Recensione Fumetto: Le 7 Meraviglie
Titolo:
le 7 meraviglie
Numeri:
3
Autore:
Luca Blengino
Disegnatori:
Vari
Editore:
Star Comics
Genere:
Fumetto; storico; avventura; romance; miti e leggende
Prezzo
di copertina: € 13 nn. 1 e 2, € 15 n. 3
Link: Star Comics
Ci
sono ben pochi fumetti degni di essere
gustati più di una volta. Tra questi c’è senz’altro “Le 7 Meraviglie”, tre
volumi che contengono sette storie autoconclusive. Come si evince dal titolo,
le sette meraviglie del mondo antico sono le protagoniste dei tre volumi:
l’autore, Luca Blengino, è riuscito a imbastire trame in cui i celebri monumenti
sono il fulcro degli avvenimenti narrati, non soltanto mero sfondo per le
avventure dei protagonisti.
Al
termine di ogni storia, l’autore ci offre una scheda del monumento celebrato,
con dati, curiosità e vicende storiche conosciute, e ci spiega come ha
utilizzato i dati confidandoci su cosa si è preso una licenza e su cosa invece è
stato più rigoroso.
La
prima meraviglia celebrata è la statua di Zeus a Olimpia. L’avventura è datata
432 a.C., durante l’Olimpiade: un fanciullo cerca il padre, un atleta lottatore
di pancrazio cerca un figlio, alcuni
uomini ateniesi cercano lo scultore Fidia e il segreto che ha celato nel suo
capolavoro (la statua del dio). Le loro strade si incroceranno in un turbinio
di passioni, lotte e colpi di scena.
Storia
molto ben architettata, dietro la quale si cela un certosino studio sulle
usanze antiche e sulla storia dell’epoca e dei personaggi storici citati; i
disegni sono raffinati, ogni personaggio è ben caratterizzato tanto che ogni
viso sembra un ritratto, gli sfondi ben disegnati e i colori, che vanno
dall’ocra al verde, molto armoniosi.
Questo
è uno dei miei racconti preferiti dei sette.
La
seconda meraviglia è quella più misteriosa, i Giardini pensili di Babilonia.
Siamo nel 585 a.C., e il popolo ebraico è sotto la schiavitù dei Babilonesi. Lo
schiavo Hesediel, abile con la botanica, viene convocato a palazzo reale da
Nabucodonosor, affinché costruisca magnifici giardini in onore dell’amata del
sovrano sui palazzi di Babilonia. Qui s’innamora di Henkel, un’ancella della
sacerdotessa del tempio di Marduk, un
amore proibito che però viene scoperto. Hesediel viene mandato alla ricerca di
un magnifico fiore in terre lontane; nel mentre, più d’un personaggio trama
nell’ombra…
Anche
questa una storia molto ben congegnata, bellissimi i disegni, sia personaggi
che sfondi, e bei colori, simili a quelli del racconto precedente.
Nel
secondo dei tre volumi, troviamo come prima meraviglia il Faro di Alessandria,
opera tra le più longeve delle sette celebrate.
Qui
abbiamo un vero e proprio thriller: siamo nel 254 a.C., e il comandante
Kiostrates deve indagare sulla misteriosa morte dello scienziato guardiano del
faro, Telemakos. Verrà aiutato dal geniale perdigiorno Mathyatos, proprio nel
periodo in cui Archimede da Siracusa arriva ad Alessandria. Intrighi, misteri,
piani segreti e azione in un’avventura molto ben congegnata; circa i disegni,
ottimi anche in questo caso, ci sono numerose vignette che ritraggono scene di
massa, affatto facili considerato che è un fumetto di genere storico. Colori
più brillanti rispetto alle storie precedenti. Molto avvincente.
La
quarta meraviglia è il Tempio di Artemide a Efeso. Abder e Demeter, due
ladruncoli in fuga, si imbattono nell’eccidio di un gruppo di sacerdoti
provenienti da Delo; decidono di recarsi al loro posto presso l’Artemision, con
lo scopo di appropriarsi del tesoro, e per questo ingaggiano un’attrice loro
amica, Dafne, che impersonerà la sacerdotessa. La storia è ambientata proprio
nel 356 a.C., l’anno in cui il tempio venne distrutto da un incendio, e qui
assistiamo al processo che porterà alla sua fine: stavolta Blengino ci mostra,
a differenza delle altre storie, il monumento nei suoi ultimi giorni di vita.
La storia è carina, ma contiene un errore colossale: le donne nel mondo
classico non potevano fare le attrici, i ruoli femminili venivano interpretati
anche’essi da uomini, quindi questo racconto, pur essendo avvincente e
dinamico, non regge dal punto di vista storico. Buoni i disegni e i colori.
Il
terzo volume contiene le avventure collegate alle tre rimanenti meraviglie; c’è
da segnalare che nei precedenti numeri c’è solo un refuso, mentre qui ahimè ce
ne sono di più, sia nei baloon che nelle pagine delle spiegazioni.
La
quinta è la Piramide di Cheope, l’unica delle 7 meraviglie del mondo antico che
sia arrivata fino a noi, e anche la più antica. La storia narrata è ambientata
nel 2565 a.C., ed è anche questa un thriller: Kemet, un riscossore di tributi,
viene richiamato a corte per indagare su una serie di misteriosi omicidi,
che colpiscono operai e ingegneri della
“città degli artigiani”, ovvero gli addetti alla costruzione della magnifica
tomba del Faraone.
Ancora
una volta, Blengino stupisce per l’accuratezza della ricostruzione storica, tra
l’alto citando spesso il Ma’at, concetto egizio relativo all’ordine, alla
verità, all’equilibrio e alle azioni umane, spesso tralasciato quando si
narrano storie ambientate all’ombra delle piramidi, preferendo magari citare i
soliti Horus, Iside e Osiride. La trama è appassionante e mai banale: nonostante
l’epoca sia stata trattata da numerosissimi romanzi e film, l’autore è riuscito
a ideare una storia originale, con tanti personaggi e con vari colpi di scena.
I colori delle tavole, spesso tendenti
all’ocra, richiamano le sabbie del deserto, e i disegni sono delicati e
precisi.
La
sesta meraviglia è il Mausoleo di Alicarnasso, la tomba che la regina Artemisia
fece costruire in onore del suo sposo Mausolo. Nel fumetto, ambientato nel 350
a.C., è una donna folle d’amore, che sperpera tutti i fondi del regno della
Caria per la costruzione della tomba, incurante dei bellicosi regni vicini e
dello stato di abbandono del suo territorio. Le ceneri del suo sposo vengono
sottratte: soltanto un oneroso riscatto permetterà che vengano restituite, e la
regina acconsente. Questa storia mi sembra un po’ troppo tirata, e anche il finale a sorpresa non mi ha convinto; i disegni non
mi sono piaciuti, approssimativi e incoerenti, a volte sembrano frettolosi,
poco rispettosi delle proporzioni. Questa è la storia che mi è piaciuta di meno
delle sette.
L’ultima
meraviglia è quella che è stata la più effimera, il Colosso di Rodi. Siamo nel
292 a.C., e Amaryos è un giovane medico che vive a Rodi, fidanzato con la
figlia di un importante personaggio. E’ tormentato da una orribile figura che
si annida nella sua mente: il padre, che esige vendetta per una disfatta
bellica precedente. Anche nel momento attuale la città di Lindo è in perenne
lite con Rodi, e in più scoppia un’epidemia.
Una
storia avvincente, ricca di informazioni, tra storia e mito; i disegni sono
originali, e i colori più brillanti rispetto alle precedenti avventure, con
scelte particolari come l’ampio uso del nero per gli abiti dei personaggi.
Curiosità: il protagonista è uguale a
Jon Snow, e il Colosso è il monumento che ha ispirato George Martin riguardo
l’enorme statua davanti a Braavos.
Alla fine del volume, è presente una interessante mappa dei luoghi in cui erano collocati i monumenti.
Consiglio
vivamente agli amanti della storia antica, ma anche ai semplici curiosi, di
leggere questi tre volumi di qualità, straordinari per accuratezza, originalità
delle trame e ottimi disegni.
Ne
producessero di più, di opere così!
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Bel modo di raccontare la Storia. E bella recensione. :)
RispondiElimina:-)
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