giovedì 17 novembre 2016




Interviste d'autunno-consigli per scrittori (o aspiranti tali)
                     #3 : Paola Leoncini 

Siamo arrivati al terzo appuntamento della serie di interviste,
oggi c'è con noi Paola Leoncini, editor, traduttrice,
 scrittrice e blogger.





1.      Ciao Paola, grazie di aver accettato l’intervista per il mio blog. Da quanto tempo sei traduttrice e correttrice di bozze (editor)  per scrittori e aspiranti tali? Che altre attività svolgi?

Traduttrice, da più di 20 anni. Anzi! Potrei dire di aver cominciato da quando andavo ancora a scuola, allorché aiutavo i miei compagni a tradurre i testi scolastici di letteratura in modo che loro potessero, in seguito, fare il riassunto e studiarlo.  Correttrice di bozze, ufficialmente dal 2009. A questo proposito, vorrei operare una distinzione: l'editor è precisamente colui/lei che interviene sul contenuto del testo, suggerendo vere e proprie modifiche dello scritto. Il correttore è, invece colui/lei che corregge materialmente refusi di digitazione, errori ed orrori di ortografia, grammatica e sintassi. Oltre a queste attività, appena menzionate, amo la fotografia e la pratico ogni volta che mi è possibile; ritocco e restauro foto rovinate,  creo e amministro pagine web. Niente di spettacolare. Siamo sul dignitoso. Mi diletto con la grafica (loghi, locandine, ecc...), realizzo filmati e li monto, creo video con foto e, infine insegno privatamente materie letterarie e lingue. Faccio un bel po' di cose, vero?


2.      Nel corso della tua decennale esperienza, quali errori/orrori riscontri più di frequente negli scritti che ti presentano?

Ne ho stilata una lunga lista di cui, se ne parlassimo in profondità, faremmo Natale del 2017.
Ne cito essenzialmente 4, i più vistosi e ricorrenti: 1) l' immissione arbitraria degli apostrofi. C' è chi ancora lo mette all' articolo indeterminativo un, seguito dai sostantivi maschili singolari che cominciano per vocale: un' uomo, un' uovo ... ; e lo vedo anche davanti al pronome quale: qual'è. 2) la punteggiatura, la cui distribuzione è spesso soggettiva e casuale. Va detto, comunque, che la distribuzione della punteggiatura, soprattutto virgole e punto e virgola, non è semplice come si crede. 3) l'uso esagerato degli avverbi di modo; in quattro righe di testo, non di rado, trovo 4-6 avverbi che finiscono in mente. Gli avverbi di modo possono essere sostituiti da espressioni alternative: fortunatamente con: per fortuna; specialmente con: specie, in particolare; soprattutto; indubbiamente con senza dubbio, senz'altro; sicuramente con: di sicuro; certamente con: di certo, e via sostituendo. Le alternative ci sono. 4) lo scarsissimo uso dei pronomi relativi, il quale dà origine a frasi, periodi o, addirittura paragrafi, strapieni di che. Alcuni sono congiunzioni a tutti gli effetti, ma altri sono pronomi. I pronomi relativi esistono e vanno usati.





3.      Quali consigli vuoi dare a chi si accinge a scrivere un libro? E a chi già scrive, ma vuole migliorarsi?

Avere le idee abbastanza chiare su ciò che si vuole scrivere e, qualora fosse necessario reperire informazioni per rendere la storia attendibile, dedicare un po' di tempo per cercarle. Tuttavia, questi consigli lasciano il tempo che trovano in quanto ogni scrittore ha una sua metodologia di lavoro. C'è chi non scrive una virgola fintanto che non ha nella testa tutta la trama del suo racconto, o romanzo e c'è invece chi inizia subito a scrivere non appena ha un'idea, seguitando a farlo, lasciando che l'idea cresca, maturi ed evolva nel cervello, man mano che scrive. Io mi colloco fra queste due categorie: se mi viene un'idea, la rimugino per qualche giorno finché non ho metà, o tre quarti, della trama in testa, dopodiché attacco a scrivere. Comunque, vale sempre il consiglio lapalissiano e scontato di leggere molto e di tutto. Aiuta con le idee e nello stile.




4.      Perché è importante affidarsi a un bravo editor, sia per scrittori esordienti che per quelli emergenti?

Come ho accennato prima, l'editor è la persona che interviene nel contenuto del testo, scrivente dall'autore. L'editor è una figura professionale che può svolgere un ruolo determinante nella stesura di un' opera letteraria, suggerendo all'autore aggiunte o tagli per rendere la narrazione più scorrevole e credibile. Ma qui, devo essere un po' cattivella: specie se l'editor lavora alle dipendenze di una casa editrice, egli/ella interviene per scopi economici (la casa editrice deve vendere il libro) e, talvolta, purtroppo accade che i suoi consigli non siano esattamente utili e pertinenti al contenuto del racconto, romanzo, o saggio che sia.


5.      Finora hai pubblicato un paio racconti su Meetale, più altri sparsi sul web. Che ne pensi del self-publishing?


Ottima soluzione per i poveri scrittori che non dispongono di capitali per pubblicare le loro opere presso case editrici a pagamento. Il rovescio della medaglia è il dover provvedere da soli alla reclamizzazione del libro, ma la rete viene incontro con molte soluzioni. A proposito; aggiorno: i miei racconti su Meetale sono 3.



6.      Alcuni scrittori che conosci hanno pubblicato con case editrici a pagamento, e alcuni con grandi editori , ma non si sono trovati bene. Puoi riferirci le loro vicissitudini?  Che ne pensi dell’attuale situazione dell’editoria in Italia?

Mi riaggancio a ciò di cui ho parlato sopra. Nonostante si siano rivolti ai grossi nomi dell'editoria, alcuni scrittori, dopo aver sborsato qualche migliaio di euro per la pubblicazione del loro libro, in fase di reclamizzazione e distribuzione dell' opera, si sono trovati a doversi arrangiare per conto proprio, chiedendo aiuto ad amici, conoscenti e parenti, nonché affidandosi al potere, indubbiamente benefico, dei social networks . Così non si fa. Riguardo alla situazione editoriale attuale, di sicuro, il self publishing ha dato una bella spallata alla grossa industria della carta (ora anche del digitale), la quale sta attraversando una crisi piuttosto profonda e grave; per contro, questa nuova chance di pubblicazione ha favorito l'ingresso nel mercato di una gran quantità di prodotti letterari, non tutti all'altezza di essere letti.




7.      Sei anche blogger: su quali blog scrivi? Hai scritto anche numerosi articoli per giornali di cronaca locale , sia di argomenti culturali che no: quali riviste sono ?  Pensi che un blog consenta  più autonomia a chi redige un articolo rispetto a un giornale?

Trovate moltissimo mio materiale su Cambia verso, Anzio, blog della zona Anzio-Nettuno (in provincia di Roma, sul litorale pontino, n.d.r.), che tratta un po' di tutto: notizie locali, ma anche nazionali ed internazionali.  Attenzione! Non mi firmo col mio nome bensì con uno pseudonimo, ma è abbastanza facile trovarmi ed identificarmi. A scrivere sul blog siamo solo due donne: una è Angela, l'altra.... è una viaggiatrice dello spazio!
Poi, ho scritto per 7 anni sul Litorale, un periodico sempre di zona, con cui ho chiuso la collaborazione per divergenze varie (N. d. i. : il giornale è reperibile nel web in versione sfogliabile, direttamente sulla homepage del sito della testata). Tuttavia, ogni tanto, si può ancora trovare qualcosa di mio, firmato col mio nome e cognome, all'interno delle pagine del Simposio, una piccola ma attivissima associazione culturale del territorio.
Infine, rispondo all'ultima domanda: il blog è senz'altro più libero di un giornale, però, dipende anche da chi lo gestisce. Su alcuni argomenti, a me molto cari, preferisco scrivere sul mio blog, senza disturbare nessuno e senza dover sempre discutere con qualcuno.

8.       Per finire, ci indichi le tue pagine professionali (link) dove gli autori possano reperirti per avvalersi dei tuoi servigi (editing, traduzioni, lezioni ecc) ?



Ma trovate scritte, più o meno, le stesse cose.



Grazie per aver partecipato!

Grazie a te, Ale. E' stato un piacere enorme. Credo sia la prima intervista della mia vita...o no?   Spero ne seguano altre. E qualcuna, forse, la farò anch'io. Sono (anche) quasi giornalista... quasi!


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