lunedì 16 novembre 2020

SEGNALAZIONE: UN TRIANGOLO ROSA DI PAOLO ARIGOTTI

 Un romanzo sull'omossessualità nel periodo nazista



Cari lettori,

oggi vi parliamo di Un triangolo rosa, romanzo storico di Paolo Arigotti.

Questa la trama:

30 gennaio 1933. Adolf Hitler è nominato cancelliere della Germania, divenendone in breve tempo padrone assoluto.

La notizia arriva in Italia, dove il giovane Marco, impiegato di notaio, è al lavoro, mentre Berlino festeggia con fiaccolate e processioni pagane per le vie della città.

Tra i giovani che sfilano per le strade della capitale tedesca c'è il giovane Klaus, al quale a breve un alto ufficiale delle SS, Walter Schellenberg, offrirà un posto nei pretoriani di Hitler, aprendogli le porte ad una luminosa e fulminante carriera, che lo porterà a collaborare alla notte dei lunghi coltelli ed alla nascita dei primi lager.

Marco viene convocato qualche tempo dopo a colloquio privato dal suo datore di lavoro, l'anziano notaio ebreo Spagnoli, che gli anticipa, con una lungimiranza sorprendente, i successivi eventi, tra i quali la campagna d'Etiopia e l'avvicinamento dell'Italia fascista al terzo Reich, compreso il varo delle leggi razziali.

Marco riceve un'offerta di collaborazione con non meglio precisate forze d'opposizione, decidendo di accettare in nome degli ideali di libertà appresi dal padre, convinto socialista.

Grazie ad una fitta rete, Marco entra in contatto con un giovane e brillante avvocato, Luigi Marini, con il quale instaura una solida amicizia destinata, con l'andare del tempo e dopo i gravi lutti che colpiscono il giovane, a diventare una relazione sentimentale, tenuta nascosta a tutti.

Gli eventi precipitano e i venti di guerra soffiano sempre più forti, mentre tutti i fatti pronosticati da Spagnoli si avverano implacabilmente.

Poco dopo l'inizio della guerra anche Spagnoli muore, lasciando una grossa eredità a Marco, unitamente al compito di proseguire nella rete di contatti clandestina che, inutilmente, aveva cercato di evitare l'entrata in guerra dell'Italia.

Sul letto di morte l'anziano uomo confiderà a Marco di sapere tutto del suo rapporto con Luigi, raccomandandogli grande prudenza e testimoniandogli in questo modo il suo profondo affetto.

La dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, fortemente voluta da Mussolini nell'illusione di non combatterla, trascina il paese in un conflitto devastante, mentre Marco e Luigi avviano una collaborazione sempre più stretta con il Vaticano, assumendovi impieghi delicati ed importanti.

I due ragazzi vengono a sapere degli orrori perpetrati nei campi dell'est Europa, anche a danno di persone che vivono la loro stessa condizione, come già noto a Luigi grazie ai rapporti instaurati con alcuni giovani tedeschi prima dell'avvento al potere del nazismo.

Durante un ricevimento ufficiale, Marco, presente nella nuova veste di funzionario presso la segreteria di stato vaticana, fa la conoscenza di un giovane ufficiale nazista, in servizio da poco nella capitale italiana: Klaus.

Per tre anni le cose restano immutate per Marco e Luigi, che portano avanti segretamente la loro relazione, mentre la guerra travolge l'Italia ed il fascismo, a causa di una serie di rovinose sconfitte, che a poco a poco minano lo stesso mito dell'invincibilità tedesca.

Lo sbarco alleato in Sicilia spinge il Re, fino a quel momento sostenitore del fascismo, a destituire il Duce ed a chiedere un armistizio, che però causa l'invasione tedesca del Paese.

L'occupazione dà avvio ai progetti di rastrellamento degli ebrei romani, che Marco e Luigi cercano di evitare; in quella occasione conoscono e stringono amicizia con la famiglia di Deborah, appartenente alla comunità ebraica della capitale.

Tra la donna e Marco nascerà immediatamente un rapporto molto forte, e Deborah gli confiderà di aver capito la natura del suo rapporto con Luigi.

Le loro attività clandestine vengono spiate e riferite ai nazisti da un sacerdote collaborazionista, mosso da intenti personali ed egoistici, che conducono all'arresto di Marco e Luigi, proprio ad opera di Klaus.

L'ufficiale, richiamato in Germania per prestare servizio ad Auschwitz, dove nel frattempo sono stati deportati Deborah e la sua famiglia, chiede ed ottiene di portare con sé i prigionieri, per spingerli a collaborare.

In realtà, i motivi sono altri.

Klaus, invaghitosi di Marco, lo vuole e gli propone un patto: concedersi a lui in cambio della salvezza per sé, il compagno e Deborah.

Marco è costretto ad accettare; dopo qualche tempo Klaus, che già nutriva seri dubbi sugli stermini perpetrati ad Auschwitz, si convince che occorre fare qualcosa e spinto dai suoi sentimenti per Marco decide di collaborare con lui, favorendo la sua rocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare rocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare rocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticarerocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticarerocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare rocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare rocambolesca fuga assieme a Luigi.

Il loro intento di portare al mondo libero le prove degli eccidi non raggiunge lo scopo desiderato, mentre il rapporto tra Marco e Luigi entra in crisi quando quest'ultimo si rende conto che pure Marco si è innamorato di Klaus.

Tornati a Roma Marco rivede Klaus, che gli confida di aver tradito; il giovane, dopo la liberazione della città, decide di proseguire la lotta contro il nazismo, unendosi ai partigiani del nord, anche per non abbandonarlo.

A Firenze Marco riceve l'incarico di farsi portatore a Mussolini di una proposta di pace vaticana, purtroppo senza successo.

Il giovane resta a Milano, dove nel frattempo è stato inviato Klaus; i due si rivedono e per breve tempo vivono il loro amore.

La scoperta del tradimento da parte delle SS, determina l'arresto di Klaus e dello stesso Marco, il quale, in occasione di una nuova fuga, viene ferito a morte; dopo mille vicissitudini morirà a Milano, proprio il giorno della liberazione.

Klaus, rimasto solo, viene arrestato e processato per crimini di guerra, ma eviterà la condanna a morte grazie alla difesa di Luigi, che metterà da parte risentimento e preconcetti per ottemperare alle ultime volontà di Marco.

Deborah, sopravvissuta ai campi grazie a Klaus assieme alla figlia Ester, resterà loro vicina, contribuendo all'assoluzione dell'ufficiale nazista.

Quando Klaus verrà rilasciato, i due torneranno assieme a Roma, dove tra loro nascerà una relazione stabile, destinata a durare mezzo secolo, senza mai dimenticare il compianto Marco.

L'incipit del romanzo

Prologo

 

Il 25 aprile 1995 era una splendida giornata di primavera in tutta l'Italia.

Molte famiglie, approfittando della temperatura gradevole e della giornata di festa, avevano organizzato gite fuori porta.

I grandi centri urbani, eccezion fatta per quelli d'interesse artistico, si vuotarono e furono pochi coloro che trascorsero la giornata in città.

Milano non fu da meno, anche se non mancarono le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo.

In Piazza Duomo, alle prime luci dell'alba, c’erano pochissime persone in giro, e tra queste una coppia di uomini anziani, entrambi oltre gli ottanta.

I due camminavano con passo spedito per la loro età e senza l'aiuto di bastoni, l'uno al braccio dell'altro.

Indossavano due abiti scuri, di taglio elegante  e di sartoria, al polso portavano dei Rolex.

Era evidente che si trattava di due anziani benestanti, che nonostante l’età avanzata davano l’idea di essere stati molto belli da giovani.

Si fermarono in uno dei pochi bar già aperti a quell'ora per fare colazione, in attesa che aprisse il Duomo.

Il barista notò che uno dei due stringeva in mano un mazzo di fiori: si trattava di rose rosse.

Quando servì loro caffè e cornetti, sentì qualche passaggio della loro conversazione.

Pareva esserci un grande affetto tra i due, ridevano e scherzavano.

Non erano fratelli, questo no, non si somigliavano affatto.

Erano molto alti, oltre il metro ed ottanta.

Uno di loro parlava con l’accento romano, l'altro sembrava straniero, forse tedesco, per quanto parlasse un ottimo italiano.

" Non dovresti esagerare con tutti questi dolci, sai le tue ultime analisi... " disse con tono di rimprovero bonario il romano.

" Almeno questo lasciamelo mangiare in pace, sei il mio avvocato non il mio medico! " rispose l'altro sorridente, addentando subito dopo il cornetto alla crema.

" Fai quello che vuoi, ma poi non lamentarti che stai male."

" Oggi è il cinquantesimo anniversario, mi servono di un po' di zuccheri " replicò il “tedesco”, concedendosi quel piccolo peccato di gola che oramai si poteva permettere solo di rado.

L'altro non disse nulla, ma sorrise e gli diede un buffetto sulla guancia.

Il barista rimase colpito da quei curiosi vecchietti.

I clienti particolari non mancavano mai, ma quei due davano l'idea di una vecchia coppia in vacanza.

Non era sua abitudine disturbare i clienti, a meno che non fossero loro ad accennare un minimo di conversazione, ma quella volta non seppe resistere.

" Siete qui in vacanza? " domandò simulando indifferenza, quando tornò per sparecchiare il tavolino.

" Siamo venuti a trovare un vecchio e carissimo amico " rispose il romano.

" Ah capisco, vi auguro un buon soggiorno allora " il barista sorrise.

" Grazie."

Tornando verso il bancone, notò che l'anziano di origine forse tedesca aveva gli occhi lucidi.

Il romano, rendendosene conto, poggiò una mano sulla sua.

" Coraggio, sai che lui non avrebbe voluto vederti così."

" Hai ragione, è stato solo un attimo, scusa " disse sorridendo ed asciugandosi gli occhi con un fazzoletto.

" Il Duomo aprirà fra poco, ti va di fare due passi in piazza?"

" Certo, paghiamo e andiamo via."

I due saldarono il conto e si avviarono, sempre a braccetto, verso la piazza.

Il barista non poteva sapere che quello era il finale di una storia iniziata molti anni prima, oltre sessanta per la precisione.

 

 

 

 

 

Capitolo 1

 

Il 30 gennaio 1933 era una giornata molto fredda, grigia e piovosa a Roma, mentre Marco si recava a piedi allo studio notarile dove lavorava come impiegato da circa un anno.

Quel posto glielo aveva trovato sua madre: aveva chiesto lei al parroco del quartiere, del quale la donna era amica e confidente da diversi anni, di mettere una buona parola con il notaio Spagnoli.

Marco non amava quel lavoro. Lui avrebbe preferito seguire le sue inclinazioni e dedicarsi alla musica classica ma i genitori, sua madre in particolare, si erano imposti affinché studiasse per prendere il diploma da ragioniere e si trovasse un buon impiego.

Abitavano in Via Taranto, strada dominata da fulgidi esempi di urbanistica popolare piccolo borghese fine anni venti, voluta dal Regime nel più complessivo progetto di ridisegno dell’Urbe.

Lo studio del Notaio Spagnoli si trovava relativamente vicino, sempre nel quartiere tuscolano.

La crisi della fine degli anni venti faceva sentire tutto quanto il suo peso, anche se lo Stato, con gli interventi e le opere propagandate dal Fascismo, aveva saputo dare risposte efficaci, attraverso importanti azioni a sostegno dell’economia e dell’occupazione.

Quando si affrontava questo argomento il padre di Marco si infervorava, sostenendo che avevano rovinato un sacco di gente invece e che tanti amici avevano perso lavoro e risparmi.

"I soldi, ripeteva spesso, quelli li danno solo a chi già li ha!"

La madre ascoltava quelle imprecazioni in silenzio, assumendo un’espressione triste e preoccupata; benché sapesse che il marito, ex sindacalista e protagonista di molte lotte ai tempi del biennio rosso, non avesse tutti i torti.

La sua paura era che qualcuno, sentendo quelle parole, potesse denunciarlo.

Non era infrequente sentir parlare di uomini che, solo per aver espresso in pubblico critiche o riserve nei confronti del Governo, si erano presi una bella dose di manganellate o erano stati costretti a mandare giù qualche bicchiere di olio di ricino.

Il marito aveva già avuto la sua razione ai tempi delle spedizioni punitive e non aveva perso il lavoro in fabbrica solo perché il proprietario, antifascista pure lui, ne aveva stima.

La moglie non capiva nulla di politica: sapeva solo che Benito Mussolini, il Duce come tutti la chiamavano, era stato definito l’uomo della Provvidenza dal Pontefice.

Il Papa, così le era stato insegnato fin da bambina, era il capo della Chiesa e la guida spirituale della cristianità, per cui se aveva definito così Mussolini chi era lei per contraddirlo?

L’amico parroco le aveva spiegato che grazie agli accordi siglati dal Cavalier Mussolini con la Chiesa nel 1929, ora il Papa poteva uscire in Piazza San Pietro a benedire il popolo sul piazzale, questo era quanto.

La coppia, in effetti, non poteva essere più diversa quanto a credo politico e religioso.

Lui era ateo e libertino, lei molto devota e praticante, eppure amava infinitamente quell’uomo ribelle, che l’aveva conquistata solo con uno sguardo in quella lontana estate del 1909, durante una gita ai castelli romani con i suoi fratelli.

Lui aveva notato subito quella bella ragazza: non era molto alta ma aveva con due occhi azzurri come il cielo, lunghi capelli lisci e castani naturali, un viso bello e dolcissimo.

Lei timidissima, si era innamorata a prima vista di quell’uomo sui quaranta, molto più grande di lei che ne aveva appena diciotto, alto più di uno e ottanta e con un fisico statuario, fisicità che avrebbe trasmesso al figlio maschio.

Faceva l’operaio nella stessa fabbrica dove lavoravano i suoi due fratelli e parlava di un mondo migliore, fatto di diritti per i lavoratori e pari opportunità per le donne.

I due si erano rivisti in altre occasioni, complici i fratelli di lei, nonostante l’opposizione dei genitori, conservatori e cattolici; alla fine la ragazza l’aveva spuntata quando – con un coraggio che non credeva di possedere – si era imposta dicendo loro che se non gli fosse stato permesso di sposare l’uomo che aveva scelto, si sarebbe fatta monaca di clausura.

Il loro fu un matrimonio molto felice, e lo era ancora.

Il segreto di quell’idillio tra persone tanto diverse era molto semplice e si reggeva sul patto non scritto che nessuno dei due avrebbe mai discusso o contestato le credenze e le idee dell’altro, per quanto opposte e antitetiche.

Le idee socialiste e rivoluzionarie dell’uomo avevano ricevuto una batosta quando nell’ottobre del 1922 i fascisti, con la marcia su Roma, avevano conquistato il potere, sopprimendo nel giro di pochi anni le libertà democratiche e sindacali e imponendo la dittatura del partito unico.

Il senso di responsabilità e l’amore per la moglie e i due figli, Marco nato nel 1913 e Anna Maria venuta al mondo due anni più tardi, lo avevano indotto a più miti consigli, proseguendo la propria attività di operaio specializzato nel piccolo opificio, pur continuando a sognare un mondo migliore per sé e i propri cari. Quegli scatti di rabbia all’interno delle mura domestiche, davanti alla moglie e ai figli, erano il suo unico sfogo e i figli ascoltavano senza parlare, oramai abituati ai suoi comizi dell’ora tarda.

La passione politica del padre, curiosamente, era stata trasmessa alla figlia Anna Maria, piuttosto che al figlio maschio, appassionato molto più di libri e musica classica.

 

Radio e giornali subivano il controllo della censura di regime e già da qualche anno parlavano diffusamente dell’ascesa in Germania del partito nazionalsocialista, guidato da un politico di nome Adolf Hitler.

Mussolini non si era granché interessato alle vicende del suo emulo tedesco, anche se i mezzi di informazione salutavano con favore  i progressi di una forza politica considerata vicina al Fascismo.

Quella mattina, un giorno come tanti, subito dopo colazione il ragazzo, si recava al lavoro senza pensare che quei fatti e vicende politiche, apparentemente estranee, avrebbero cambiato in modo radicale la sua vita.

Solo la sera, rientrando a casa dopo una giornata di duro lavoro tra atti, visure catastali e note di trascrizione, era venuto a sapere che quell’oscuro ometto coi baffetti triangolari era il nuovo cancelliere della Germania.


La biografia dell'autore, Paolo Arigotti 


Nato a Cagliari il 26 maggio 1973, Paolo Arigotti si laurea in Giurisprudenza nel 1998, prendendo servizio poco più di un anno dopo nella pubblica amministrazione; il 21 luglio 2020 si è laureato in Storia e società presso la Facoltà di Studi umanistici dell’Università di Cagliari (laurea magistrale).

 

Essendo da sempre un grande appassionato di storia, viaggi, lettura, scrittura e cinema, fa il suo esordio nel mondo letterario con il romanzo Un triangolo rosa, incentrato sullo sterminio dei gay sotto il nazismo, premiato con diploma d’onore della giuria per la narrativa edita nell’ambito del concorso internazionale Il Molinello 2016, pubblicando nel 2018 Sorelle molto speciali, dedicato alla condizione delle persone Down negli anni Trenta del secolo scorso.

 

Paolo Arigotti, inoltre, è autore di diversi racconti pubblicati in varie antologie e di un manuale giuridico.

 

Il collegio dei segreti è il suo terzo lavoro dato alle stampe e stavolta l’autore si è concentrato, con una trama ricca di riferimenti storici e colpi di scena per catturare attenzione del lettore, alla storia degli oppositori interni del nazismo.


Recap


  • Titolo: Un triangolo rosa
  • Autore: Paolo Arigotti
  • Genere: storico, dramma
  • Editore: CTL
  • Data di uscita (nuova edizione). 16 ottobre 2020
  • N. di pagine: 350
  • Prezzo: € 15
  • Link: Amazon


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