venerdì 13 maggio 2022

SEGNALAZIONE: ROMA VERSUS VEIO DI MARCO QUARANTA

 

Un romanzo storico sulla guerra tra Roma e Veio




Cari amanti della Storia,

oggi parliamo del romanzo storico Roma versus Veio di Marco Quaranta, edito da NeP, con un articolo molto ricco di informazioni.



Il romanzo è caratterizzato da alcuni personaggi d’ispirazione storica come

MARCO FURIO CAMILLO e PUBLIO CORNELIO SCIPIONE (citati da Tito

Livio in Ab Urbe condita) e personaggi di pura fantasia come il giovane MARCO ORAZIO PULVILLO. Il giovane patrizio sarà testimone di uno dei momenti più importanti della storia di Roma antica; inquadrato nel manipolo dei Corvi composto dai primi plebei ammessi nell’esercito romano. Il protagonista sarà proiettato in un mondo crudele e costretto ad abbandonare FLAMINIA l’amore della sua vita. Ma andare in guerra non è solo un gesto eroico e incosciente allo stesso tempo è anche doversi confrontare con l’angoscia di un amore a distanza, con la paura di tornare con una ferita invalidante e scoprire che o di non tornare affatto.

Non possono mancare gli antagonisti come SPURIO VERGINIO e AULO PRISCO che si troveranno nella posizione per ostacolare il nostro protagonista.

• Spazio della narrazione

La storia si svolge a nord-est di Roma in un campo di addestramento nei pressi del villaggio di Corniculum (odierno Montecelio) e dintorni (oggi Guidonia) e le campagne intorno Nomentum oggi Mentana-Monterotondo

• Tempo della storia

Siamo nell’anno 396 a.C. o meglio CCCLVII ab urbe condita, trecentocinquantasettesimo anno dalla fondazione della città di Roma ed è il diciassettesimo anno di vita del giovane Orazio Pulvillo, l’anno in cui si abbandona la toga praetexta e si diventa uomini.

• La trama

Marco Orazio Pulvillo all’età di 17 anni risponde alla leva volontaria nel decimo anno di guerra fra Roma e la città etrusca di Veio. Per volere del padre anziché intraprendere la carriera militare da ufficiale, come il suo rango permetterebbe, viene inquadrato come fante nel manipolo dei Corvi e inviato ad addestrarsi nel campo vicino Corniculum, dove conoscerà i suoi compagni di viaggio. In questo periodo di duro lavoro Marco si distinguerà nel bene e nel male, accattivandosi le simpatie di illustri personaggi vicini alla sua famiglia (Marco Furio Camillo e Publio Cornelio Scipione) e le inimicizie di gens rivali degli Orazio (Spurio Verginio e Aulo Prisco). Sarà qui che imparerà a utilizzare delle armi nuove come i pila, giavellotti che in futuro faranno la fortuna dell’esercito di Roma (almeno fino a metà del periodo imperiale) e le tecniche di combattimento manipolari. La natura intraprendente lo porteranno presto a essere riconosciuto come leader naturale, anche se il senso del dovere gli impedisce di accettare ruoli che a suo avviso devono essere assegnati prima a persone più anziane e meritevoli. Tra i compagni si distinguono Fulvio Lamprelio che lo accoglie come un fratellino minore e Lucio Sertorio, il veterano, un po’ il papà della squadra; mentre personaggi come Egerio Collanzio non perdono tempo a sfruttare le capacità del ragazzo anche alla sua insaputa per arricchirsi con le scommesse, uno degli argomenti da non trattare difronte al nobile e irreprensibile Marco. 

In questo campo durante il giorno delle nundine Marco incontra Lucia Caisidia che fa nascere in lui un sentimento contrastante con l’amore provato e dichiarato per Flaminia la sua fidanzata lasciata a Roma e dalla quale vuole tornare ad ogni costo.

Il romanzo è un susseguirsi di fervide immagini del mondo romano visto da persone normali.

• Tematiche fondamentali dell’opera

Marco Orazio Pulvillo oltre a confrontarsi con i mille dubbi di ragazzo che sperimenterà uno stile di vita nuovo diverso, proveniente da un mondo fatto di valori tradizionali tramandati dal padre Primo si scontrerà con il pragmatismo dei plebei; persone viscerali, emotive che lottano in ogni momento della loro vita per sopravvivere. La società romana era una delle più inclusive mai esistite, ma allo stesso tempo portava in se fratture insanabili fra classi sociali e tribù, in un importante momento di crescita il nostro giovane patrizio conoscerà plebei in grado di conquistare la sua fiducia e che si legheranno al nostro eroe in un patto di indissolubile fedeltà.

Marco dovrà capire l’importanza della fede nelle divinità per i plebei e conoscere il suo rapporto con la stessa fede, tramandata nello spirito dei valori tradizionali e vissuta con una mente giovane e influenzata da culture orientali, come quella greca, con un i suoi ideali di una democrazia pura.

Marco è un ragazzo innamorato della vita e non intende perderla, pronto a tutto per tenerla stretta; è innamorato delle cose belle della vita soprattutto di ciò che sta scoprendo ”l’amore”, sono interessanti le riflessioni di questa giovane mente legata al sogno di avere una vita con la sua Flaminia e le paure che la vita militare generano. È riflessivo e irruenti allo stesso tempo, una contraddizione che emerge in molti aspetti della sua personalità quando deve confrontarsi con temi come destino e libero arbitrio mettendo a dura prova se stesso gli insegnamenti del padre e ciò che vede egli stesso.

Si tratta di un romanzo storico sull’antica Roma e in questi casi battaglie e scontri sono il pane quotidiano e nonostante questo l’autore non annoia mai pronto a condividere un punto di vista nuovo, senza scivolare nella retorica esaltazione del impavido guerriero che non ha mai paura. La morte sarà la grande presenza che aleggerà per tutto il romanzo, ricordando a tutti i personaggi di essere semplici uomini. La guerra fa paura e farà sempre paura. In questa storia non si parla di stoici eroi, ma di persone che dovranno farsi coraggio nella speranza di sopravvivere e che scopriranno che da soli sarebbero solo cadaveri, ma insieme sono una forza.

• Considerazioni sull’opera

Una storia scritta per il lettore che vuole solo la scusa per leggere un’altra pagina, grazie a una narrazione travolgente che nasconde nuove sorprese e continui sussulti ad ogni capitolo. Una trama avvincente in linea con il periodo storico, per il quale esistono poche fonti e gli archeologi continuano a riscriverne la narrazione.





Alcune ulteriori considerazioni sul romanzo:

Veio, la città più meridionale d'Etruria, fulgida dominatrice di un vasto territorio (Agro Veientano) che si estendeva dalla riva destra del Tevere sino oltre il lago di Bracciano. Il conflitto inevitabile con Roma, legato al controllo degli approdi commerciali lungo il Tevere e le saline, si concluse dopo un leggendario assedio e con la sconfitta della città etrusca ad opera di Furio Camillo (396 a.C.). Tutti questi eventi sono ora narrati da Roma versus Veio: il duello mortale, opera prima di Marco Quaranta, pubblicato da Nep Edizioni.

Si tratta di un periodo storico cruciale per i destini di Roma: si giocava al tempo un micidiale all in dove, inevitabilmente, il prevalere di una potenza avrebbe significato l’annullamento dell’altra. In effetti, nel 27 d.C. Augusto elevò la città sconfitta al rango di Municipio, nel tardivo atto di arrestarne la decadenza, ma il declino fu comunque inesorabile, E questo clima di tensione è ben reso da questo romanzo storico: «Pensa a queste mie parole ragazzo: tutti i grandi personaggi della storia sono concordi che presto questa interminabile rivalità tra Veio e Roma, che si alterna con scontri e periodi di latente ostilità, vedrà la fine con la vittoria di una delle due, e comunque il conflitto non si potrà rinnovare in eterno in ogni stagione (…)È risaputo che due popoli che sono come il sole e la luna non possono coesistere nello stesso spazio contemporaneamente». Del resto questo tipo di congiunture Ora, Quaranta ha il pregio di saper dominare molto bene l’ambientazione storica e allo stesso tempo di gestire con buona padronanza e cautela gli innesti di personaggi e situazioni di fantasia. D'altronde, lo dichiara lui stesso nel suo ‘manifesto’: «Questo è un romanzo storico, un’opera di fantasia che cerca di rimanere il più possibile vicino agli eventi così come ci sono stati narrati in Ab Urbe condita di Tito Livio (fonte principale).»

Ciononostante o forse proprio per questo, a questo articolato romanzo storico occorre un’ampia dramatis personae. Tutti i personaggi sono però necessari e assolutamente ben incardinati nel ritmo narrativo, a cominciare proprio da quelli totalmente inventati. Il sanguigno senatore Azio Lovinio ad esempio non fa eccezione a questa regola. «Azio Lovinio era fuori di sé, mentre camminava lungo la via Sacra, seguito da due dei suoi servi. L’uomo aveva un’andatura sostenuta mentre incedeva con il suo passo regolare e pesante. Violento. Deciso. Minaccioso. Era chiara l’appartenenza a una classe di militari, più abituati alle faticose marce che alla vita politica dell’Urbe. Disposti a sopportare miglia e miglia di percorso, piuttosto che aver a che fare con la ressa che popolava le strade della città.»

Il romanzo tratteggia e caratterizza assai bene le varie figure, a cominciare dagli atteggiamenti dei personaggi, per poi passare al linguaggio e al modo di descrivere la situazione di profondo cambiamento della società e della politica romana che ciascuno di loro, a suo modo, stava vivendo e naturalmente cercando di volgere a proprio vantaggio.

Una corda tesa tra respiro epico, storia e attualità

Il romanzo storico è in auge in questi anni e il seguito dei suoi lettori è in costante crescita. Perché? La risposta sta proprio nella struttura e nella tecnica narrativa tipica del romanzo storico contemporaneo stesso, e quello di Quaranta non fa eccezione. Si rileva insomma un equo bilanciamento tra epica e storia, supportato da un ritmo narrativo asciutto e ritmico che pare tratto da un quotidiano contemporaneo, capace di trascinare il lettore non solo verso una dimensione di svago, ma anche di comprensione della realtà attuale attraverso la cifra storica. Per rendersene ben conto basta leggere lo Yehoshua di Viaggio alla fine del millennio: «Proprio a causa delle voci propagatesi in quest’ultimo anno in Andalusia e nel Maghreb, riguardo alla paura e al nuovo fanatismo religioso che si stanno diffondendo nei principati e nei regni dei cristiani, il mercante ebreo e il suo socio arabo Abu-Lufti hanno deciso di ridurre al minimo gli spostamenti sulla terraferma, per non mettere in pericolo se stessi e le merci in un viaggio tra castelli, villaggi, tenute e monasteri pullulanti di fedeli della croce». Stiamo parlando del Medio Evo o forse anche, in qualche modo, dei nostri tempi? Così si può dire anche di alcuni passi di questo ben studiato romanzo storico: «Il mondo della politica era impressionante agli occhi del ragazzo, che ne percepiva solo il lato negativo dato dagli intrighi e dai tradimenti che erano più evidenti delle azioni di grande spessore. Soprattutto in quei momenti di guerra, quando decine di migliaia di romani erano impegnati in un assedio decennale». Insomma: cosa c’è alla fine di più contemporaneo per un lettore di un romanzo storico? È proprio il contesto del ‘già accaduto’ che libera maggiormente, rispetto ad altre forme letterarie, il senso critico e la capacità di analisi di lettore e scrittore. L’importante è non eccedere con i ragionamenti

didascalici o filosofici, ma non ci pare che il romanzo di Quaranta corra questo rischio.

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Azione e riflessione

Ciò che infatti si nota scorrendo le pagine di questo romanzo è il costante tentativo da parte dell’autore di non essere didascalico o caricaturale. In altre parole, le descrizioni e le ambientazioni sono certo ben curate e sviluppate, ma quel che attrae nella storia è la ricerca di una struttura psicologica, un tentativo più volte ripetuto di far comprendere al lettore non solo cosa pensano i personaggi, ma soprattutto come articolano la loro riflessione su sé stessi e sul mondo che li circonda. «Marco si rese conto che l’immagine di un condannato trascinato verso il suo destino lo aveva incuriosito, senza sentire di esserne stato toccato emotivamente. Dentro di sé sapeva che era giusto dare una lezione ai disertori per evitare che i più codardi potessero solo lontanamente pensare alla fuga dalla battaglia, ma razionalmente si chiedeva dove fosse lo spirito di un popolo evoluto, degno della benevolenza del Padre degli dèi, incapace di insegnare ai propri soldati l’onore e il sacrificio per un ideale ben più superiore di una singola vita. Sapeva che era giusta una punizione, per quanto questa potesse essere violenta e definitiva. Lo sapeva perché così gli era stato insegnato. Lo sapeva perché era una parte della sua cultura di romano e parte della sua identità. Sicuramente sarebbe stato meglio se i disertori non fossero esistiti. La loro sorte non avrebbe rappresentato un’atrocità da giustificare in nome di un bene comune di fronte agli dèi». Ma non si tratta di una narrazione statica, anzi tutt’altro: il ritmo degli accadimenti politici, bellici e personali è costantemente intrecciato alla narrazione e in movimento. Per tutte queste ragioni si tratta di un testo da consigliare anche a chi non si è mai convintamente avvicinato al genere storico, che pure vanta in Italia una illustre e felice tradizione.


Conosciamo meglio l'autore, Marco Quaranta 


 Marco Quaranta è il portatore sano di una mente “vulcanica” infestata da miliardi di idee e personaggi che reclamano il loro spazio. Lo si può incontrare mentre visita siti archeologici, musei, e mostre, ma in realtà segue i suoi personaggi mentre crescono e si sviluppano nel loro habitat. Come per il Mamuthones sardo che ad ogni passo fa vibrare il mondo intorno a lui per l’energia che deve contenere. Marco è un pará, ma non perché si ha un brevetto militare da sfoggiare appeso al petto… essere un pará è una cosa che hai nell’anima, ti entra dentro e non esce più. È stato un atleta, infatti ama tutti gli sport. Nato nel 1973 a Tivoli (patrimonio dell’UNESCO e sito FAI) e ora vive con la sua adorata compagna e i suoi amati figli nel ridente borgo medievale di Montecelio, la Corniculum che diede i natali al Re Servio Tullio. Un posto ricco di storia. Laureatosi alla L.U.M.S.A di Roma ha iniziato a lavorare come Assistente Sociale nei Servizi per le Tossicodipendenze di una ASL di Roma dove ha conosciuto tante storie di disperazione, dolore, gioia, sconfitte e vittorie legate alle persone con cui ha avuto contatto. Oggi lavora per l’Amministrazione dell’Ente Locale dove vive e si è occupato (e si occupa) di tante cose partendo dai servizi sociali, passando per servizi sportivi, culturali e altro... molto altro. Diplomato presso l’accademia teatrale “Permis de conduire”, esperienza di grande importanza che gli fatto trovare la strada per dare sfogo alle mille idee che infestano la sua mente, dando vita sul palcoscenico a innumerevoli personaggi, classici e innovativi.

Autore per il teatro delle commedie “L’amante amata”, “Talpe in vacanza” e “09 luglio 2006”, inoltre ha scritto “ROMA VERSUS VEIO: Il duello mortale” il suo primo romanzo storico.


Recap

Titolo: Roma versus Veio

Autore: Marco Quaranta

Editore: NeP

Genere. romanzo storico, storia

N. di pagine: 448

Data di uscita: 1 ottobre 2021

Prezzo: € 20- ebook € 5

Link: Amazon


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