lunedì 24 aprile 2017

                Recensione Fumetto: Le 7 Meraviglie






Titolo: le 7 meraviglie
Numeri: 3
Autore: Luca Blengino
Disegnatori: Vari
Editore: Star Comics
Genere: Fumetto; storico; avventura; romance; miti e leggende
Prezzo di copertina: € 13 nn. 1 e 2, € 15 n. 3
Link: Star Comics


Ci sono ben pochi  fumetti degni di essere gustati più di una volta. Tra questi c’è senz’altro “Le 7 Meraviglie”, tre volumi che contengono sette storie autoconclusive. Come si evince dal titolo, le sette meraviglie del mondo antico sono le protagoniste dei tre volumi: l’autore, Luca Blengino, è riuscito a imbastire trame in cui i celebri monumenti sono il fulcro degli avvenimenti narrati, non soltanto mero sfondo per le avventure dei protagonisti.
Al termine di ogni storia, l’autore ci offre una scheda del monumento celebrato, con dati, curiosità e vicende storiche conosciute, e ci spiega come ha utilizzato i dati confidandoci su cosa si è preso una licenza e su cosa invece è stato più rigoroso.

La prima meraviglia celebrata è la statua di Zeus a Olimpia. L’avventura è datata 432 a.C., durante l’Olimpiade: un fanciullo cerca il padre, un atleta lottatore di pancrazio cerca un figlio, alcuni uomini ateniesi cercano lo scultore Fidia e il segreto che ha celato nel suo capolavoro (la statua del dio). Le loro strade si incroceranno in un turbinio di passioni, lotte e colpi di scena.
Storia molto ben architettata, dietro la quale si cela un certosino studio sulle usanze antiche e sulla storia dell’epoca e dei personaggi storici citati; i disegni sono raffinati, ogni personaggio è ben caratterizzato tanto che ogni viso sembra un ritratto, gli sfondi ben disegnati e i colori, che vanno dall’ocra al verde, molto armoniosi.
Questo è uno dei miei racconti preferiti dei sette.

La seconda meraviglia è quella più misteriosa, i Giardini pensili di Babilonia. Siamo nel 585 a.C., e il popolo ebraico è sotto la schiavitù dei Babilonesi. Lo schiavo Hesediel, abile con la botanica, viene convocato a palazzo reale da Nabucodonosor, affinché costruisca magnifici giardini in onore dell’amata del sovrano sui palazzi di Babilonia. Qui s’innamora di Henkel, un’ancella della sacerdotessa del tempio di  Marduk, un amore proibito che però viene scoperto. Hesediel viene mandato alla ricerca di un magnifico fiore in terre lontane; nel mentre, più d’un personaggio trama nell’ombra…
Anche questa una storia molto ben congegnata, bellissimi i disegni, sia personaggi che sfondi, e bei colori, simili a quelli del racconto precedente.

Nel secondo dei tre volumi, troviamo come prima meraviglia il Faro di Alessandria, opera tra le più longeve delle sette celebrate.
Qui abbiamo un vero e proprio thriller: siamo nel 254 a.C., e il comandante Kiostrates deve indagare sulla misteriosa morte dello scienziato guardiano del faro, Telemakos. Verrà aiutato dal geniale perdigiorno Mathyatos, proprio nel periodo in cui Archimede da Siracusa arriva ad Alessandria. Intrighi, misteri, piani segreti e azione in un’avventura molto ben congegnata; circa i disegni, ottimi anche in questo caso, ci sono numerose vignette che ritraggono scene di massa, affatto facili considerato che è un fumetto di genere storico. Colori più brillanti rispetto alle storie precedenti. Molto avvincente.

La quarta meraviglia è il Tempio di Artemide a Efeso. Abder e Demeter, due ladruncoli in fuga, si imbattono nell’eccidio di un gruppo di sacerdoti provenienti da Delo; decidono di recarsi al loro posto presso l’Artemision, con lo scopo di appropriarsi del tesoro, e per questo ingaggiano un’attrice loro amica, Dafne, che impersonerà la sacerdotessa. La storia è ambientata proprio nel 356 a.C., l’anno in cui il tempio venne distrutto da un incendio, e qui assistiamo al processo che porterà alla sua fine: stavolta Blengino ci mostra, a differenza delle altre storie, il monumento nei suoi ultimi giorni di vita. La storia è carina, ma contiene un errore colossale: le donne nel mondo classico non potevano fare le attrici, i ruoli femminili venivano interpretati anche’essi da uomini, quindi questo racconto, pur essendo avvincente e dinamico, non regge dal punto di vista storico. Buoni i disegni e i colori.



Il terzo volume contiene le avventure collegate alle tre rimanenti meraviglie; c’è da segnalare che nei precedenti numeri c’è solo un refuso, mentre qui ahimè ce ne sono di più, sia nei baloon che nelle pagine delle spiegazioni.

La quinta è la Piramide di Cheope, l’unica delle 7 meraviglie del mondo antico che sia arrivata fino a noi, e anche la più antica. La storia narrata è ambientata nel 2565 a.C., ed è anche questa un thriller: Kemet, un riscossore di tributi, viene richiamato a corte per indagare su una serie di misteriosi omicidi, che  colpiscono operai e ingegneri della “città degli artigiani”, ovvero gli addetti alla costruzione della magnifica tomba del Faraone.
Ancora una volta, Blengino stupisce per l’accuratezza della ricostruzione storica, tra l’alto citando spesso il Ma’at, concetto egizio relativo all’ordine, alla verità, all’equilibrio e alle azioni umane, spesso tralasciato quando si narrano storie ambientate all’ombra delle piramidi, preferendo magari citare i soliti Horus, Iside e Osiride. La trama è appassionante e mai banale: nonostante l’epoca sia stata trattata da numerosissimi romanzi e film, l’autore è riuscito a ideare una storia originale, con tanti personaggi e con vari colpi di scena. I colori delle tavole, spesso  tendenti all’ocra, richiamano le sabbie del deserto, e i disegni sono delicati e precisi.

La sesta meraviglia è il Mausoleo di Alicarnasso, la tomba che la regina Artemisia fece costruire in onore del suo sposo Mausolo. Nel fumetto, ambientato nel 350 a.C., è una donna folle d’amore, che sperpera tutti i fondi del regno della Caria per la costruzione della tomba, incurante dei bellicosi regni vicini e dello stato di abbandono del suo territorio. Le ceneri del suo sposo vengono sottratte: soltanto un oneroso riscatto permetterà che vengano restituite, e la regina acconsente. Questa storia mi sembra un po’  troppo tirata, e anche il finale  a sorpresa non mi ha convinto; i disegni non mi sono piaciuti, approssimativi e incoerenti, a volte sembrano frettolosi, poco rispettosi delle proporzioni. Questa è la storia che mi è piaciuta di meno delle sette.

L’ultima meraviglia è quella che è stata la più effimera, il Colosso di Rodi. Siamo nel 292 a.C., e Amaryos è un giovane medico che vive a Rodi, fidanzato con la figlia di un importante personaggio. E’ tormentato da una orribile figura che si annida nella sua mente: il padre, che esige vendetta per una disfatta bellica precedente. Anche nel momento attuale la città di Lindo è in perenne lite con Rodi, e in più scoppia un’epidemia.
Una storia avvincente, ricca di informazioni, tra storia e mito; i disegni sono originali, e i colori più brillanti rispetto alle precedenti avventure, con scelte particolari come l’ampio uso del nero per gli abiti dei personaggi. Curiosità:  il protagonista è uguale a Jon Snow, e il Colosso è il monumento che ha ispirato George Martin riguardo l’enorme statua davanti a Braavos.

Alla fine del volume, è presente una interessante mappa dei luoghi in cui erano collocati i monumenti.


Consiglio vivamente agli amanti della storia antica, ma anche ai semplici curiosi, di leggere questi tre volumi di qualità, straordinari per accuratezza, originalità delle trame e ottimi disegni.
Ne producessero di più, di opere così!


Le immagini sono copyright degli aventi diritto, e sono qui pubblicate a scopo puramente  illustrativo.




  




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