venerdì 21 settembre 2018




DOPPIA RECENSIONE: HANDMAID’S TALE , SERIE TV 1° E 2° STAGIONE
E  ROMANZO




Genere: distopico
N. stagioni: 2- continua
Puntate: 10 + 13
Anno: 2017, 2018
Produzione: MGM, Stati Uniti
Rete italiana: Tim Vision
Cast: Elizabeth Moss, Joseph Fiennies, Yvonne Strahovsky





Autrice: Margareth Atwood
Genere: distopico
Anno di uscita: 1985
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 398
Prezzo di copertina: € 14,90
Link: Amazon 


Come già mi è successo in altri casi, tipo per GoT, ho visto prima la 1° stagione della serie tv e poi, fomentatissima, ho letto anche il libro (o i libri, nel caso delle Cronache del ghiaccio e del fuoco).
La prima puntata di Handmaid’s Tale  mi ha lasciato a dir poco basita, soprattutto per la scena dell’accoppiamento rituale inserita oltretutto in un contesto di primo acchito poco chiaro. Pian piano, proseguendo la visione, l’affresco creato dalla scrittrice canadese Margareth Atwood e portato sullo schermo dalla MGM diviene sempre più chiaro.
E si resta agghiacciati. 


Il futuro immaginato dall’autrice  non è ambientato in un’epoca  molto lontana. In questo mondo, dove gli USA sono stati sostituiti dalla Repubblica di Galaad dopo una guerra civile, vige una legge “ biblica”, in cui gli uomini comandano e le donne ubbidiscono, divise in rigide classi : le Ancelle, di cui la protagonista June fa parte, hanno il compito di procreare al posto delle mogli sterili , e sono vestite di rosso scuro. Dopo un addestramento da parte delle Zie, vestite di marrone, alle ragazze viene cambiato nome; June è assegnata alla famiglia del comandante  Fred Waterford ( e di sua moglie Serena Joy)  così diventa Difred, ovvero “proprietà di Fred”. Le  mogli, tutte vestite di verde, possono solo curare le piante e fare la maglia: nessuna donna può più leggere. Il compito delle sguattere tocca alle Marta, vestite di grigio; poi ci sono le Economogli, quelle per gli uomini meno abbienti. Infine ci sono gli Occhi, uomini che vigilano su tutto.
 Il cibo scarseggia, c’è una guerra lontana di cui arrivano poche notizie; non si riesce a scappare (ma una ancella ce la farà, riparando in Canada), quelle che sgarrano troppo vengono mandate alle miniere dove muoino di stenti e malattie.
Questo orrore è appena iniziato: June è tra le prime donne nel nuovo regime a dover essere addestrate per il loro compito di procreatrici. Durante la prima stagione assistiamo a una serie di flashback dove June ricorda la sua vita prima della presa di potere dei Comandanti, suo marito Luke e la sua figlioletta, che non sa più dove sia finita, e com’era la vita di tutti i giorni; le cose poi iniziano a cambiare in modo piuttosto repentino, senza che nessuno faccia nulla. La prima cosa: le donne non possono più lavorare né avere una paga. I loro conti passano nelle mani dei mariti (o padri, o fratelli). Da qui alla deriva più totale: June e la famiglia hanno cercato di scappare subito, ma vengono catturati.
Non è una serie molto action, anzi ci sono delle scene lente, ma non ci si annoia mai perché non si riesce a credere a ciò che si vede, si vorrebbe capire di più, sapere come sia stato possibile arrivare a questo:  evidentemente quel che viene mostrato non sembra così impossibile e lontano, a nessuno di noi.
Tutto questo mondo però, come tutti i regimi, ha le sue pecche, le sue crepe, le sue contraddizioni: ed è qui che si fonda la speranza di June che un giorno tutto finirà.
Interessanti i numerosi richiami alla società moderna (l’immigrazione), agli Stati teocratici  e ad alcuni estremismi maschilisti che tuttora resistono (le donne devono solo obbedire e fare figli).
Inoltre l’interpretazione degli attori è ottima, magistrale la protagonista , Elizabeth Moss.
Il romanzo è stata un’altra sorpresa, innanzitutto quando ho visto che è uscito nel 1985. Nonostante siano trascorsi tutti questi anni, il romanzo sembra scritto ai nostri giorni per la freschezza, lo stile crudo e diretto e soprattutto per l’uso del  tempo presente, una narrazione dal punto di vista di June/Difred che ci fa scoprire attraverso i suoi occhi cosa accade attimo per attimo, quello che la circonda, dai dettagli agli avvenimenti più importanti.
La prima stagione è praticamente uguale al libro, sono state modificate solo alcune cose , modernizzandole e migliorandole, ad es nel libro Fred e Serena sono due vecchi, qui invece sono abbastanza giovani: se c’è un’epidemia di sterilità non c’è bisogno di mostrare personaggi vecchi, mi è parsa una scelta oculata e non solo perché i personaggi giovani hanno più appeal.
Quel che muta è il finale. La storia nel libro viene presentata da subito come un diario di questa donna, June, trovato in una data località molti anni dopo la caduta Gilead, e

SPOILER

 nel finale si svolge una conferenza dove si cerca di fare chiarezza su quel lontano e misterioso periodo. 

FINE SPOILER

La seconda stagione dunque è completamente frutto delle idee degli sceneggiatori; è una coerente continuazione della prima, anche se ha qualche lentezza più evidente e un finale di cui mi sono capacitata poco, per trovare un senso ci ho dovuto pensare e consultarmi con amici e parenti!
Curiosità: era già stato tratto un film da questo libro nel 1990. Per maggiori dettagli, vedi qui.

Senz’altro una delle serie migliori degli ultimi anni, ha anche vinto numerosi Emmy e altri riconoscimenti, e che consiglio anche se metto in guardia: è angosciante.
Consiglio anche il libro, attualissimo e coinvolgente, si può leggere sia prima che dopo la visione della 1° stagione.
La 3°  stagione è stata confermata, ma al momento non si sa quando ne di quanti episodi sarà; in giro sul web per i più curiosi ci sono alcune anticipazioni!
Sia lode!






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