notte stellata e la luna era bella e piena. La notte giusta per una magia. Una penna nuova di zecca se ne stava impaziente tra le sue dita incapaci di far scivolare inchiostro su quella pagina bianca, tutto il corpo di Alice era fermo e immobile, paralizzato dalla rincorsa di pensieri fugaci. Sguardo concentrato, mani calde che accarezzavano il bicchiere e pelle scura che trasudava estate e turbolenze. Era da ore, ormai, che tutta la sua mente era impegnata in uno sforzo abnorme, voleva delle risposte, era lì che tendeva all'infinito cercando di acchiappare grandi piccole verità. Ma niente, tutti i suoi sforzi sembravano vani e i suoi pensieri ripiegarsi su se stessi. Questi grandi turbamenti esistenziali la coglievano spesso di sera o, comunque, quando era molto stanca e avvilita. Era sempre difficile uscirne e quando finalmente ce la faceva era più stanca di prima.

Un salotto come tanti in via Broccaindosso, in una casa come le altre in una città come ce ne sono milioni nel mondo. Alice era una ragazza come tante con pensieri sicuramente già pensati da qualcun altro. Pensieri che si disperdevano nel vuoto intorno a lei, pensieri inutili. Un'epoca dolorosa, forse anche questa una tra tante, futuro incerto, crisi esistenziali e generazionali. Crisi di valori e guerre sante, guerre economiche, guerre di civiltà e guerre interiori. Eccola lì, affacciata alla finestra, che osserva con sguardo scrutatore quei portici colorati sotto i quali fiumi di persone ogni giorno fluttuano leggere, con le proprie idee ben nascoste nelle tasche e un gran bel corpo pronto all'esibizione terrestre. Bologna è una madre e anche una grande meretrice, pensava; ti allatta e ti vizia dandoti tutto quello di cui pensi aver bisogno e, allo stesso tempo, ti incastra e ti tenta stringendoti tra le sue provocazioni. Fa ristagnare l'energia e ti soffoca. I portici sono un po' così, un po' seni e un po' cosce, una trappola in ogni caso. Insomma, guardando fuori dalla finestra iniziò a pensare che, alla fine, cadendo giù in strada non avrebbe provato tutto questo grande dolore e che, in fin dei conti, avrebbe potuto fare un tentativo.

 

Scopriamo qualcosa sull'autrice, Valentina Laudadio, tramite la sua biografia: 


Valentina Laudadio nasce a Guardiagrele (CH) il 20 maggio del 1988 e cresce a Palena, un piccolo paese ai piedi della Majella. Nel 2007 si trasferisce a Roma per studiare Lingue Straniere e nel 2012 a Ginevra, dove lavora come stagista nelle Pubbliche Relazioni dell’UNHCR -agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati. Tornata in Italia, va a vivere a Bologna dove, dopo la laurea specialistica in Lingue e Comunicazione, lavora presso diversi uffici stampa. Nel 2015 va in missione come reporter nei campi profughi Saharawi in Algeria con la Ong CISP. Nel 2017 vince, insieme ad altri autori, la sezione “racconti brevi” del concorso nazionale “Valerio Gentile” e la Schena Editore pubblica in una raccolta il suo racconto sopra la missione in Algeria, “Il tempo nel deserto”. Nel 2018 parte per un viaggio in solitaria di sei mesi e, con lo zaino in spalla, viaggia per l’America Latina in cerca d’ispirazione. Al ritorno dal suo viaggio, vince il terzo posto come autrice più letta della sezione “Settebello” del settimanale “7” diretto da Beppe Severgnini. Nel 2019 esce in edicola “Rabelais”, volume della collana “I geni del Rinascimento” della DeAgostini.

Quindi, cari lettori, molto particolare sia il romanzo che la vita dell'autrice, vero?


Ricapitoliamo i dati del romanzo


Titolo: La mia estinzione

Autrice: Valentina Laudadio

Genere: onirico, realismo magico, romanzo di formazione

Editore: Lupi

N. di pagine: 193

Prezzo di copertina: € 15 (12 sugli store online)

                ebook: € 1,99

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