Libri, film, fumetti, cartoni animati, serie tv, ma anche il passato e la Storia: sono infiniti gli Universi in cui navigare e perdersi, mondi di fantasia oppure realtà che si confonde col mito e la leggenda.
lunedì 31 ottobre 2016
Racconto di Halloween: "Il Quadro" di Paola Leoncini
Inter omnes constat che oggi è Halloween,il giorno in cui le porte tra i mondi sono più sottili e bla bla bla. Quale occasione migliore per leggere un ottimo racconto a tema? "Il Quadro", di Paola Leoncini.
Sera del 31 ottobre, non importa quale anno. Grande festa in maschera all'interno di una bella villa rinascimentale, alle porte di Roma, proprietà di una famiglia nobile: i de Magistris.
Cena e danze.
Tutti sono mascherati: da vampiro, licantropo, zombie, personaggi di film o fumetti.
Uno degli ospiti deve recarsi alla toilette e, nel percorrere il corridoio che separa la sala delle feste dal bagno, s'imbatte per caso in un quadro, appeso alla parete vicino ad una libreria. Il quadro ha un aspetto inquietante, ma l'ospite non ci dà molto peso. Un altro ospite, invece, guardando meglio il quadro, nota una data.
Non una data qualsiasi...
Fra le maschere ci sono anche gli immancabili fantasmi, tuttavia, sotto i lenzuoli bucati non si nascondono solo esseri umani che sono lì per divertirsi.
E il tutto ha delle coincidenze.....
Il racconto è disponibile gratis su Meetale e su Iperspazi. Enjoy!
Buon Halloween!
venerdì 21 ottobre 2016
Recensione: antologia
Halloween Novels , AA.VV.
“E’ la notte del 31
Ottobre. Tra poco il varco tra i mondi sarà più sottile. Indossiamo cappotti
pesanti, come scuri mantelli a protezione dell’anima. Camminiamo su strade
bagnate da pioggia, nebbia o rugiada, come se l’acqua sotto ai nostri piedi fosse
un umido passaggio per condurre al fluido liquido attraverso cui i defunti
ci parlano”.
Le
Favole della Buona notte della Dark Zone contenute in questa antologia di 138
pagine sono 19 racconti, tutti a tema
Halloween, ma non tutti horror: le sfumature
del brivido sono le più disparate.
La
copertina è spettacolare, ma questa sembra essere una prerogativa dei libri editi dalla Dark Zone: guardare per credere!
Le
zucche che arancioneggiano su fondo nerissimo sembrano uscire dalla cover e
aggredire il lettore, catturandolo nel tourbillon di storie contenute
all’interno. La prefazione è curata dall’autrice Daisy Franchetto.
Il
primo racconto è “Dolcetto o scherzetto?” di Daniele Bello, che usa
l’escamotage di un padre ‘ a digiuno’ di Halloween e delle sue origini per
spiegare da dove proviene questa festività, ad oggi erroneamente
considerata da molti solo un' usanza americana: ottima quindi la scelta di inserire questo interessante racconto all’inizio, a introdurre le altre storie.
Il
secondo racconto è “Halloween dalla nonna”, di Eleonora Elle, in cui una
ragazza fa la conoscenza di sua nonna, da cui la famiglia si era tenuta alla
larga da sempre. Ambientazione italiana, scene da brivido e scrittura fluida
rendono il racconto piacevole.
Anche
“Giocattoli rotti” di Miriam Palombi è ben scritto, e la storia con
protagonisti una inquietante coppia madre/figlio provoca più di un brivido.
In
“Hamain” di Sebastian Dado abbiamo due linee temporali, una nel passato e una
nel presente, ambientata in un college dove avvengono inquietanti omicidi. Non
è un tema originale, i lettori più esperti non si sorprenderanno troppo del
colpo di scena finale, ma lo stile è scorrevole e il ritmo non manca.
Segue
il mio racconto, “La Porta”: Luca è un teppistello diciottenne che ha un ‘problemino’:
la sera di Halloween non deve assolutamente uscire, ma quella sera c’è il derby Roma-Lazio, e lui non
può proprio perderlo, come non può mancare alla festa di Halloween a cui la sua ragazza tiene molto... Quel che accadrà dopo sarà frutto di eventi paranormali,
della droga o della malattia mentale? Al lettore l’ardua sentenza.
“La
sfida delle sfide”, di Daniel Di Benedetto, è di certo il racconto più
singolare della raccolta: chi vincerà la sfida tra Halloween e Ognissanti? Per
stabilirlo, quale migliore modo che organizzare una partita di calcio tra
Diavoli e Santi? L’horror non c’è, ma si morirà dalle risate!
“Demon’s
Music”, di Morgane La Faye, racconta la storia di Vipera, un appassionato di
heavy metal alla ricerca del modo per produrre un suono speciale dalla sua
chitarra: l’inaugurazione di un nuovo negozio sembra fare a caso suo… Un buon
racconto, da leggere ascoltando musica a tema!
“Nascita
di un coltello” di Daisy Franchetto: altro racconto singolare, dalla scrittura
fluente e ricca, in cui si narra di una giovane in fuga dal padre violento che
fa uno strano incontro. Potrebbe essere l’incipit , o il pilot , di un romanzo:
viene voglia di saperne di più.
“Ritorno
a Kinsale”, di Melissa Pratelli, è un racconto su una giovane che va a trovare
a Kork (Irlanda) la sua famiglia per Halloween: bella l’ambientazione, e
struggente la storia, che ha tempi narrativi perfetti. Mi è piaciuto molto.
Un
altro dei miei racconti preferiti è “Bittersuss” di Alessio Del Debbio, ambientato
a Berlino e ispirato alla leggenda della Notte di Valpurga: due amiche vanno a
una festa nel bosco, una festa che si rivelerà assai particolare… Si evince
grande conoscenza delle leggende germaniche, in cui Alessio ha saputo
incastonare una storia con personaggi realistici, descrivendo la vicenda con la
capacità di immergere il lettore in un ambiente agghiacciante, tratteggiato con
stile fluente e con la giusta dose di dettagli. Ottimo racconto.
“Mostromercato”
di Fedor Galiazzo racconta le vicende di un gruppo di amici in un ipermercato
alla ricerca di maschere per Halloween, racconto brevissimo, un po’ scarno. Non
mi ha impressionato.
“Estratto”
di Fabiana Olivieri: non viene specificato il titolo del romanzo da cui è stato
estrapolato questo brano. Le vicende sono ambientate in una scuola di magia italiana (io apprezzo sempre le ambientazioni
italiane) nel giorno della sfilata di
Halloween, e narra le vicende di un gruppo di giovani studenti.
“L’altra
faccia sotto il cappello” di Chiara Boschi ci racconta di Rose, stanca degli
uomini, che trova uno strano cappello che esaudisce desideri: ma a che prezzo?
Il tema dell’oggetto magico o diabolico che si impossessa del malcapitato
rancoroso di turno, con tragiche conseguenze, non è certo una novità; però il ritmo c’è e
anche il finale è ben gestito, con colpo di scena. Il racconto avrebbe avuto bisogno
di un pizzico di editing (la Dark Zone per sua precisa scelta ha editato i racconti degli autori solo in modo leggero, in quanto l'antologia nasce a scopo pubblicitario per gli autori stessi).
“Ad
Halloween suona la campana” di Samantha Terrasi: ho faticato non poco a leggere
questo racconto, a causa della punteggiatura un po’ … futurista : anche qui
sarebbe stato necessario un po’ di editing (v. sopra), ma ho molto apprezzato i personaggi
molto ben delineati , i dialoghi mai banali e la durezza della storia, che
tratta di Curlie, una inquietante signora che ha, tutti gli anni, grandi
progetti per Halloween… Finale ambiguo.
“Halloween”
di Margherita Longobardi. Un altro racconto non horror, che racconta i 31
ottobre di una coppia, andando su e giù per gli anni in maniera non lineare
(ottima scelta, dà ritmo e incuriosisce): storia struggente , ben scritta.
“La
puttana è tornata” di Sylvia McPook: vicende di uno psicopatico narrate in
prima persona. Qui l’horror non manca! Finale ambiguo anche qui.
“Robert’s
night “di Eleonora Monti. Originale ambientazione storica: il 31 ottobre 1840
Robert, giovane di ottima famiglia,
decide di festeggiare, con amici e fidanzata, il compleanno al cimitero. Scrittura fluente,
atmosfera ben creata, con colpo di scena finale. Avrebbe potuto essere anche
ambientato ai giorni nostri, ma così ha molto più glamour: ottima scelta.
Segue
un estratto del romanzo “Hybrid”, della boss di Dark Zone Francesca Pace: un
gruppo di vampiri attacca un convento di suore in Umbria. Ottimo brano,
scrittura fluente, ambientazione originale, descrizioni accurate. Accattivante.
Chiude
la sequenza di racconti un altro dei miei preferiti, “Maschere” di Giacomo Ferraiuolo, che racconta di un gruppo di bambini che si presenta alla porta di
una casa abitata da un inquietante anziano, Manfredi. Qui sì che ci sono scene
davvero horror, agghiaccianti:terrore allo stato
puro! Ottimo racconto , scritto benissimo.
L’antologia
è stata presentata al Romics allo stand dell’editore, e verrà portata anche al Lucca Comics and Games; chi non potrà recarsi alla convention e intendesse
acquistare il volume, può rivolgersi alla Dark Zone.
mercoledì 12 ottobre 2016
Reportage: Mostra GRATIS di reperti recuperati
“L’Arma per l’arte e la legalità”-Palazzo Barberini (fino al 30 ottobre).
Nella
splendida cornice di Palazzo Barberini è stata allestita, dal Mibact e dai
Carabinieri del TPC (Tutela patrimonio Culturale), una esposizione GRATUITA di
beni culturali, recuperati da traffici illeciti ,appartenenti al nostro
patrimonio nel corso di numerose
operazioni svolte negli ultimi anni. Il ministro Franceschini così si è
espresso al riguardo: “L’importanza del recupero investe molteplici aspetti: riporta al
contesto originario e riconsegna al pubblico reperti di grande valore storico e
artistico, risana l’identità collettiva ferita dall’offesa al patrimonio,
colpisce le grandi reti criminali e terroristiche. Ognuna delle opere esposte è
una testimonianza della nostra storia, della nostra memoria, della nostra
civiltà, della nostra coscienza nazionale che ci è stata a lungo sottratta.
Solo la loro restituzione permette di ricomporre il tessuto culturale lacerato
da una razzia dissennata. Tornare a goderne in un museo pubblico è il suggello
di quell’azione di giustizia resa possibile da un corpo di eccellenza che non a
caso costituisce una delle due anime della task force italiana Unite4Heritage,
voluta dall’Unesco per contrastare il traffico internazionale del patrimonio
culturale mondiali .“
Immergermi
nell’arte, nei reperti archeologici, quindi nel passato e nella nostra storia, è
per me molto piacevole, edificante, nonché fonte di ispirazione; ancora di più
se le esposizioni sono ben allestite, con ricchezza di materiali e dovizia di
spiegazioni e illustrazioni a corredare il tutto. Nelle pareti che circondano
le teche , bene illuminate, si trovano molti panel che spiegano non solo la
provenienza e il valore dei reperti, ma anche quando sono stati rubati e come
sono stati recuperati, e alcune storie sono davvero sorprendenti: non solo
musei stranieri, non solo collezionisti e trafficanti senza scrupoli, ma anche
televendite e negozi antiquari!
Gli
oggetti esposti sono di vario genere e provenienza: vasi ellenistici ed
etruschi, stucchi e affreschi proveniente da tombe e ville pompeiane e di Paestum,
sarcofagi romani ed etruschi, beni librari, quadri di arte moderna e
contemporanea, gioielli ottocenteschi rubati al Museo Etrusco di Valle Giulia (Roma)
recentemente, disposti in cinque ampie sale.
Tra
quelli che hanno maggiormente attirato la mia attenzione, ci sono: due sarcofagi etruschi;
una
hydria etrusca del 500 aC rappresentante una scena mitologica inusuale, i
pirati che si trasformano in delfini per volere di Dioniso;
un’anfora
corinzia dipinta col mito di Teseo e il Minotauro, VI sec aC;
il
quadro di Guido Reni, “Il giudizio di Paride”, che mi ha estasiata e da cui non
volevo più staccarmi;
una
kylix “a occhioni” del V sec aC. (non resisto agli occhioni!).
Notevoli
anche la lettera di Colombo trascritta in sole 20 copie nel 1493, proveniente
da un’asta di Sotheby; il quadro di Gauguin “Frutta sul tavolo” del 1856; un
reperto proveniente da Palmira (Siria).
Particolarmente
gradito il recupero del “Bacco” trafugato nel 1986 ad Amatrice.
E’
disponibile sul sito dei Carabinieri una corposa Guida alla mostra in pdf con tutte le spiegazioni
dettagliate dei recuperi e le foto delle opere, in italiano e in inglese.
La
mostra è visitabile gratuitamente entro il 30 ottobre, consiglio vivamente a
tutti i romani e a coloro che si recheranno nell’Urbe in quel periodo di non
perderla.
giovedì 6 ottobre 2016
Cinerecensione: Ben Hur
Iniziamo
col dire che dopo i primi trenta secondi volevo lasciare la sala, in quanto la
voce narrante (sì, c’è una voce narrante…) ha cominciato a dire che i Romani governavano
i popoli sottomessi col sangue e la paura (e non con le leggi, la libertà di
culto, l’amministrazione, la costruzione di acquedotti, terme, strade e teatri),
e a me le storie che distorcono la Storia mi stanno sul piloro; però sono
rimasta fino alla fine, soprattutto per vedere la ricostruzione storica, le
scene girate a Matera e la corsa con le bighe.
La
trama è nota, anche se differisce in vari punti dal film precedente (1959):
Giuda Ben Hur ha un fratello adottivo romano, Messala, che si arruola; quando
torna vuole che Giuda lo aiuti a scovare gli Zeloti, lui non solo non lo fa, ma
ne nasconde uno, che attenta a Ponzio Pilato. Ben Hur , come responsabile, viene
fatto prigioniero e reso schiavo su una galea da guerra. Tornerà in cerca di
vendetta, ma troverà alla fine la redenzione, grazie all’incontro con Gesù (con
cui c’è un parallelismo evidente).
C’era
davvero bisogno di un ennesimo film tratto da un romanzo del 1880 , infarcito
di retorica religiosa? Inoltre, il film è pieno di errori storici: le donne a
Roma non venivano crocifisse; gli schiavi nelle galee non erano incatenati; il
popolo non era mai privo di pane (in una scena dicono che l’imperatore priva
del cibo la gente e pensa solo al circo, contraddicendo la famosa teoria romana
del ‘panem et circenses’); poi c’è una sequela di pantaloni e stivali che nemmeno alla sfilata Pitti uomo!...
Matera
ormai è una location classica per i film ambientati in epoche antiche, e in
effetti è perfetta allo scopo.
La figura di Gesù sembra essere messa lì per forza, proprio perché nel libro c'era e non si poteva tagliare...probabilmente gli autori e il regista ne avrebbero fatto volentieri a meno: la sua presenza risulta superficiale.
Riguardo
la sceneggiatura, molti dialoghi sono a livello di serie tv per teenager; circa
il cast, gli attori scelti non sono molto conosciuti ( non sfigura l’interprete
di Messala) , tranne l’iconico Morgan Freeman, qui nella veste di allenatore di
aurighi, che fa sempre la sua figura e dà un minimo di spessore alla seconda
parte. La scena della corsa delle bighe è spettacolare, nulla da eccepire;
anche i titoli di coda sono bellissimi. C’è da aggiungere che il film non è mai
noioso, ma non è abbastanza per consigliarlo.
Giudizio
finale: film inutile, si può perdere
tranquillamente.
sabato 1 ottobre 2016
Fumetti: 30 anni di Dylan Dog
Era
il 26 settembre del 1986 quando uscì il mitico n. 1 di Dylan Dog,l’indagatore
dell’incubo, “L’alba dei morti viventi”, e io, diciassettenne, me lo procurai
con immensa curiosità. Ne rimasi subito affascinata: un personaggio nuovo nel
panorama fumettistico italiano, che ho amato da subito e che ho continuato ad
amare per molti anni. Prima che ve lo chiediate, sì, ho la collezione originale
1-100, e oltre!
Come spesso accade, i grandi amori svaniscono
perché si cambia: negli anni sono cambiata io, ed è cambiato lui, tarato per
piacere alle nuove generazioni. Nonostante ciò, nel corso degli anni mi sono
procurata albi random, e non potevo non prendere il numero 361, “Mater
dolorosa” , seguito di “Mater morbi”. L’ho letto tutto d’un fiato: oltre a
essere una nuova ‘pietra miliare’ dell’universo dylandoghiano, ho ritrovato le atmosfere oniriche di un
tempo, introspezione psicologica, mistero, nonché una colorazione pittorica,
stile graphic novel, molto diversa da quelle dei precedenti albi a colori. Una
pecca, a mio avviso, c’è: la storia, molto bella, è anche molto ‘spiegata’,
ovvero manca quel dire e non dire, quel senso di sospensione, di dubbio, quel
lasciare le riflessioni e le conclusioni al lettore, che tanto mi hanno
affascinato nei vecchi numeri.
Ma
chi è Dylan Dog, e perché è un personaggio cult? Ideato da Tiziano Sclavi ed edito dalla
Bonelli, Dylan ha circa 30 anni, vive a Londra in Craven Street 7, ha un
campanello che invece di suonare, urla, e assomiglia a Rupert Everett (che
interpretò lo spin-off al cinema Dellamorte Dellamore, film trashissimo). Fa
l’indagatore dell’incubo, ma spesso non risolve i suoi casi; affronta, nel
corso delle sue avventure, mostri di ogni genere, da quelli classici (vampiri,
licantropi, zombi…) a quelli più subdoli, onirici, misteriosi e indefiniti,
perché è attratto dall’ignoto, dal mistero. Lui però è un uomo: non ha
superpoteri, anzi ha una serie di idiosincrasie (odia le armi, la pistola
gliela lancia all’occorrenza il fido assistente Groucho, uguale a Groucho Marx),
di routine (come costruire il galeone o suonare il clarinetto), è pieno di
dubbi e incertezze. In ogni puntata ha una storia con una donna,; è vestiti
sempre uguale, come un supereroe: camicia rossa, giacca nera, jeans Levi’s e
scarpe Clarke.
L’ironia,
le sottigliezze psicologiche, un contrno di personaggi fissi o ricorrenti
(L’ispettore Block, Wells, il già citato Groucho, la medium Trelkovsky, la
strega Kim col gatto Cagliostro,o il misterioso Xabaras, o l’affascinante
Morgana) , oltre che la forte caratterizzazione, hanno contribuito a fare di Dylan
Dog un vero mito; ma più di ogni cosa, ciò che attrae di lui è che combatte
tutti i giorni, proprio come noi, contro i demoni interiori: sono quelli i veri
mostri: è questo il senso dell’opera.
Molti
si sono ispirati a Dylan Dog, le citazioni più carine sono quelle di Topolino e degli 883, con due simpatiche copertine:
Numeri
imperdibili:
1-L’alba
dei morti viventi. L’inizio del mito! Il passo incerto, la mano gelida e un'insaziabile fame di carne viva. I morti escono dalla tomba: ne sa qualcosa Sybil Browning, sfuggita per un pelo alle fauci di un defunto. L'unico che può aiutarla è Dylan Dog, un bizzarro detective che coltiva la passione per mostri e misteri, coadiuvato dal fido aiutante Groucho. I due seguiranno gli zombi fino a Undead, dove li attende il mefistofelico Xabaras...
4-Il
fantasma di Anna Never. Alcol, solitudine, follia: la mente dell'attore Guy Rogers sta lentamente crollando. Nei suoi deliri vede un fantasma, quello di Anna Never, uccisa da un mostro. E' confusione tra film e realtà, o qualcosa di molto più oscuro?
7-la
zona del crepuscolo. La vita scorre placida a Inverary,lenta e limacciosa come acqua di palude. Mabel Carpenter vive un'angoscia silenziosa, mentre i giorni si inseguono pigri e tutti uguali. C'è qualcosa di strano nelle nebbie del paese. Che segreto nasconde il dottor Hicks tra i suoi alambicchi? Perchè nessuno nasce e nessuno muore nell'eterna quiete di Inverary?
25-Morgana. E' morta e sepolta, vive ancora. Il mondo onirico di Morgana vuole fondersi con la nostra realtà, e la mediumMadame Trelkovsky avverte Dylan, che vivrà incubi, follie, amore e si scontrerà ancora con Xabaras il negromante.
40-Golconda! Andate all'inferno! La bella Amber Cat gestisce un locale davvero particolare: musica e creature demoniache, che iniziano a circolare per le vie di Londra, l'Apocalisse sembra arrivare. Chi l'ha scatenata? Per saperlo, Dylan e Amber arriveranno al cuore della Terra, a Golconda!
46-Inferni. Che cos'è l'inferno? Un sasso nella scarpa, una notte insonne, un pensiero che torna ossessivo? Cosa sono gli inferni, e quanti sono? Infiniti, desolati e frivoli, folli o burocratici. Ma anche il burocrate più navifgato può distrarsi, ed ecco che i morti tornano sulla Terra!
74-Il lungo addio. Tornano un ricordo e una maliconia. Tornano col voto di Marina Kimball, forse il primo vero amore di Dylan. Frammenti di un'estate giovanile ormai perduta, riavvolti sul corso lento della memoria. Avrebbe potuto andare diversamente? Nessuno può nè vuuole saperlo. Quel che è certo è che marina non porta incubi o terrori, ma solo il dolce fantasma di un lungo addio. Struggente!
100-La
storia di Dylan Dog. Il galeone di Dylan è finito! E' tempo di guardare indietro, sciogliere le nebbie e rispondere alle mille domande che ci inseguono da sempre. Chi è Xabaras? Chi è Morgana? E soprattutto, chi è Dylan Dog?
121-Finchè
morte non vi separi. Nascosto tra le pieghe del tempo c'è un anniversario che Dylan non dimentica mai. Tanti anni fa, in Irlanda, Dylan trovò un amore spezzato da una guerra infinita. La bella lillie se n'è andata, con la sua chioma rossa e i suoi sogni di libertà, ma il suo ricordo rimarrà per sempre, nascosto in una piega del tempo!
125-Tre
per Zero. Il battiro d'ali di una farfalla può scatenare un uragano, questo tutti lo sanno. ma come nascono le crisi economiche? Per una scintilla, per un caso, per un capriccio del destino che cresce fino a dventare un mostro. Per fermarlo, Dylan deve tornare indietro nel tempo e riavvolgere il nastro degli eventi in una girandola di asurdità...
200-Il numero duecento (sic!). Rivelazioni inedite sul passato di Dylan Dog: dove ha comprato il galeone, e da chi? Qual è stato il suo primo incarico da indagatore? Dove ha conosciuto Groucho?
241-Xabaras! E' il ventennale di Dylan Dog, e tornano in scena , in una storia doppia, alcuni personaggi già incontati: la strega Kim col suo gatto Cagliostro (v. numero 18), e Xabaras, che prosegue i suoi folii esperimenti per sconfiggere la morte.
242-In
nome del padre. Secondo capitolo dell'avventira celebrativa del ventennale, in cui Xabaras stringe il cerchio intorno alle sue ossessioni, il siero della vita eterna e Dylan Dog. La strega Kim cercherà di aiutarlo, ma senza l'aiuto del gatto Cagliostro, che sembra aver cambiato fronte...
280-Mater
Morbi. Trasportato con urgenza inospedale per un improvviso malore, Dylan inizierà un calvario senza fine nel peggiore degli orrori: la malattia. Un male oscuro si è impadronito di lui, torturandolo e consumandolo giorno dopo giorno, e nessuno riesce a salvarlo. L'unica via d'uscita sembra essere quella di affrontare la creatura che lo sta uccidendo, raggiungendola nel cuore della sofferenza, luogo a un passo dalla morte.
(Sinossi tratte dal sito ufficiale di Sergio Bonelli ).
Il
mese prossimo uscirà il n. 362, che vedrà di nuovo Tiziano Sclavi alla
scrittura, “Dopo un lungo silenzio” (titolo dell’albo) durato 9 anni. Sarà
presentato al Lucca Comics, anche con cover variant disegnata da Zerocalcare. Da
non perdere, Giuda ballerino!
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