Interviste d'autunno-consigli per scrittori (o aspiranti tali)
#3 : Paola Leoncini
Siamo arrivati al terzo appuntamento della serie di interviste,
oggi c'è con noi Paola Leoncini, editor, traduttrice,
scrittrice e blogger.
1.
Ciao
Paola, grazie di aver accettato l’intervista per il mio blog. Da quanto tempo
sei traduttrice e correttrice di bozze (editor)
per scrittori e aspiranti tali? Che altre attività svolgi?
Traduttrice, da più di 20 anni. Anzi! Potrei
dire di aver cominciato da quando andavo ancora a scuola, allorché aiutavo i
miei compagni a tradurre i testi scolastici di letteratura in modo che loro
potessero, in seguito, fare il riassunto e studiarlo. Correttrice di bozze, ufficialmente dal 2009.
A questo proposito, vorrei operare una distinzione: l'editor è precisamente
colui/lei che interviene sul contenuto del testo, suggerendo vere e proprie
modifiche dello scritto. Il correttore è, invece colui/lei che corregge
materialmente refusi di digitazione, errori ed orrori di ortografia, grammatica
e sintassi. Oltre a queste attività, appena menzionate, amo la fotografia e la
pratico ogni volta che mi è possibile; ritocco e restauro foto rovinate, creo e amministro pagine web. Niente di
spettacolare. Siamo sul dignitoso. Mi diletto con la grafica (loghi, locandine,
ecc...), realizzo filmati e li monto, creo video con foto e, infine insegno
privatamente materie letterarie e lingue. Faccio un bel po' di cose, vero?
2.
Nel
corso della tua decennale esperienza, quali errori/orrori riscontri più di
frequente negli scritti che ti presentano?
Ne ho stilata una lunga lista di cui, se ne
parlassimo in profondità, faremmo Natale del 2017.
Ne cito essenzialmente 4, i più vistosi e
ricorrenti: 1) l' immissione arbitraria degli apostrofi. C' è chi ancora
lo mette all' articolo indeterminativo un,
seguito dai sostantivi maschili singolari che cominciano per vocale: un' uomo,
un' uovo ... ; e lo vedo anche davanti al pronome quale: qual'è. 2) la punteggiatura, la cui distribuzione è
spesso soggettiva e casuale. Va detto, comunque, che la distribuzione della
punteggiatura, soprattutto virgole e punto e virgola, non è semplice come si
crede. 3) l'uso esagerato degli avverbi di modo; in quattro righe di
testo, non di rado, trovo 4-6 avverbi che finiscono in mente. Gli avverbi di modo possono essere sostituiti da espressioni
alternative: fortunatamente con: per fortuna; specialmente con: specie,
in particolare; soprattutto; indubbiamente
con senza dubbio, senz'altro; sicuramente con: di sicuro;
certamente con: di certo, e via sostituendo. Le alternative ci sono. 4) lo
scarsissimo uso dei pronomi relativi, il quale dà origine a frasi, periodi
o, addirittura paragrafi, strapieni di che.
Alcuni sono congiunzioni a tutti gli effetti, ma altri sono pronomi. I pronomi
relativi esistono e vanno usati.
3.
Quali
consigli vuoi dare a chi si accinge a scrivere un libro? E a chi già scrive, ma
vuole migliorarsi?
Avere le idee abbastanza chiare su ciò che si
vuole scrivere e, qualora fosse necessario reperire informazioni per rendere la
storia attendibile, dedicare un po' di tempo per cercarle. Tuttavia, questi
consigli lasciano il tempo che trovano in quanto ogni scrittore ha una sua
metodologia di lavoro. C'è chi non scrive una virgola fintanto che non ha nella
testa tutta la trama del suo racconto, o romanzo e c'è invece chi inizia subito
a scrivere non appena ha un'idea, seguitando a farlo, lasciando che l'idea cresca,
maturi ed evolva nel cervello, man mano che scrive. Io mi colloco fra queste
due categorie: se mi viene un'idea, la rimugino per qualche giorno finché non
ho metà, o tre quarti, della trama in testa, dopodiché attacco a scrivere.
Comunque, vale sempre il consiglio lapalissiano e scontato di leggere molto e
di tutto. Aiuta con le idee e nello stile.
4.
Perché
è importante affidarsi a un bravo editor, sia per scrittori esordienti che per
quelli emergenti?
Come ho accennato prima, l'editor è la persona
che interviene nel contenuto del testo, scrivente dall'autore. L'editor è una
figura professionale che può svolgere un ruolo determinante nella stesura di
un' opera letteraria, suggerendo all'autore aggiunte o tagli per rendere la
narrazione più scorrevole e credibile. Ma qui, devo essere un po' cattivella:
specie se l'editor lavora alle dipendenze di una casa editrice, egli/ella interviene
per scopi economici (la casa editrice deve vendere il libro) e, talvolta,
purtroppo accade che i suoi consigli non siano esattamente utili e pertinenti
al contenuto del racconto, romanzo, o saggio che sia.
5.
Finora
hai pubblicato un paio racconti su Meetale, più altri sparsi sul web. Che ne
pensi del self-publishing?
Ottima
soluzione per i poveri scrittori che non dispongono di capitali per pubblicare
le loro opere presso case editrici a pagamento. Il rovescio della medaglia è il
dover provvedere da soli alla reclamizzazione del libro, ma la rete viene
incontro con molte soluzioni.
A proposito; aggiorno: i miei racconti su Meetale sono 3.
6.
Alcuni
scrittori che conosci hanno pubblicato con case editrici a pagamento, e alcuni
con grandi editori , ma non si sono trovati bene. Puoi riferirci le loro
vicissitudini? Che ne pensi dell’attuale situazione
dell’editoria in Italia?
Mi riaggancio a ciò di cui ho parlato sopra.
Nonostante si siano rivolti ai grossi nomi dell'editoria, alcuni scrittori, dopo
aver sborsato qualche migliaio di euro per la pubblicazione del loro libro, in
fase di reclamizzazione e distribuzione dell' opera, si sono trovati a doversi
arrangiare per conto proprio, chiedendo aiuto ad amici, conoscenti e parenti,
nonché affidandosi al potere, indubbiamente benefico, dei social networks .
Così non si fa. Riguardo alla situazione editoriale attuale, di sicuro, il self
publishing ha dato una bella spallata alla grossa industria della carta (ora
anche del digitale), la quale sta attraversando una crisi piuttosto profonda e
grave; per contro, questa nuova chance di pubblicazione ha favorito l'ingresso
nel mercato di una gran quantità di prodotti letterari, non tutti all'altezza di
essere letti.
7.
Sei
anche blogger: su quali blog scrivi? Hai scritto anche numerosi articoli per giornali
di cronaca locale , sia di argomenti culturali che no: quali riviste sono
? Pensi che un blog consenta più autonomia a chi redige un articolo
rispetto a un giornale?
Trovate
moltissimo mio materiale su Cambia
verso, Anzio, blog della zona Anzio-Nettuno (in provincia di Roma, sul litorale pontino, n.d.r.), che tratta un po' di tutto:
notizie locali, ma anche nazionali ed internazionali. Attenzione! Non mi
firmo col mio nome bensì con uno pseudonimo, ma è abbastanza facile trovarmi ed
identificarmi. A scrivere sul blog siamo solo due donne: una è Angela,
l'altra.... è una viaggiatrice dello spazio!
Poi,
ho scritto per 7 anni sul Litorale, un periodico sempre di zona, con cui ho chiuso la collaborazione per divergenze varie (N. d. i. : il giornale è reperibile nel web
in versione sfogliabile, direttamente sulla homepage del sito della testata). Tuttavia,
ogni tanto, si può ancora trovare qualcosa di mio, firmato col mio nome e
cognome, all'interno delle pagine del Simposio, una
piccola ma attivissima associazione culturale del territorio.
Infine,
rispondo all'ultima domanda: il blog è senz'altro più libero di un giornale,
però, dipende anche da chi lo gestisce. Su alcuni argomenti, a me molto cari,
preferisco scrivere sul mio blog, senza disturbare nessuno e senza dover sempre discutere
con qualcuno.
8. Per finire, ci
indichi le tue pagine professionali (link) dove gli autori possano reperirti
per avvalersi dei tuoi servigi (editing, traduzioni, lezioni ecc) ?
Ma trovate scritte, più o
meno, le stesse cose.
Grazie per aver partecipato!
Grazie a te, Ale. E' stato un piacere enorme. Credo sia la
prima intervista della mia vita...o no? Spero ne seguano altre. E qualcuna, forse, la
farò anch'io. Sono (anche) quasi giornalista... quasi!
Wow!!! E' venuta bene. Brava.
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