RECENSIONE:
BLACK MIRROR 5
Genere:
fantascienza, drammatico
Produzione:
GB
Puntate
della 5° stagione: 3
Canale
di trasmissione italiana: Netflix
Nella
sua quinta stagione, Black Mirror continua la sua trasformazione già iniziata
nella stagione 4 (la recensione ), con tre episodi emotivamente molto coinvolgenti e di
riflessione.
Non
ci sono più le atmosfere cupe , angoscianti sul futuro delle prime tre
stagioni (la recensione), ormai il futuro è adesso e la nostra dipendenza dalla tecnologia si
fa sempre più evidente.
- Il primo episodio, Striking Viper, ci mostra come la realtà virtuale sia preferibile alla vita reale: un non – luogo dove tutto è possibile, ci si può abbandonare a ogni tipo di fantasia rendendola -virtualmente- reale. Dei tre, è l’episodio meno originale per quel che riguarda l’argomento, anche se poi la sceneggiatura e gli attori sono di livello.
- Smithereens , il secondo episodio, è il meno fantascientifico di tutti, anzi non lo è per niente: quel che avviene potrebbe succedere anche nella realtà, dove siamo tutti succubi dei social che ormai fanno parte delle nostre vite sin troppo.
Una donna cerca la password della figlia
defunta in un tragico incidente e un uomo, anche lui privato di un affetto a
causa di un incidente, compie una scelta estrema per motivi che si capiranno
bene solo alla fine dell’episodio.
- Il terzo episodio, Rachel, Jack and Ashley Too, è quello che mi è piaciuto di più della stagione: offre molti spunti di riflessione ed è agghiacciante quello che ci mostra. In questo episodio c’è anche la cantante Miley Cyrus che interpreta un’idolo dei teenager, Ashley, manipolata dai managers e soffocata nella sua creatività, anche con droghe, e c’è una giovane timida e sola, sua fan, che ha come sua sola confidente una robottina dalle sembianze e dalla personalità di Ashley O, chiamata Ashley Too.
Tutto
ciò porterà a estreme conseguenze.
In
questo episodio troviamo il dramma di taluni personaggi dello spettacolo,
sfruttati dl proprio entourage fino a farli scoppiare, il dramma della
solitudine degli adolescenti, i problemi morali nel far ‘rivivere’ personaggi
defunti con la realtà virtuale. La manipolazione si può dire la vera
protagonista di questo episodio più “fanta” di altri per quel che riguarda
certe estremizzazioni sull’intelligenza artificiale e sul cervello umano.
Dunque,
Black Mirror si è evoluta in una serie meno disturbante ma più vicina al mondo
attuale, non mancando di spunti di riflessione sulla nostra vita presente o
immediatamente futura, e a me questa evoluzione piace.
Attendo
con impazienza la stagione successiva.
Adoro questa serie, mi piacciano sempre tutti gli episodi che danno molti spunti di riflessione... soprattutto se un giorno (magari non tanto lontano) ci troveremo nelle medesimi situazioni.
RispondiEliminaVerissimo!
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