giovedì 12 novembre 2020

RECENSIONE: LA STIRPE DI HERAKLES di ANDREA GUALCHIEROTTI


 Un fantasy mediterraneo ambientato nell’antica Grecia  

 


 Cari Eraclidi,

in realtà è riduttivo definire La stirpe di Herakles di Andrea Gualchierotti semplicemente un fantasy mediterraneo ambientato nell’antica Grecia! Innanzitutto il periodo non è quello classico, andiamo molto più indietro nel tempo: le gesta dei protagonisti avvengono dopo la guerra di Troia, siamo quindi nel XIII-XII sec a.C., in parallelo alle vicende di Ulisse se vogliamo.

Mitologia e leggenda ammantano questo romanzo dalla prima all’ultima pagina, e non sono i miti a cui tutti siamo più avvezzi, o meglio, che amiamo ricordare. Gli Dei sono anche crudeli, insondabili, malvagi. Oscuri esseri  di stirpe divina giacciono sepolti nelle tenebre al di sotto della reggia di Cencrea.

Dunque il romanzo rientra anche nel sottogenere Sword & sorcery, molto amato dall’autore.

La sinossi:

I grandi guerrieri che hanno combattuto davanti alle mura di Troia sono caduti, e rivali ambiziosi insidiano i troni rimasti vacanti. Tradito dai suoi, anche il principe Arethes, reggente di Cencrea, viene detronizzato, proprio mentre dal passato riemerge una stirpe d'invasori feroci e invincibili. Per riavere ciò che è suo, Arethes dovrà così incamminarsi lungo una via sanguinosa, una strada che lo condurrà a sfidare persino gli dèi stessi, in una lotta che unisce la suggestione dei miti antichi alla potenza dello Sword & Sorcery.

Il giovane protagonista, Arethes, regna sul trono di Cencrea dopo la morte del padre, ma ben presto verrà deposto dal malvagio Archidamo e dai suoi sgherri. All’umiliazione segue la fuga insieme ad altri due tormentati personaggi, Elteo reduce da Troia, e Zacros, ladro cretese.

Il nome del protagonista non è casuale: Arethes, dal greco Aretè, la virtù: in contrasto con le sue caratteristiche positive, il nostro eroe compie un viaggio negli Inferi, metafora dell’oscurità dentro sé stessi. Riuscirà a ritornare incolume?

 

L’epopea dell’eroe è completa: il viaggio/fuga, le ferite e il dolore, la volontà di riscattarsi,  lo scontro con  forze divine infere.

Ci sarebbe da dire molto di più, ma non voglio spoilerare.

Le figure femminili sono quasi assenti, c’è in pratica solo la Pizia (e un altro paio, ma solo accennate): un personaggio molto affascinante che agisce in un mondo ancora una volta oscuro, il suo potere donato dal luminoso Apollo in realtà sembra provenire dai fumi del sottosuolo ed è permeato di tenebra. Torna quindi il contrasto luce/buio anche in questa inaspettata versione della sacerdotessa di Delfi.

Il romanzo è molto avvincente, ricco di avvenimenti, mistero, descrizioni ammalianti, combattimenti; emerge ovunque la profonda conoscenza dell’autore della mitologia greca.

Nella parte finale c’è un capitolo molto interessante riguardante Zacros e la sua famiglia la cui storia a mio parere si potrebbe approfondire con un bello spin-off, se non un romanzo magari un bel racconto lungo!

Il registro è elevato, ricco, quasi aulico senza però appesantire, perfetto per il genere di storia e il periodo in cui è ambientata; l’edizione è molto curata e la cover ottima.

 

Passiamo a intervistare Andrea Gualchierotti

 

1) Ciao Andrea, benvenuto su Infiniti universi fantastici.  Parlaci di te e della tua passione per la scrittura e per il mondo antico.

In breve, potrei dirti che sono tutt’uno. Nello scrivere amo soprattutto la capacità della parola di rievocare dalla polvere gli scenari perduti dell’antichità, con i suoi misteri, il suo esotismo e la sua avventura, specie in relazione alla storia del mediterraneo e del mondo greco romano. Una sorta di miscela tra i mondi perduti di Haggard, i viaggi fantastici di Merrit e l’azione di R.E.Howard. Questo non significa però che mi dedichi a descrivere un’antichità di cartapesta: cerco sempre di inserire elementi reali del passato, e di evitare di rappresentare personaggi di molti secoli fa come individui odierni, solo abbigliati diversamente. Il modo di pensare, le cose a cui dare importanza e via dicendo, devono almeno in parte rispecchiare ciò che sappiamo della mentalità antica.

Questo è anche uno dei motivi per cui nel romanzo, per esempio, le donne hanno un ruolo secondario. Semplicemente, la società della fine dell’Età del Bronzo le relegava a posizioni subordinate: sacerdotesse, se andava bene, regine silenziose. Ma nella maggior parte dei casi umili spose. L’epica cantava di uomini, principalmente.

 

2) Sei d’accordo con la mia recensione o vuoi aggiungere qualcosa?

 

Essendo una recensione molto positiva, mi guardo bene dal metterla in dubbio! Scherzi a parte, credo che le tue parole centrino il fulcro delle atmosfere che volevo descrivere, e cioè quelle di una Grecia ancora primitiva, barbarica, lontana dai marmi e dagli allori della classicità, e invece ancora sporca del sangue delle guerre in cui sono caduti gli eroi del mito. I famosi secoli bui seguiti al ritorno degli Eraclidi di cui parla il mito – rivisitato in maniera del tutto personale nel romanzo – sono stati avvero un’età ferrea, sul cui sfondo tenebroso restano le figure di guerrieri semidimenticati. Nel mio piccolo ho voluto farli riemergere per un’ultima volta dalle nebbie, e raccontare le loro imprese tragiche ispirandomi agli antichi aedi. Sangue e bronzo, azione e miti crudeli, magia nera: questa è la ricetta de “La stirpe di Herakles”!

 

3)  Secondo te il registro aulico potrebbe scoraggiare qualche lettore?

Non credo, anche perché in tutta onestà il linguaggio del libro non è poi così aulico da mettere in difficoltà il lettore medio. Certo, durante la scrittura presto particolare cura alla sintassi e al lessico, che devono risultare coerenti sia con l’ambientazione – antica in questo caso – sia con alcuni passaggi del romanzo, volutamente epici. Ma in quest’ottica ritengo che una maggiore varietà e ricchezza di linguaggio siano solo dei pregi. Se esistono molti colori su una tavolozza, perché limitarsi ai soliti due o tre? Uno stile diverso, non banale, secondo me può attirare invece di respingere.

 

4) Sono previsti spin-off riguardo i personaggi di Zacros e la sua famiglia?

No, penso proprio di no. Zacros è un personaggio assieme drammatico e divertente, e la sua presenza mi ha permesso di fare un breve excursus sulla decadente Creta della fine dell’età del Bronzo, ma il suo ruolo narrativo si esaurisce all’interno de “La stirpe di Herakles”. Per quanto abbia le spalle larghe e un passato da cercatore di tesori, non lo trovo adatto a una storia incentrata solo su di lui, ora come ora. Ma mai dire mai!

 

5) Ti sei ispirato a qualche romanzo o a qualche autore per questo libro?

Nel libro sono convogliati, com’è inevitabile, tanti spunti e influenze maturati nel corso degli anni. Buona parte dei luoghi descritti nel romanzo, dai palazzi ciclopici dei sovrani Achei ai monti dell’Argolide, dai corridoi inferi del Necromanteion alle spiagge dell’Egeo, sono tutte località e siti che ho visitato personalmente durante i miei viaggi in Grecia. E devo dire che potersi ispirare al ricordo di località reali e di rovine toccate con mano, offre molto in termini di atmosfera. A questo aggiungerei le molte letture dedicate alla questione omerica, e allo scenario più o meno storico della guerra di Troia sotto il profilo sia archeologico che mitico. Volenti o nolenti, una delle basi dell’epica e della letteratura, da cui non si può prescindere. Infine, citerei di nuovo le reminiscenze howardiane, che nei miei lavori sono sempre presenti. Essendo egli il padre indiscusso dello Sword&Sorcery, seguire il suo influsso non può che far bene se si vuole scrivere un romanzo d’avventura!

 

6) Progetti futuri?

Sicuramente tornerò, sebbene in maniera diversa, a esplorare la Grecia del mito. In questo senso ho già varie idee. Ma devo dire che non mi dispiacerebbe provare a scrivere qualcosa di attinente anche a uno dei grandi cicli della letteratura fantastica, quello arturiano! Si tratta di una sfida da cui sono molto tentato, e a cui sto pensando già da un po’: fammi il tuo in bocca al lupo!

 Certamente! In bocca al lykos

Grazie per essere stato con noi, alla prossima!

 

Recap


  •  Titolo: La stirpe di Herakles
  • Autore: Andrea Gualchierotti
  • Editore: Il ciliegio
  • Genere: fantasy mediterraneo, miti e leggende, sword & sorcery
  • Uscita: agosto 2019
  • N. di pagine: 207
  • Prezzo cartaceo: € 13
  •                Ebook: € 3,99
  • LinK: Amazon

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