RECENSIONE
SERIE TV: TROY-LA CADUTA
DI
TROIA
Genere:
mitologia, storia
Produzione:
Usa, GB (BBC)
Rete trasmissione italiana: Netflix
Puntate:
8
Conosciamo
la storia narrata nell’Iliade e non solo: Paride, figlio di Priamo su cui grava
una maledizione, è un pastore a cui le tre dee Athena, Afrodite e Hera si
rivolgono per la sfida sulla bellezza. Afrodite promette l’amore della più
bella donna del mondo, Elena di Sparta, e Paride sceglie lei. Nel mentre viene
riaccolto alla corte di Troia e viene mandato a Sparta, dove Elena s’innamora
di lui e fugge lasciando Menelao.
Tutti
i re Achei (qui chiamati erroneamente Greci- anche i Troiani erano Greci!) si
uniscono per andare a riprenderla, scatenando la famosa guerra.
Rispetto
al famoso film Troy abbiamo una notevole differenza, qui gli Dei sono presenti,
manipolano, interagiscono, parteggiano per i loro preferiti, ostacolano i
rivali, muovono le fila della vita degli uomini, e già è un punto a favore.
Anche la trama bene o male aderente al mito è un altro punto a favore; ci sono
delle differenze, ma non disturbano, si tratta di ampliamenti, aggiunte.
Il
vero protagonista qui è Paride (Louise Hunter) e il suo amore per Elena, figura
anch’essa centrale.
Quello
che proprio non mi è andato giù è stato il blackwashing: Zeus nero lo potrei
anche accettare, è un Dio e si manifesta come vuole, ma Achille (David Gyasi),
Patroclo e Enea (Alfred Enoch) neri non posso accettarli nel modo più assoluto.
Il miscasting non si ferma qui: Elena, Bella Dayne, è bella di nome e di fatto ma inespressiva; molti attori sono simili, si assomigliano e nelle prime puntate si fa fatica a distinguerli, inoltre nessuno sembra davvero all’altezza del ruolo tranne Priamo ( DavidThrelfall), Andromaca ( Chloe Pirrie) e Odisseo (Joseph Mawle).
Achille coloured version :( |
Il miscasting non si ferma qui: Elena, Bella Dayne, è bella di nome e di fatto ma inespressiva; molti attori sono simili, si assomigliano e nelle prime puntate si fa fatica a distinguerli, inoltre nessuno sembra davvero all’altezza del ruolo tranne Priamo ( DavidThrelfall), Andromaca ( Chloe Pirrie) e Odisseo (Joseph Mawle).
Stendiamo
un velo pietoso anche sul personaggio di Cassandra, relegata proprio in un
angolo. Sembrava che gli sceneggiatori non sapessero proprio cosa farsene.
Il
pathos emerge in qualche scena, tipo nella morte di Ifigenia o in quella di
Ettore.
I
costumi e le scenografie invece sono molto buoni.
Qualche dettaglio fuori posto
c’è, tipo i pastori di pecore a cavallo tipo cow-boy, ma ci sono anche scelte
coraggiose come le scene d’amore tra Achille, Patroclo e la schiava Briseide.
Il
finale mi ha fatto pensare al sequel, ovvero… l’Odissea!
Tutto
sommato un prodotto discreto, vedibile con una scrollatina di spalle e la
solita giustificazone: “Beh, so ‘ ammericani…”
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