mercoledì 24 maggio 2017

  Recensione: Nessun Dove di Neil Gaiman 



Genere: Urban fantasy; weird
Pagine: 329
Editore: Fanucci
Prezzo di copertina: € 9,90


Richard è un giovane uomo d'affari che per un atto di generosità si trova catapultato lontano da una vita tranquilla e gettato in un universo al tempo stesso stranamente familiare e incredibilmente bizzarro. Qui incontra una ragazza di nome Porta e le persone che vogliono ucciderla. Poi un angelo che vive in un salone illuminato dalle candele, e un signore che abita sui tetti. Dovrà attraversare un ponte nella notte sulla via di Knightsbridge, dove vive il Popolo delle Fogne; c'è la Bestia nel labirinto, e si scoprono pericoli e piaceri che superano la fantasia più sfrenata.

Dopo aver letto questo romanzo ho finalmente capito cosa fosse il genere “Weird”, dubbio che mi assillava da quando tentai di scrivere un racconto del genere, toppando clamorosamente! :-D
Neil Gaiman con questo romanzo ci accompagna in un mondo fantastico, pieno di creature immaginifiche e bizzarre, come dice la sinossi. Il protagonista è un impiegato sfigato che finisce, per aiutare la giovane Porta, a Londra Sotto, finendo con l’essere dimenticato e ignorato da tutti quelli che vivono a Londra Sopra, il nostro mondo. Qui viene coinvolto nelle peripezie della co-protagonista, che lo trascina in luoghi incredibili coinvolgendolo in pericolose avventure: proprio qui incontrerà i personaggi di cui sopra, tra cui emergono  Mister Croup e Miser Vandemar, i perfidi sicari del misterioso mandante; e poi Anestesia, il Marchese de Carabas, Hunter e tanti altri.
Dopo l’esplosiva e affascinante prima parte del romanzo, però, succede poco di davvero notevole: il gruppetto non fa che andare di qui e  di là a cercare cose e persone, con Richard che viene trascinato, mai davvero protagonista e sempre sfigato. Solo nella terza parte farà qualcosa di davvero utile e fico, ma il finale l’ho trovato prevedibile. L’epilogo però può sconcertare.
La trama quindi non è particolarmente intricata, il fulcro del romanzo si basa tutto sulla meraviglia che suscitano luoghi e personaggi: lode a Neil che da una sola idea è riuscito a  tirare su un intero romanzo di successo, senza scervellarsi a imbastire intrecci complessi e colpi di scena notevoli!
Lo stile è ricco, scorrevole, ma abbondano gli avverbi di modo; i personaggi principali, Richard e Porta, risultano piatti, sempre uguali dall’inizio alla fine.
Quel che c’è di interessante, a parte l’idea fantasiosissima ma neppure troppo originale in senso lato (il mondo parallelo al nostro è un tema ampiamente sfruttato), è il concetto di persona sfigata, talmente insignificante da essere dimenticata presto da tutti (seppur per colpa del passaggio in un’altra dimensione), fidanzata, colleghi, amici,  come se non ci fosse mai stata; e questo porterà Richard, nell’epilogo, a prendere una decisione spiazzante, ma per certi versi inevitabile.

Domanda con SPOILERINO!

E’ dunque preferibile vivere in un mondo dei sogni, anziché nella banalità del mondo reale?...

Fine spoilerino!



Mi è piaciuto? Sì e no.
Consiglio questo romanzo soprattutto agli scrittori (o aspiranti tali): un esempio di come scrivere un romanzo con poche idee e molta capacità di affabulazione; lo consiglio anche a tutti coloro che desiderino perdersi in un mondo fantastico, senza scervellarsi, in tutto relax.








2 commenti:

  1. La domanda relativa al finale è una bella domanda. Forse quella che molti di noi si pongono se per caso hanno avuto l'opportunità di visitare l'altro universo. Poi, è chiaro che ognuno attinge al proprio bagaglio di esperienze e reagisce di conseguenza. L'importante però, è avere sempre chiaro il confine fra realtà e fantasia e quindi sapere che nell'altro universo tutto è possibile, mentre in quello reale .... proprio tutto no. Il mio sembra un commento scontato ma, a pensarci bene, tanto scontato non è se ci si guarda in giro e ci si vede attorniati da illusi. Sognare è lecito ed è bellissimo, ma attenzione alla qualità dei sogni e alla loro effettiva possibilità di concretizzarli. Fine. Amen

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    1. L'altro universo è un concetto simbolico: c'è gente che preferisce vivere in un mondo suo, a volte in modo esagerato, piuttosto che affrontare la banale realtà.

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