venerdì 20 novembre 2020

BLOGTOUR BESTIE D'ITALIA VOLUME 3: QUARTA TAPPA

 Un racconto con protagoniste le sirene, "Fuga da Malaperla" di Debora Parisi




Care bestie d'Italia, 

oggi intervistiamo Debora Parisi che ci parla del suo racconto Fuga da Malaperla, contenuto nel terzo volume del progetto di Nps edizioni dedicato alla riscoperta del folklore italiano.

Il volume 3 di “Bestie d’Italia” contiene dieci racconti di scrittori italiani, appassionati di fantastico e folclore: “Il sortilegio della Biddrina”, di Giuseppe Gallato; “Assedio notturno”, di Francesca Cappelli; “Bakunin aveva ragione”, di Giuseppe Chiodi; “L’urlo della vita”, di Alessio Del Debbio; “Respiro d’inverno”, di Elena Mandolini; “Il cavallo d’argento”, di Alessandro Ricci; “Il giorno della taranta”, di Alessandra Leonardi; “La natura vince su tutto”, di Maria Pia Michelini; “Fuga da Malaperla”, di Debora Parisi; “Caccia al drago”, di Monica Serra.

Il libro è impreziosito dagli schizzi di Marco Pennacchietti, disegnatore di ambito internazionale e autore anche della copertina. 

 1) Benvenuta sul IUF! Parlaci di te: chi sei, dove vai? E soprattutto come e quando ti sei avvicinato alla scrittura?

 Mi chiamo Debora Parisi e sono una normale studentessa e impiegata di giorno e cacciatrice di mostri e leggende di notte. Scrivo fin da quando ero piccola e credo che sia un modo per esprimere me stessa che normalmente non riuscirei con le parole.


 2) Parlaci del tuo racconto “Fuga da Malaperla”, inserito nel terzo volume di “Bestie d’Italia”. Di cosa tratta?

Di un tentativo di fuga da parte di un gruppo di criminali da un carcere di massima sicurezza. Tutto sembra andare bene, fino a quando non scopriranno perché nessuno è mai riuscito ad evadere.

 

 3) Quali creature fantastiche scopriremo leggendolo?

Le sirene greche, ovvero le creature dal volto di donna e corpo d’uccello. Le ho sempre trovate troppo ignorate dai media e le rappresentazioni letterarie, il che mi dispiaceva. Oltretutto ho scoperto che tali creature hanno diverse incarnazioni in altre culture, soprattutto quella russa. Una nota interessante è che, mentre la sirena acquatica è legata alla seduzione sessuale e romantica, quella greca attira le persone con la promessa della conoscenza, rendendole a mio parere ancora più pericolose in quanto incarnazioni del Desiderio nel senso più ampio del termine.

 

4) Dove è ambientato il racconto? Perché questa scelta?

È ambientato in un’Italia ucronica simile al nostro diciottesimo secolo ma con una tecnologia più avanzata, dove la nazione è stata unita in un impero che collabora più o meno apertamente (dipende dalla situazione) con le creature magiche. Fa parte dello stesso universo anche il racconto precedente, “Il caso del basilisco”, dove i non morti fungono da corpo speciale contro maghi e creature magiche. In realtà questo universo faceva parte di un romanzo che però è ancora in fase di revisione, così ho deciso di usare i racconti come mezzo per espandere tale mondo. Nel caso di questo racconto, siamo in una prigione di massima sicurezza, situata nello stretto di Messina, dove vengono spediti i peggiori criminali della penisola. Volevo creare un racconto più macabro del precedente, con personaggi ambigui.

 


5) Lascia pure un estratto del racconto.

“Nessuno usciva vivo da Malaperla. Era la prima frase che sentivi quando entravi nel carcere.

Situata poco più a sud dello stretto di Messina, Malaperla era un’isola insolitamente verdeggiante, anche per l’ambiente siculo. Lì venivano confinati i criminali più pericolosi della penisola italica, gente con cui l’Impero non voleva avere a che fare: membri della malavita, briganti, stupratori, assassini della peggior specie. Il Governo li spediva lì per morire dimenticati, mentre osservavano le terre siciliane e calabresi sulle sponde opposte del mare.

Caruso ricordava ancora il giorno in cui lo trasportarono a Malaperla, legato e imbavagliato. Una cospicua milizia lo scortava a destinazione, cantando una canzone dedicata a un marinaio innamorato di una sirena. La cantavano con foga, tanto da sembrare quasi un inno.

Nonostante Malaperla avesse la fama di essere tra le strutture più sicure al mondo, Massimo Caruso voleva fuggire: era il capo del crimine a Messina e nessuno, nemmeno una stupida struttura in mezzo al mare, avrebbe potuto fermarlo.”

 


6) Quale canzone, o colonna sonora, abbineresti alla lettura del racconto?

 “Seven Devils”di Florence + the Marchine. È una di quelle canzoni il cui testo non ha un significato unico in quanto altamente simbolico, ma può essere interpretato in base all’esperienza dell’ascoltatore. Per me è una canzone sulla vendetta e la corruzione, i sette diavoli possono essere interpretati come i sette peccati capitali, e penso che s’adatterebbero all’atmosfera del romanzo, dove alcuni personaggi pensano di essere nel giusto ma sono vittima di più peccati e alimenta un sistema corrotto. Può essere associato al canto tentatore delle sirene che porta gli umani all’autodistruzione. Trovo la canzone adatta anche per la decostruzione di un finale apparentemente felice, per poi scoprire che è solo un’illusione in quanto tale felicità è stata distrutta o non è mai esistita. Ad esempio quelle storie con una conclusione agrodolce o amara, ma condita di zucchero per non fartene rendere conto. 



 

 

Biografia: 


Debora Parisi è una studentessa di giorno e cacciatrice di leggende e mitologie di notte. Nel 2019 ha pubblicato racconti per Historica Edizioni, NPS edizioni, Fanucci e Mezzelane Editrice. Gestisce un blog chiamato El micio racconta, un canale youtube intitolato Antro del Drago, che tratta di diversi argomenti, tra cui recensioni di libri, film e videogiochi. Collabora anche con le riviste Upside Down Magazine e Porto Intergalattico, ha collaborato anche con Sci-Fi Pop Culture e Spazio Penultima Frontiera. 

Per “Bestie d’Italia – volume 3”, ha scritto il racconto “Fuga da Malaperla”.


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                                          Nps edizioni

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