SEGNALAZIONE: SHARON E FABIO
di SILVIA CONSONNI
Genere: Fantascienza
Editore: LFA Publisher
Pagine:132
Data di uscita: 26 giugno 2018
Formato: cartaceo
Prezzo di copertina: € 14,50
In vendita nei maggiori store on-line, nel sito della casa editrice oppure, previa ordinazione, nelle librerie fisiche.
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La sinossi del romanzo:
Sinossi romanzo “Sharon
e Fabio”
La protagonista del romanzo è Sharon, una ragazza che frequenta
un’Accademia sita a Lumensia, una città appartenente a una dimensione
ultraterrena.
Gli abitanti di questo luogo vivono tutti in armonia tra di loro e con il
creato, al contrario di quanto avviene sulla Terra, perennemente sconvolta dal
conflitto tra bene e male. Per completare la sua formazione, la giovane viene
inviata sul nostro pianeta, in particolare in una comunità per bambini
provenienti da famiglie disarmonizzate, conosciuta come “La casa dei
paperotti”; giunta a destinazione, la fanciulla subisce però una completa
amnesia.
La casa è gestita da due donne caritatevoli: la più anziana è nota a tutti
come “nonna” Sofia, mentre la seconda è una volontaria, ha quarant’anni e il
suo nome è Agnese. Uno degli obiettivi dell’Accademia è quello di formare nuovi
tutori dei fanciulli perché, se un bambino ha un’infanzia serena, da grande
sarà un uomo capace, sicuro di sé. Durante la permanenza di Sharon nel paesino
situato in prossimità del mare, accadono degli eventi nei quali si rende molto
utile. Fabio è l’ex fidanzato della giovane, che domanda al Rettore il permesso
di raggiungere la sua amata sulla Terra per tentare di riconquistarla. Allegria
e momenti di riflessione si alternano in questa vicenda frizzante, nella quale
vi sono anche altri personaggi, corporei o incorporei, come ad esempio le guide
celesti Priscilla, Nathaly e Peter, o gli angeli custodi dei sei bambini (che
hanno dai quattro ai dieci anni). Altri personaggi sono: l’anziano proprietario
di un ristorante situato presso un antico faro ristrutturato, un fantasma, un
comandante dell’arma dei carabinieri e un insegnante di pattinaggio artistico
(un buffo ometto, parco di parole).
Sharon è una ragazza luminosa, dolce, sempre allegra e sorridente. Fabio è
birichino, escogita ogni espediente per sabotare i corteggiatori della sua
amata.
Alcuni estratti del romanzo:
LA CASA
DEI PAPEROTTI
I piccoli ospiti di
una casa di accoglienza, nota a tutti come “La casa dei paperotti”, stavano
giocando tranquillamente in cortile, quando udirono dei rumori provenire da
dietro la siepe.
“Che cosa è stato? Andiamo
a vedere!” esclamarono i bimbi in coro.
Lo stupore fu enorme,
quando scorsero una ragazza assopita nella loro amaca, un pappagallino che
cercava di pizzicarle lievemente la mano per farla rinvenire, e un bagaglio
appoggiato a terra.
“Andiamo a chiamare
qualcuno!” dissero correndo verso la casa.
“Nonna Sofia, nonna
Sofia, c’è una ragazza nell’amaca! Presto, seguici!”.
“Oh, bimbi, avete
sempre voglia di scherzare! E va bene, vengo!”, rispose l’anziana donna,
assecondandoli.
Grande fu la sorpresa
di quest’ultima quando le si presentò la scena:
“Oh! E’ incredibile,
è vero! Da dove sarà arrivata?”.
Le si avvicinò per
risvegliarla dolcemente; notò una collanina con pendente che la ragazza
indossava e tentò di leggere ciò che vedeva impresso.
Prese il medaglione,
vide l’immagine di tre spade e sul retro lesse il nome: “Sharon”.
La chiamò
ripetutamente, fino a che la giovane aprì a fatica gli occhi.
La vista andava e
veniva, e iniziò a farsi chiara l’immagine di una dolce signora di bassa
statura, con i boccoli biondi, raccolti in una retina per capelli; l’anziana
donna indossava un vestito rosa pastello, e un candido grembiule color verde
smeraldo.
“Buongiorno, cara
ragazza, ben arrivata! Ora sei in grado di dirmi chi sei e perché ti trovi
qui?”.
La ragazza scosse la
testa:
“Mi dispiace, non
ricordo nulla, nemmeno come mi chiamo”.
“Dal ciondolo che
porti al collo, si direbbe che il tuo nome sia Sharon, per cui ti chiameremo
così; questo pappagallino stava cercando di risvegliarti, per cui sarà
sicuramente il tuo piccolo animale da compagnia. Accomodati in casa, contatto
subito la dottoressa affinché ti visiti; poi, con calma, faremo le
presentazioni”.
La ragazza si sedette
sull’amaca e si guardò intorno; vide una casetta con mattoni a vista,
attorniata da numerose palme; notò sei bambini che la osservavano con
entusiasmo. Prese il suo bagaglio e seguì la signora.
PRESENTAZIONI
La dottoressa giunse
celermente e visitò Sharon che, nel frattempo, era stata fatta accomodare in un
salottino, mentre tutti gli altri attendevano in cucina.
Il medico uscì dalla
sala e parlò con nonna Sofia:
“La giovane ha
indubbiamente un’amnesia, non ricorda nulla; potremmo condurla in ospedale per
ricercare i motivi di tale perdita della memoria, per esempio con qualche
indagine radiografica, attraverso la quale riusciremmo a evidenziare eventuali
traumi, ma mi sembra fin troppo spaventata e stanca. Io le consiglierei di
ospitarla qui, può darsi che tra qualche giorno le riaffiorino i ricordi; nel
frattempo, avvisiamo la polizia, magari qualcuno ha segnalato la sua
scomparsa”.
“Va bene, per il
momento starà qui con noi; ora dovrebbe rientrare anche Agnese, la ringrazio”.
Nonna Sofia
accompagnò la dottoressa all’uscita e condusse Sharon in cucina.
“Cara ragazza, sarai
nostra ospite: a questo punto, iniziamo con le presentazioni; io mi chiamo
Sofia, da tutti conosciuta come “nonna” Sofia e, insieme ad Agnese, gestisco
questa casa di accoglienza. I piccoli che accudiamo sono attualmente sei; anche
se realmente non sono miei nipoti, sono affezionata a loro come se lo fossero”.
La donna li mise uno
di fianco all’altro, dal più grande al più piccolo:
“Hanno dai dieci ai
quattro anni: Leonardo, Roberta, Romeo, Aurora, Martina e Samuele”.
I bambini salutarono
Sharon in coro e lei sorrise nel notare che erano quasi tutti senza qualche
dentino.
Nel frattempo arrivò
Agnese, che entrò in cucina con un grosso sacchetto di carta colmo di
provviste.
Appoggiò tutto sul
tavolo e si rivolse a Sharon:
“E tu chi sei?”.
“Credo Sharon, ma non
mi ricordo nulla di più”.
Nonna Sofia la rese
partecipe dell’accaduto.
“Ben arrivata nella
nostra dimora; mentre noi prepareremo la cena, tu potrai riposare; vieni,
seguimi!” le disse dolcemente.
Agnese condusse la
ragazza in una camerata, dove erano presenti dieci letti.
“Io e i bimbi
dormiamo qui, mentre nonna Sofia ha una camera per sé; questo sarà il tuo
letto, mentre i tuoi abiti li potrai riporre in quell’armadio; riposati un
poco, ti avvertirò non appena la cena sarà pronta”; detto questo, la volontaria
si allontanò.
Cari lettori, vi
domanderete chi è questa ragazza comparsa dal nulla; per scoprirlo, dobbiamo
tornare indietro nel tempo di pochi giorni, e in particolare a Lumensia, una
città appartenente a una dimensione ultraterrena. Gli abitanti di questo luogo
vivono tutti in armonia tra di loro e con il creato, al contrario di quanto
avviene sulla Terra, perennemente sconvolta dal conflitto tra bene e male.
SHARON
E FABIO
Lumensia, città del secondo cielo, otto giorni
antecedenti l’arrivo di Sharon sulla Terra.
Al palazzetto del
ghiaccio di Lumensia, si stavano svolgendo le finali di pattinaggio acrobatico.
L’entusiasmo del
pubblico era alle stelle perché, da lì a poco, in campo sarebbero scesi Fabio e
Sharon, la coppia più apprezzata in quella disciplina sportiva.
Lei aveva diciannove
anni, lunghi capelli scuri, occhi verdi e un sorriso gioioso; Fabio,
venticinque anni, con riccioli castano chiaro e lentiggini, la guardava
teneramente e le infondeva coraggio accarezzandole le guance.
Ecco finalmente l’annuncio
dello speaker chiamarli in gara:
dagli spalti
arrivarono grida d’incitamento, ma appena iniziò la musica scese il silenzio;
erano tutti in estasi davanti a quella coppia di ragazzi che dolcemente iniziò
a scivolare sul ghiaccio: lei, in un completino turchese ricco di brillantini
che risaltavano il suo sorriso radioso, e lui, in un abito bianco, la faceva
volteggiare tra le sue braccia forti e sicure.
La musica terminò e
il pubblico si alzò in piedi per elargire applausi interminabili: arrivò il giudizio
della giuria, con il massimo dei voti; a fine gara, anche questa volta, Sharon
e Fabio si riconfermarono la coppia con più talento.
I due innamorati si
abbracciarono felici e, al termine della manifestazione, si recarono verso la
dimora di lei.
Appena varcata la
porta d’ingresso, i genitori le parlarono seriamente:
“Figlia mia,
stamattina, mentre ti stavi preparando per l’esibizione, è arrivata questa
lettera per te; non ti abbiamo avvisato perché non volevamo deconcentrarti, ma
ora siamo lieti di annunciarti che l’Accademia per Custodi ultraterreni ha
preso in considerazione la tua domanda di ammissione”.
Sharon ebbe un
sussulto di felicità, al quale seguì subito un’espressione d’imbarazzo e, dallo
sguardo stupito di Fabio, i due genitori si resero conto di aver appena fatto
una gaffe: infatti, la figlia non aveva mai condiviso con lui questo suo sogno.
La ragazza si volse
verso il suo fidanzato:
“Seguimi, andiamo a
discuterne in giardino”.
La giovane prese la
lettera, uscì da casa e si avviò verso un’altalena; questa era composta da
un’edera rampicante avvolta da numerose campanelle candide, ed era appesa a un
grande salice, le cui fronde erano agitate delicatamente dal vento. Il giardino
era circondato da un roseto, le cui rose blu e gialle dipingevano un quadro
armonioso, sul quale però si sarebbero presto rovesciati i colori cupi di una
tempesta.
Sharon aprì la
lettera e la lesse ad alta voce:
“Gentilissima signorina, siamo lieti di informarla che la sua domanda di
ammissione all’Accademia per Custodi ultraterreni è stata accolta; come ben sa,
questa scuola è divisa in due indirizzi, l’incorporeo e il corporeo. Il primo
comprende quella sfera di custodi che seguono i protetti in forma invisibile,
accompagnandoli con preghiere, ispirazioni, consigli o altre forme immateriali;
il secondo, invece, comprende quei custodi che approdano sulla Terra, e portano
la loro attività di aiuto diretto ai nostri fratelli umani, in incognito,
vivendo come loro e in mezzo a loro. Lei ha richiesto di seguire l’indirizzo
corporeo, le chiediamo pertanto di presentarsi presso la nostra sede con il suo
bagaglio, domani a mezzogiorno; le daremo alcune nozioni di teoria e poi, tra
una settimana, se non ci sono imprevisti, la trasferiremo sulla Terra”.
Cordiali saluti
il Rettore.
Sharon chiuse la
lettera e rimase in silenzio.
Fabio era impietrito,
di fronte a lei. La osservava pallido, senza riuscire a proferire parola; dopo
alcuni minuti rinsavì:
“Perché non mi hai
mai reso partecipe di questa scelta? E’ questo l’amore che provi per me? Con
tante scuole presenti qui a Lumensia, dovevi proprio recarti sulla Terra,
lontano dalla tua famiglia, dal pattinaggio, e soprattutto da me!”.
“Se il nostro amore è
forte, resisterà alla distanza e al tempo, e se non te ne ho mai parlato, era
perché prevedevo una reazione simile; è una cosa che ho sempre sognato, mi
dispiace, Fabio, non perderò quest’occasione!”.
“Se reagisco così, è
perché ti amo! Sharon, fa’ quello che vuoi, va’ dove di pare, addio!”.
Fabio la guardò per
l’ultima volta con espressione indignata, si voltò e si allontanò.
Sharon, turbata, si
alzò e si avviò verso un trespolo, dove il suo pappagallino stava riposando.
Ciuffetto era una piccola calopsite dal piumaggio completamente grigio, due
guancette rosse attorniate di giallo, e altre piume colorate sopra la testa; a
Lumensia, animali e persone parlavano lo stesso linguaggio.
Sharon si rivolse al
suo piccolo amico:
“Hai sentito tutto,
vero? Almeno tu, non mi abbandonerai?”.
Ciuffetto replicò:
“Amica mia, io sarò
sempre con te; chiederemo al Rettore se posso accompagnarti in questa nuova
esperienza terrena”.
Sharon lo fece salire
sulla mano, gli diede un bacino sulla guancia e rientrò in casa a preparare il
bagaglio.
ARRIVO
ALL’ACCADEMIA
Il momento della
partenza arrivò; Sharon abbracciò i genitori e con il piccolo Ciuffetto
poggiato sulla spalla, si avviò lungo il vialetto d’ingresso, per andare a
prendere l’aerobus, cioè un tram sospeso sui binari dalle forze magnetiche.
Dopo mezz’ora di
viaggio giunse alla sede dell’accademia: una struttura bianca lucente, a forma
di cupola, che imponente si elevava nel cielo.
Percorse il lungo
viale di cipressi, alternati a numerose statue; Sharon si fermò a osservarle,
quando uno studente la notò; il giovane portò il braccio con il quale sosteneva
la sua cartella a mano dietro la spalla, e le rivolse la parola:
“Hai visto quante
sculture? Alcuni custodi provenienti dalla nostra scuola sono diventati molto
famosi; tu devi essere una nuova studentessa, so che stanno per iniziare i
nuovi corsi; seguimi, ti accompagno all’ufficio accettazione”.
Entrarono
nell’edificio. Passarono di fronte ad alcune aule; la giovane non resistette
alla curiosità e guardò attraverso un oblò: notò che un professore stava
spiegando agli alunni, senza proferire parola.
“Com’è possibile?”
chiese Sharon.
“Questo è un corso di
aggiornamento per studenti già diplomati: a questi livelli ormai si comunica
solo telepaticamente; preparati, anche tu, un giorno, sarai in grado di
comunicare mentalmente con gli altri esseri di luce, senza più la barriera del
linguaggio. E’ molto comodo, soprattutto se devi discorrere con persone di
altri mondi appartenenti ad altre galassie o universi, che parlano lingue
diverse, perché, così facendo, il linguaggio è sempre quello della persona
ricevente, in pratica è universale”.
Lo studente
accompagnò la ragazza di fronte all’ufficio accettazione, bussò ed entrò:
“Sandra ti
accompagnerà alla tua stanza; buona fortuna!” e si allontanò. Dall’ufficio uscì
una giovane donna, che si presentò a Sharon:
“Che tu sia la
benvenuta in quest’accademia. Ti lascio tutta questa modulistica, potrai
compilarla con calma; vieni, ti accompagno! Inizierete le lezioni domani, nella
vostra classe sarete in venti”.
La giovane annuì
sorridendo e si fece condurre al suo alloggio. Una volta sistematasi, uscì con
Ciuffetto per fare una passeggiata nel parco sottostante; notò un prato con un
immenso tappeto di violette, e si sdraiò. S’inebriò dei soavi profumi dei fiori
e, rivolgendosi al pappagallino, esclamò:
“Ci pensi, tra una
settimana saremo sulla Terra…”
e si addormentò.
Cari lettori, nei
prossimi due capitoli fornirò alcune nozioni, sarò molto sintetica…
GLI
ESSERI DI LUCE
Sharon si recò in
aula per la prima lezione; il professore era un uomo sulla cinquantina, capelli
rossi e occhi azzurri, naso aquilino, sulla cui punta vi era appoggiato un
grosso paio di occhiali. L’insegnante si presentò agli alunni e iniziò a discorrere:
“Innanzitutto, vi do
il benvenuto in quest’accademia; le lezioni di teoria dureranno solo il tempo
necessario per darvi le nozioni basilari, perché tutto il resto lo apprenderete
dall’esperienza diretta sulla Terra. Precisiamo subito cosa intendiamo per
esseri di luce: questi comprendono gli angeli, gli spiriti guida e i parenti
defunti.
Questi ultimi possono
scegliere di recarsi verso le dimore eterne oppure di rimanere accanto alle
persone ancora incarnate cui vogliono bene, con la speranza di riuscire a
risolvere le loro problematiche, ad esempio pregando per loro, fino a quando
saranno certi che questi sono in grado di proseguire il loro cammino con le
proprie forze.
Gli spiriti guida
sono entità anch’esse disincarnate, che si offrono volontariamente di aiutare
un’anima; possono accostarsi a questa per brevi periodi, o anche per tutta la
vita. Si esprimono attraverso voci interiori, tramite le quali ispirano in
tempi di perplessità, attingendo le proprie conoscenze dalla saggezza
dell’universo. Per saggezza dell’universo intendo un campo di coscienza
presente sotto forma di una determinata energia, alla quale possono collegarsi
le menti di alcune persone o, in questo caso, di spiriti. Lo scopo di questo
campo energetico è quello di condividere nozioni al fine di far progredire
l’evoluzione.
Infine gli angeli: se
appartengono alle gerarchie superiori, sono puri spiriti, creati da Dio,
intermediari tra la sfera divina e quella umana.
Tuttavia, lo scopo di
questa scuola è di formare altri servi di Dio, ampliando così il numero dei
suoi ministri al fine di alleviare la sofferenza dei nostri fratelli incarnati;
noi dobbiamo, infatti, distruggere il dolore altrui, perché fa male come il
nostro.
Ognuno di voi, tra
una settimana, sarà inviato in determinati luoghi del globo, dove c’è bisogno
di assistenza. Qui all’accademia, ci sono dei dipartimenti, dove dei
professionisti monitorano continuamente la Terra, alla ricerca delle situazioni
di difficoltà, e studiano le strategie migliori per prestare soccorso.
Ovviamente, il lavoro e le necessità sarebbero infiniti, ma nonostante questo è
stato progettato un percorso di studi per ognuno di voi.
Nei prossimi giorni,
sarete convocati individualmente nell’ufficio di questi miei colleghi, che vi
presenteranno la destinazione e vi daranno ulteriori nozioni che potranno
esservi utili.
La mia lezione di
oggi termina qui; vi do un ultimo consiglio, è un passo del Vangelo: nella
vostra esperienza terrena, siate prudenti come serpenti, e semplici come
colombe.
Tanti auguri,
ragazzi, e che Dio vi benedica, sempre!”.
Il professore terminò
la lezione e gli alunni si alzarono in piedi, elevando un applauso di
ammirazione.
LE
LEZIONI PROSEGUONO
Il giorno seguente il
professore entrò in classe e proseguì con altre nozioni di teoria.
“Buongiorno ragazzi,
oggi la lezione sarà breve perché più tardi verrete chiamati individualmente
per definire gli obiettivi del vostro percorso di studi, come già vi avevo
anticipato ieri.
Ora vi fornirò invece
delle precisazioni generali. Innanzitutto, dovrete imparare a sviluppare queste
tre doti: la comprensione, la pazienza e la dolcezza; aggiungete un pizzico di
allegria. Ognuno di voi sarà inoltre affiancato da una coppia di angeli e da
uno spirito guida, presenti in forma invisibile, che vi faranno da tutor;
dovrete porre in loro la massima fiducia e ascoltare i consigli che vi
forniranno con attenzione.
Le vostre guide
v’insegneranno ad accorgervi subito delle situazioni di difficoltà, o delle
persone preoccupate che soffrono senza mostrarlo, o di quelle che vivono
situazioni di solitudine; imparerete a non passare mai accanto a nessuno con il
passo affrettato e il cuore indifferente.
Non sto a dilungarmi
con altre informazioni che sicuramente acquisirete sul campo; ora recatevi in
refettorio, è stata preparata per voi una merenda; nel frattempo, sarete
convocati individualmente dai miei colleghi, per definire gli obiettivi.
Buona giornata,
ragazzi!”.
Detto questo, il
professore uscì dall’aula, e tutti gli studenti si spostarono nella mensa.
COLLOQUIO
INDIVIDUALE
Venne il momento
anche per Sharon di affrontare il colloquio individuale.
“E’ permesso?” chiese
la ragazza entrando nell’ufficio.
“Vieni e accomodati”
rispose una commissione di docenti; poi proseguirono a parlare:
“Cara Sharon, abbiamo
deciso di inviarti in Italia, in un paesino situato in prossimità del mare”.
Detto questo, nel centro dell’ufficio si materializzò un grande schermo a
ologramma, con i fotogrammi del luogo.
I docenti
proseguirono:
“Come puoi osservare da queste immagini in
presa diretta, vi è una piccola casa di accoglienza, detta “La casa dei
paperotti”, gestita da due donne caritatevoli. La più anziana è nota a tutti
come “nonna” Sofia, mentre la seconda è una volontaria, ha quarant’anni e il
suo nome è Agnese; accudiscono sei bambini, provenienti da famiglie con
situazioni di disagio.
Tu sarai accolta da
queste donne, cosicché potrai aiutarle anche ad accudire i piccoli: noi siamo,
infatti, tutori dei fanciulli, perché se un bambino ha un’infanzia serena, da
grande sarà un uomo capace, sicuro di sé.
Nei prossimi giorni
potrai riposare, poi lunedì ti condurremo nel padiglione delle partenze, e da
lì sarai inviata sulla Terra; per quanto riguarda la comunicazione, non
preoccuparti, gli abitanti di Lumensia possiedono il dono delle lingue
terrestri, perciò parlerai e comprenderai tutto in maniera automatica.
Noi docenti speriamo
che questa proposta sia di tuo gradimento, altrimenti pensaci bene e, in caso
negativo, troveremo per te un tirocinio differente”.
Sharon ringraziò e
fece ritorno nella sua stanza.
PRONTI
A PARTIRE
Arrivò finalmente il
giorno in cui Sharon si sarebbe trasferita sulla Terra. La ragazza era al
settimo cielo; riordinò la stanzetta che l’aveva ospitata per una settimana,
chiuse il bagaglio e con il piccolo Ciuffetto adagiato sulle spalle, si recò
presso il padiglione delle partenze.
Fu fatta accomodare
in una sala macchine, con al centro una grossa poltrona verso cui era puntato
un fascio di luce; dei tecnici iniziarono a spiegarle come sarebbe avvenuto il
viaggio.
“Carissima, non avere
timore; queste macchine per il teletrasporto sono collaudate e sicure; sarai
scomposta in particelle, che saranno trasferite e poi ricomposte nel luogo
corrispondente alle coordinate da noi scelte. Tu perderai ovviamente coscienza,
e ti risveglierai poco dopo il tuo arrivo”.
Detto questo, un
tecnico prese un cofanetto dal tavolo, lo aprì e si recò verso la ragazza:
“Indossa questa
collana. Osserva il pendente: di fronte, è riportata l’immagine di tre spade
che s’intersecano, è il simbolo dei servi di Dio; sul retro, è riportato il tuo
nome”.
Un altro tecnico notò
Ciuffetto:
“Abbiamo un residence
per gli animali dei nostri studenti in trasferta; lui resterà lì ad
aspettarti”.
Sharon replicò
prontamente:
“Ciuffetto viene con
me, io non lo abbandono da nessuna parte!”
“Nel residence starà
bene!” rispose il tecnico.
“Mi ascolti, per
realizzare questo sogno di frequentare l’accademia, una settimana fa il mio
fidanzato mi ha lasciato; ora non voglio perdere anche il mio migliore amico!”.
“Ed io non ho nessuna
intenzione di allontanarmi da lei!”, aggiunse Ciuffetto.
I tecnici si
guardarono, poi il più anziano rispose:
“E va bene,
accompagnala, ma lì non ti sarà concesso di dialogare con lei; le starai vicino
come un pappagallo da compagnia e niente più, altrimenti qualcuno potrebbe
notarvi! Preparatevi, prima che cambiamo idea!”.
Detto questo, Sharon
indossò la collana con il pendente, si sedette sulla poltrona, e con Ciuffetto
adagiato sopra il bagaglio, tirò un sospiro e chiuse gli occhi.
Cari lettori, ora che
vi ho spiegato chi è Sharon, possiamo tornare al proseguimento della storia.
Abbiamo lasciato che la ragazza si riposasse, dopo un viaggio così lungo:
ebbene, è arrivato il momento di svegliarla!
PRISCILLA,
NATHALY E PETER
Dopo alcune ore,
Sharon sentì un campanellino suonare:
“Piccoli, è ora di
mangiare, a lavarsi le mani e a tavola”.
Si alzò dal letto, si
sgranchì le braccia e scese in cucina, dove notò che era stato apparecchiato
anche per Ciuffetto: un piattino ricolmo di pezzetti di pane, semini di zucca e
una fetta di mela. La fanciulla sorrise pensando alla cortesia e gentilezza
delle due donne, quando i bimbi irruppero con un gran vociare, e si sedettero.
I birichini
iniziarono a far tintinnare le posate contro i piatti e i bicchieri per
l’impazienza, finché la cena fu servita.
Trascorsero una
serata in spensieratezza, e poi tutti si recarono a dormire; il pappagallino
andò a riposarsi sulla proboscide di un piccolo pelouche a forma di elefantino.
Tutti si
addormentarono e, anche nella sfera dell’invisibile, iniziarono gli incontri;
infatti, mentre gli angeli custodi dei bimbi sistemavano le copertine ai
piccoli, cantavano loro ninne nanne e suonavano dolci melodie con i violini,
impercettibili alle orecchie umane, ma in grado di generare un’atmosfera di
serenità, apparvero i tutor di Sharon: Priscilla, lo spirito guida, e Nathaly e
Peter, la coppia di angeli custodi.
Si presentarono ai
colleghi, poi spiegarono loro la situazione:
“Sharon è studentessa
di un’Accademia per Custodi ultraterreni, situata a Lumensia, una città del
secondo cielo; purtroppo, deve essere avvenuto qualcosa durante il viaggio,
perché il trasferimento con il teletrasporto le ha provocato una completa
amnesia. Immediatamente ci siamo messi in contatto con i tecnici
dell’Accademia, e Peter si è recato da loro per affrontare l’argomento di
persona. I luminari interpellati dalla scuola ci hanno consigliato di non
manifestarci subito a Sharon per non provocarle uno shock, ma di lasciare
passare un po’ di tempo prima di svelarle chi è e che cosa è avvenuto durante
il viaggio. Nel frattempo, abbiamo avuto il permesso di iniziare a rivelare la
nostra presenza con qualche piccola situazione tale da non turbarla. Per quanto
riguarda l’amnesia, nemmeno i tecnici sono stati in grado di spiegare cosa sia
avvenuto, è stato in assoluto il primo episodio del genere”.
Clementina, la più
anziana tra gli angeli custodi dei bambini, prese la parola:
“Cari colleghi, vi
diamo il benvenuto; siamo molto dispiaciuti per ciò che è successo a Sharon, ma
confidiamo nel fatto che lasciandola tranquilla i ricordi le torneranno e tutto
si risolverà per il meglio. Per quanto riguarda invece la nostra missione, noi
ci siamo molto affezionati a questi piccoli, che purtroppo provengono da
famiglie disagiate, e ci consideriamo tutti un po’ loro mamme e loro papà.
Anche tra di noi abbiamo sempre discusso se manifestarci ai bambini, per far
capire loro che non sono soli. A questo punto, se siamo tutti d’accordo, daremo
segnale della nostra presenza a tutti quanti, poi voi proseguirete il lavoro
con Sharon, mentre noi potremo giocare più liberamente con i bimbi”.
L’accordo fu
generale, e così angeli e spiriti conversarono per tutta la notte.
FABIO
I giorni seguenti al
suo arrivo, Sharon iniziò ad ambientarsi alla vita nella piccola casa di
accoglienza; si rendeva utile in cucina, nelle altre faccende domestiche, e
seguiva i bambini nei compiti o nei loro giochi. Il suo carattere solare,
gioioso e il suo senso dell’umorismo stavano finalmente riaffiorando. Nel
frattempo, a Lumensia, Fabio non si era ancora rassegnato alla perdita della
sua adorata fidanzata; trascorreva le notti a osservare il firmamento, con la
consapevolezza di aver perso un pezzo di cuore.
Lei aveva lasciato
un’impronta indelebile nella sua mente: “Se solo potessi rivivere l’ultimo
attimo in cui ci siamo visti, non la lascerei andare via! Non capisco come
abbia potuto separarsi da me!” si ripeteva continuamente. Decise di
raggiungerla sulla Terra, per riconquistarla; si mise in viaggio pertanto verso
l’Accademia per Custodi ultraterreni; una volta arrivato, chiese di parlare con
il Rettore. Gli fu concesso di recarsi presso il suo ufficio; quando fu al suo
cospetto, gli espose il problema:
“Ho saputo dai
genitori della mia fidanzata, Sharon, che è stata già inviata sulla Terra:
ecco, io vorrei raggiungerla; non vivo più senza di lei!”.
“Ho presente di chi
stai parlando, i suoi parenti sono stati convocati per renderli partecipi del
fatto che la ragazza ha subito un’amnesia durante il viaggio; volevano
raggiungerla, ma al momento li abbiamo rassicurati del fatto che non è sola ma
controllata da tre spiriti custodi: se poi dovesse rendersi necessario, allora
organizzeremo il viaggio con loro per andare a riprenderla e ricondurla a
Lumensia. Da quanto ho saputo, non era più fidanzata al momento della partenza,
poiché il suo ragazzo l’aveva lasciata; perché ora hai cambiato idea?” domandò
il Rettore.
“Io sto contando le
ore e i minuti da quando l’ho persa; perché dovrei stare immobile, mentre la
felicità mi scivola via tra le dita? Sharon è entrata velocemente nella mia
vita, e la mia anima dimora in lei: la prima volta che la incontrai, a una gara
di pattinaggio sul ghiaccio, mi bastarono pochi attimi da quando iniziammo a
parlarci, per capire che era lei l’amore che attendevo. Mi tremava, infatti, la
voce: non mi era mai capitato!
Ho una ferita
profonda nel cuore, che al momento è un puzzle che solo Sharon potrebbe
ricomporre; quando ci tenevamo per mano al tramonto, e abbracciati vedevamo le
ombre della notte distendersi, sentivo che i nostri cuori battevano
all’unisono. E’ stato quando l’ho persa, che mi sono reso conto che io ero vivo
solo a metà.
Io, senza Sharon, non
sono più!
Questo è l’amore che
ho per lei, che altro potrei aggiungere! Inoltre, ora che sono venuto a
conoscenza dell’amnesia, sono troppo in apprensione. Per piacere, mi faccia
partire!”.
Il Rettore stette in
silenzio ad ascoltare, commosso; dopo alcuni secondi, riprese a parlare:
“Quando ero giovane,
il mio carattere permaloso e instabile fece allontanare da me una ragazza che
io amavo dal più profondo del cuore; ero consapevole di essere stato io a
rovinare il nostro rapporto, perciò accettai quella perdita in silenzio, come
una punizione per come mi ero comportato. A essere sinceri, fu anche per
orgoglio che non la richiamai più: l’orgoglio, sentimento inutile in grado solo
di immiserire le persone. Ora che sono passati molti anni, ho il rimorso di non
aver lottato, per riaverla! Con il senno di poi, mi rendo conto che i motivi di
quelle discussioni erano banalità, in confronto agli anni di solitudine che
seguirono. E va bene, potrai recarti dalla tua ragazza, ma a una sola
condizione: sarai invisibile, non potrai parlarle o manifestarti a lei.
Affiancherai i suoi tre tutor, Priscilla, Nathaly e Peter, ma, a differenza
loro, che quando sarà il momento potranno comunicare con Sharon, tu starai in
silenzio! Alla prima infrazione di questo mio divieto torni a casa! Sono stato
chiaro? Potrebbe essere uno shock per lei una manifestazione da parte tua,
anche i suoi tutor non sono ancora stati autorizzati a risvegliarla. Dovrà
avvenire tutto in maniera graduale. Quando ci renderemo conto che sarà pronta,
allora le racconteremo quanto è avvenuto. Per me puoi partire anche ora, ti
faccio accompagnare al dipartimento delle partenze! Buona fortuna!”.
FABIO
ARRIVA A DESTINAZIONE
Fabio si recò dai
tecnici responsabili dei trasferimenti e fu inviato nel giardino della “casa
dei paperotti”. Sharon era proprio lì e stava giocando con loro; si tenevano
tutti per mano e cantavano mentre eseguivano un girotondo.
Le foglie degli
alberi e gli steli d’erba erano carichi di rugiada, contro la quale
riflettevano numerosi raggi solari, creando molteplici scintille lucenti. In
quel momento, un raggio di luce si pose anche sul viso di Sharon, esaltando il
suo sorriso raggiante.
Fabio era dritto di
fronte a lei, ma non poteva essere visto: immerso nei suoi pensieri, non si
accorse degli angeli e degli spiriti guida, che gli stavano andando incontro
per accoglierlo. Stava per parlare alla sua fidanzata, ma non volle trasgredire
gli ammonimenti del Rettore; si morse perciò il labbro, si limitò a fissarla e
pensò:
“Sharon, dolce
Sharon, diventi sempre più bella! Come vorrei abbracciarti, dirti che ti amo,
prenderti per mano e ricondurti alla nostra casa; pensavo che non ti avrei più
rivisto, quanto mi manchi, piccola mia”.
Gli angeli iniziarono
a chiamarlo, lui si scosse e volse lo sguardo verso di loro:
“Siamo felici di
averti tra noi, Fabio; dalla scuola ci avevano avvisato del tuo arrivo” esclamò
Priscilla.
“Non ce la facevo più
a sopportare la separazione dalla mia fidanzata!”.
“Ti crediamo, lo
leggiamo nei tuoi occhi: è meraviglioso l’amore che nutri per lei; vieni, ti presento
i miei colleghi e poi potrai riposarti un po’”.
Fabio volse
nuovamente uno sguardo di dolcezza alla sua fidanzata e poi si allontanò con
gli altri spiriti. Lo condussero a passeggiare in una pineta: gli raccontarono
di come Sharon avesse reagito al viaggio e al risveglio nella piccola comunità.
Gli annunciarono che al più presto si sarebbero manifestati a lei e ai piccoli
e che stavano architettando una maniera serena e buffa per fare ciò, tale da
non turbarli.
Conosciamo meglio l'autrice, Silvia Consonni.
Mi chiamo Silvia Consonni e sono nata nel 1978.
Ho percorso una formazione scientifica e lavoro presso un laboratorio
chimico che si occupa di valutare la sicurezza di differenti prodotti.
Ho suonato il clarinetto sin dalla tenera età nel Corpo Musicale del
paese per una quindicina di anni, e la tastiera da autodidatta, da quando di
anni ne avevo dieci; in seguito, ho preferito dedicare il mio tempo libero ad
altre tipologie di volontariato fino all’età di trent’anni.
Nel 2012, un giorno, all’improvviso, ho scritto una novella che è stata
pubblicata da un noto settimanale; era un messaggio di speranza, dal titolo:
“La volontà paga”.
Questa estate ho disdetto il contratto con la casa editrice che aveva
pubblicato i miei primi due romanzi nel 2012, al fine di renderli disponibili
in Wattpad, per diffondere gratuitamente i messaggi di speranza in essi
contenuti.
La scrittura per me è
un hobby; vedo prima le scene nella mente come se stessi assistendo alla
proiezione di un film e poi le trascrivo.
Nelle mie storie
cerco di alternare momenti di riflessione a situazioni divertenti, al fine di
rendere la lettura più piacevole.
Sono una persona fantasiosa e creativa; per alcuni anni ho dipinto dei
ritratti usando la tecnica del carboncino.
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