Libri, film, fumetti, cartoni animati, serie tv, ma anche il passato e la Storia: sono infiniti gli Universi in cui navigare e perdersi, mondi di fantasia oppure realtà che si confonde col mito e la leggenda.
SEGNALAZIONE: TRA OSTENTAZIONE E AUSTERITA'. LE TOMBE DI VEIO TRA IL VI E IL IV SECOLO A.C. di MARCO ARIZZA Un interessante saggio scientifico sugli Etruschi appena uscito
Carissimi, riprendiamo i post culturali con la segnalazione del saggio di Marco Arizza, l'etruscologo a cui mi sono affidata per l'approfondimento storico del mio racconto "Il donodell'aruspice" inserito in Oracoli. Il volume presenta uno studio sull’architettura funeraria, sui corredi e sugli spazi del rito relativamente alle tombe dal territorio di Veio tra VI e IV secolo a.C. Attraverso la raccolta della documentazione di scavo inedita e d’archivio che integra quanto già noto nella bibliografia, l’autore presenta un corpus ragionato dei contesti funerari etruschi che rientrano nel campione; i dati, talvolta tra loro assai eterogenei, sono sistematizzati all’interno di un catalogo, ideato ad hoc, strutturato secondo la gerarchica: sito, tomba, unità funeraria, materiali. La grande quantità di informazioni processate ha permesso di formulare, in una apposita sezione del volume, alcune osservazioni di tipo tassonomico e statistico utili alla elaborazione e codificazione di una nuova e articolata definizione tipologica relativa ad una specifica architettura funeraria. Un capitolo è interamente dedicato all’ideologia e alle scelte legate al complesso sistema che la sepoltura rappresenta: il frutto di meccanismi socio-culturali che vedono fondersi le volontà autorappresentative del defunto e della sua famiglia e la partecipazione della comunità nell’accogliere e interpretare questa manifestazione. Le considerazioni conclusive delineano il quadro storico di riferimento nel quale si manifestano i fenomeni trattati, permettendo di avanzare delle ipotesi di ordine storico e sociale utili alla conoscenza della città etrusca di Veio. Conosciamo meglio l'autore: Marco Arizza è dottore di ricerca in Archeologia, curriculum Etruscologia (Sapienza Università di Roma). È stato associato di ricerca presso l’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del CNR e hébergé presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Ha diretto indagini di scavo e progetti di ricerca a Roma e nell’Italia centrale; i suoi studi si concentrano sull’archeologia funeraria e i contesti santuariali, con particolare riguardo alle fasi preromane del Lazio e dell’Etruria. Lavora presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è referente per le Scienze Umane e Patrimonio Culturale di CNR Edizioni; è membro di alcuni Comitati Editoriali e di Redazione di periodici scientifici dell’Ente. Si occupa inoltre di etica della ricerca nel campo dei Beni Culturali su incarico della Commissione per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR. Ha organizzato incontri di studio e convegni internazionali ed è autore di numerosi contributi scientifici; ha curato il volume Società e pratiche funerarie a Veio. Dalle origini alla conquista romana (2019) e co-curato La scoperta di una struttura templare sul Quirinale (2015) e I dati archeologici. Accessibilità, proprietà e disseminazione (2018).
Ricapitoliamo.
Titolo: Tra ostentazione e austerità. Le tombe di Veio ta il VI e il IV secolo Autore: Marco Arizza Collana: Bibliotheca Etrusca Editore: Arbor sapientiae Genere: saggio Pagine: 440, illustrato Prezzo: € 45 Link: sito dell'editore
venerdì 21 febbraio 2020
RECENSIONE:DYLAN DOG N. 401 L’alba nera
Dylan
Dog riparte dal remake del mitico n. 1, La notte dei morti viventi
Cari
lettori,
dopo
aver letto il n. 401 di Dylan Dog ho deciso di rileggere il n. 1, posto come una
sacra reliquia in libreria, incellophanato e mai più aperto da più di 30 anni.
Eccolo!
Dopo
i fatti narrati nell’onirico n. 400, Dylan ricomincia da capo, e, come
annunciato, lo fa riproponendo la storia narrata ne “L’alba dei morti viventi”
in chiavecontemporanea.
Dunque
in questo numero troviamo un Dylan più tenebroso, con la barba, un cappotto
nero anziché la giacchetta, a suo agio con la tecnologia; non sa suonare il
clarinetto, e non si diletta con un galeone ma con un teschio.
La
storia è la medesima, anche alcune scene sono praticamente le stesse. Sybil
Browning si rivolge a Dylan perché il marito è morto e … risorto, nel mentre
la polizia indaga. Bloch ora è soprintendente, sempre adiuvato da Jenkins, ma troviamo le prime due new entry: l’ispettore Carpenter e la poliziotta Karim, lui nero,
lei musulmana. In effetti Londra è multietnica, ma soprattutto la donna è
nientepopodimenochè... la ex moglie di Dylan!
Non
è questa l’unica differenza con la storia di Dylan Dog, così come l'abbiamo letta in tutti questi anni.
Questo
nuovo Dylan è un mix tra il vecchio Dylan e un altro personaggio sclaviano,
quel Dellamorte Dellamore su cui hanno anche fatto un film cult con Rupert Everett
(terribile!)(Il film, non Rupert Everett).
Io vi ho avvertiti...
Infatti, dopo esser stato un
policeman alcolista, per un periodo è diventato guardiano dei cimiteri, e qui
ha conosciuto Gnaghi.
Dylan e Gnaghi
Rupert/Dellamorte e Gnaghi (uguale uguale)
Qui
c’è un punto cruciale: perché eliminare Groucho? Non faceva più ridere? Era
fastidioso? Può essere, ma anche con il tenero Gnaghi che si esprime solo con
un Gnà non credo si risolva in meglio l’eventuale fastidio; anche perché le scenette di lui che gnagheggia e solo Dylan capisce e gli risponde, non è certo un'idea nuova.
Proseguendo
con la comparazione tra i due numeri, nel n. 1 Dylan, Groucho e Sybil si recano
in Scozia a Inverness, seguendo il dott. Xabaras/Abraxas sulle tracce del virus
Zombi; qui invece restano a Londra e vanno direttamente all’obitorio. Xabaras è
comunque presente.
Il
ritmo è molto veloce, ci sono scambi di battute divertenti, Dylan è
citazionista anche qui, anche se ha rimodernato il repertorio:nel n. 1 citò Ghostbusterse glispettri sumeri
nel frigo, qui Unbreakable di Shyamalan e altro.
Affinità
e divergenze, dunque; c’è una grossa novità sulla presunta paternità di Dylan,
che sarebbe il cliffangher finale, ma non spoilero ulteriormente.
Le
matite di Recchioni sono perfette per la storia, sfumate e ricche di neri,
molto belle le tavole. D’impatto anche la cover metallizzata, disegnata da
Cavenago. La storica cover del n. 1 invece fu disegnata dal TexianoClaudio
Villa.
Che
dire sulle operazioni reboot/remake (non ci si capisce niente, anche Dylan
ironizza e auto ironizza sulla vicenda…)? Non è la Bonelli la prima ad
attuarla, la Marvel ci pensa ciclicamente, ed è comprensibile: dopo anni e ani
i personaggi diventano ripetitivi, però trasformandoli il più delle volte
perdono il loro fascino. Secondo me, meglio trasformarli che lasciarli morire.
Nel
complesso, questo numero è stato di mio gradimento, senza però entusiasmarmi.
Cosa
accadrà dopo questi sei numeri che si preannunciano appunto remake di vecchie
storie? Lo scopriremo ne prossimi mesi.
Il trailer di Dellamorte Dellamore (non dite che non ve lo avevo detto...)
martedì 18 febbraio 2020
IVELISECINEFESTIVAL - V EDIZIONE
Si terrà dal 20 al 23 febbraio 2020 presso il Teatro Ivelise di Roma la V edizione del festival per cortometraggi e documentari provenienti da tutto il mondo
Prodotto dal Teatro Ivelise e dall’Associazione Culturale Allostatopuro, patrocinato dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, da AcsieMetis Teatro e organizzato in collaborazione con Teatro Kopò, il Caffè Letterario Mangiaparole, ilLaboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno, il Festival arriva alla sua V Edizione nel 2020 e avvia le proiezioni nella ricorrenza della data di nascita di Ivelise Ghione (fondatrice del Teatro Ivelise). L'evento si articolerà in tre giornate,dal 20 al 22 febbraio 2020, con la premiazione e la tavola rotonda di chiusura festival, domenica 23 febbraio, alla quale parteciperanno i finalisti, gli addetti stampa e i membri della Giuria degli Esperti. Dopo il grande successo ottenuto nelle scorse edizioni, l’IveliseCineFestival continua a perseguire l’obiettivo principale di creare, attraverso l’arte, una rete di incontro, dialogo, condivisione, tra cineasti e spettatori, mirando, inoltre, a offrire visibilità ad artisti emergenti, valorizzandone le opere. A tal fine, Teatro Ivelise ha consolidato negli anni collaborazioni con importanti realtà del panorama artistico capitolino con l’intento di allargare la divulgazione delle opere partecipanti. Fin dalla I Edizione, infatti, ha creato una rete di proiezioni parallele in diverse sedi artistiche della capitale, oltre alla sede madre del Teatro Ivelise (Via Capo d'Africa 8-12). La rete, in via di espansione, conferma per questa prossima edizione, la proiezione della programmazione nelle seguenti sedi: il Caffè Letterario Mangiaparole,Metis Teatro ed il Laboratorio di Arti Sceniche diretto da Massimiliano Bruno. Come ogni anno verrà costituita una Giuria di Esperti che, per le ultime due edizioni, ha visto come Presidente Massimiliano Bruno(Regista, Sceneggiatore e Attore). La Giuria decreterà 4 Nomination per ogni Categoria: Miglior Opera, Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista, Miglior Attrice Protagonista, Attore Rivelazione, Attrice Rivelazione. Come nelle precedenti edizioni, il pubblico dell’ IveliseCineFestival sarà partecipativo, in quanto costituirà Giuria Popolare, decretando la Migliore Opera a Categoria di Genere.
Saranno 26 le
opere cinematografiche che andranno in Concorso alla V Edizione
dell’IveliseCineFestival, su oltre 300
candidature da tutto il mondo.
Sono 6 le
categorie di genere che si costituiscono, a mancare quest’anno sarà la
categoria di genere Fantasy (purtroppo, NdR)
-Documentario
-Tematica
Sociale
-Drammatico
-Commedia
-Horror
-Animazione
La giuria di esperti sarà composta da Maurizio Di
Rienzo
(Presidente della Commissione dei Giurati - Giornalista e Critico
Cinematografico), Daniele Barbiero (Vincitore per due edizioni di
seguito del festival - Regista e Autore), Fabrizio Lucci (Direttore
della Fotografia), Vincenzo Alfieri (Attore e Regista) e Maddalena Ravagli (Autrice e
Sceneggiatrice).
Saranno loro a decretare la Miglior
opera fra tutte, la Miglior Regia,
la Miglior Sceneggiatura, la Miglior Fotografia, il Miglior Montaggio, il Miglior Attore e la Migliore Attrice, l’Attore Rivelazione e l’Attrice Rivelazione.
Di seguito, le opere in concorso dei generi seguiti da IUF tra quelli proposti, animazione e horror.
Le Nomination
Categoria
di genere ANIMAZIONE
“Song
Sparrow”
Regia: Farzaneh Omidvarnia Produzione: Farzaneh Omidvarnia Sceneggiatura:
Farzaneh Omidvarnia, Mehdi Rostampour Direzione della Fotografia:
Farzaneh Omidvarnia Montaggio:
Farzaneh Omidvarnia
Durata: 11’ 43”
Sinossi: Un gruppo di rifugiati
prova a raggiungere un paese sicuro in cerca di una vita migliore. Pagano un
contrabbandiere per trasportarli oltre il confine in un camion frigo. Tuttavia,
la gelida temperatura del camion trasforma le loro speranze per un futuro
migliore in una lotta feroce per la sopravvivenza.
“Inanimate”
Regia: Lucia Bulgheroni Produzione: NFTS – National Film and
Television School Sceneggiatura:Andrew Eu,
Lucia Bulgheroni Direzione della Fotografia: Ronnie McQuillan, Lucia Bulgheroni Montaggio: Raphael Pereira Cast: Erin Austen, Jay Taylor, Jassa
Ahluwalia Durata: 8’ 40’’
Sinossi:Katherine ha una vita normale, un lavoro normale, un
fidanzato normale e un appartamento normale. O almeno è quello che pensa fino
al momento in cui tutto comincia a caderle letteralmente a pezzi!
“An
Idea”
Regia: Juan Paulin Produzione: Juan Paulin Sceneggiatura: Juan
Paulin Direzione della Fotografia: Juan
Paulin Montaggio: Juan
Paulin, Mauricio Bustamante Durata: 6’ 33”
Sinossi: Possono succedere tante cose quando si è in
cerca di un’idea.
Sinossi:Francesca Osigwe, italiana di origini nigeriane,
collabora con la polizia traducendo intercettazioni relative al traffico della
prostituzione. Il caso di omicidio di una madame, legato a doppio filo a un
oscuro patto Juju, la metterà a confronto con le sue paure più profonde.
Sinossi:Una
ragazza si guarda allo specchio e sogna… Ma la realtà è diversa.
“Plate”
Regia: Chenxi Li Produzione: Chenxi Li Sceneggiatura: Chenxi Li, Francesco
Furesi Direzione della Fotografia:
Alessandro Panzeri Montaggio: Chenxi Li, Francesco
Furesi Cast: Simone Famiglietti, Kateryna
Aresi, Vincenzo Giannattasio Durata: 8’ 44”
Sinossi: Il cortometraggio è una metafora della lotta
e dell’ingordigia umana che avidamente sfrutta e dissangua il nostro pianeta.
L’Umanità banchetta all’opulento tavolo di Madre Natura.
Il
progetto letterario in favore di un’associazione
benefica organizzato da due gruppi Facebook vedrà presto la luce
Logo di Self creato dall'illustratore Antonello Venditti
(no, non il cantante)
Buon
anno cari lettori, oggi parliamo di un progetto molto
speciale, come vi ho anticipato nel post di fine anno.
Per
la prima volta, due tra i più celebri e seguiti gruppi letterari (e non solo)
di Facebook hanno unito le forze per organizzare un evento unico: 14 squadre
composte da autori, editors, artisti, vidomakers e bloggers creeranno dei
racconti a tema, che saranno raccolti in un’antologia i cui proventi andranno a
un’associazione benefica che si occupa di diritti umani. Quale? Si saprà in
seguito.
Partiamo
dai due gruppi Facebook, Scrittori e lettori Fantasy, Self per i followers, e
Scripta Manent: gli admin si sono gemellati per creare questo progetto, e già
questo è un bellissimo segnale in un mondo, quello dei gruppi Facebook,
certamente vario e interessante, ma fatto anche di individualismi, ripicche,
protagonismi e via discorrendo, proprio come il mondo reale.
Basta
così poco invece per collaborare e tirar fuori idee che possono davvero fare la
differenza, e loro l’hanno fatto.
E
veniamo a noi. Infiniti universi fantastici sarà il blog della squadra
Terramare, composta, oltre che dalla sottoscritta AlessandraLeonardi,
dall’autrice Eireann Leah Reid, dal disegnatore FabioLeone, Andreina Grieco in
veste di videomaker e dalla editor Teresa Alonzi.
Il
racconto fantasy ideato da Eireann, “Mavis e il Millenario”, affronta due
tematiche molto importanti, quelle del bullismo e della fiducia in sé stessi. I
protagonisti sono “diversi” rispetto alle caratteristiche somatiche della
propria razza, e questo li porterà a sentirsi esclusi, ma non rinunceranno a
partecipare a una fondamentale missione.
Un
chiaro esempio di come il genere fantasy racchiuda in sé messaggi decisi e
profondi e non sia solo un genere escapista e d’intrattenimento.
Ma
sentiamo direttamente dalle voci dei protagonisti come hanno lavorato al
progetto.
1) Eireann, Fabio, Andreina, Teresa:
presentatevi ai lettori di IUF, lasciando anche i link ai vostri siti e alle
vostre pagine social!
E:
Ciao a tutti, sono Eireann e sono un’autrice emergente di raccontifantasy. Da sempre affascinata da tutto ciò
che è mistero, magia e paranormale, mi sto cimentando nella stesura della mia
saga “Witch Hunters” (composta da racconti - che sto pubblicando in self - e
romanzi). Se volete saperne di più su di me e i miei personaggi, ecco i miei
contatti:
F:
Salve a tutti, sono Fabio Leone, illustratore professionista.Per quanto io ricordi ho sempre adorato il
“creare” qualcosa con le mie mani. Non importava fosse disegnare, modellare,
ritagliare o lavorare il legno... questa mia inclinazione si e' trasformata in
uno studio sistematico solo diplomandomi in Accademia e poi iniziando a
lavorare nell'editoria tramite una agenzia di illustratori.Potete vedere molti dei miei lavori ai
seguenti link:
A:
Ciao a tutti. Sono Andreina, autrice della saga fantasy mediorientale
"Yohnna e il Baluardo dei Deserti" e di un racconto per la raccolta
di beneficenza "I viandanti di Eirahn". Oltre a scrivere amo cantare
jazz, fare cosplay e frequentare fiere del fumetto. Il videoediting è una
passione nata all'università che ho rispolverato per la causa.
T:
Ciao! Sono Teresa, e sono una media strategist, notate che non ho scritto
“social”: mi occupo di comunicazione su ogni livello, ed i social sono solo una
parte. Tutto è iniziato con i miei primi lavori in casa editrice, come editor e
correttore di bozze, e nonostante il mio impiego attuale sia un altro continuo
a lavorare con le parole, lavorando come editor free lance.
2)
Perché avete deciso di partecipare al progetto Writetogether?
E:
Per mettermi alla prova. Ti confesso che non ho molta dimestichezza con i
racconti, soprattutto quando si tratta di scrivere una storia con una traccia
delineata da altri e in un numero di battute ben stabilito. Una bella sfida.
Felice di averla accettata, anche perché mi ha dato la possibilità di lavorate
con un team davvero affiatato e competente.
F:
Almeno una volta l'anno cerco di ritagliare del tempo per lavorare a progetti a
scopo umanitario. Inoltre lavorare con un nuovo gruppo di persone porta sempre
a risultati nuovi e talvolta sorprendenti.
A:
Ho scoperto l'iniziativa grazie a Vincenzo Romano, con cui ho collaborato per
"I Viandanti di Eirahn". Non avevo ispirazione per un altro racconto,
ma volevo partecipare lo stesso perché in questi casi ogni aiuto è importante.
Appena ho letto "Videomaker", mi sono ricordata della mia passione
dei tempi dell'università.
T:
Stavo cercando un gruppo per lavorare ad un testo fantasy, così ho approfittato
dell’occasione. Inoltre lo scopo umanitario del contest mi ha dato la spinta
definitiva: così mi sono messa in ballo.
3) Questa è la prima volta che lavorate “in
gruppo”? Come vi siete trovati?
E:
Ho avuto modo di lavorare a un racconto a più mani, tempo fa, per un contest su
SeLF. Bellissima esperienza, anche se un po’ sconclusionata a causa dei
tempi strettissimi e i vari impegni degli altri autori (c’era una fiera in
mezzo) con i quali ho collaborato. Con il Team Terramare è stata subito intesa.
Siamo riusciti a coordinarci e a gestire il progetto al meglio. Sono molto
soddisfatta del lavoro svolto insieme. Ognuno ha fatto la sua parte dando il
meglio di sé. Sono orgogliosa di far parte di questa squadra.
F:
È stata una esperienza gradevole e senza complicazioni. Il tema trattato mi ha
permesso di creare una illustrazione adatta in relativamente poco tempo e ciò
mi ha permesso di sperimentare anche con una inchiostrazione diversa dal mio
“solito”. Tutto il team ha lavorato con impegno e dedizione. Una esperienza che
ripeterei con piacere.
A:
Questa è la seconda esperienza dopo i già citati Viandanti. Ho trovato il
gruppo Terramare motivato, positivo e soprattutto velocissimo. Ricevere una
bozza da Eireann quasi subito mi ha di sicuro velocizzato il lavoro.
T:
Non è il mio primo gruppo di lavoro, ed avevo smesso di accettare gruppi
occasionali, soprattutto se vengono dal web. Invece mi sono trovata molto bene,
ci siamo mossi in armonia sin dall’inizio ed il racconto mi è piaciuto molto da
subito. Mi sono approcciata con un pizzico di paura, ma ora mi sento fortunata
ad aver partecipato con questo gruppo.
4) Eireann, chi sono i protagonisti della
nostra storia?
I
protagonisti sono Mavis, una giovane e sfiduciata Drahian Impura bullizzata
dalle sue coetanee e Lou, un vecchio Nagu Smilzo che ha lasciato il suo
villaggio a causa della propria “diversità”. Insieme partiranno per
un’importante missione che li porterà sia ad accettarsi che a farsi accettare
dalle rispettive razze.
5) Eireann, perché hai deciso di affrontare
queste tematiche specifiche?
L’idea
mi è venuta dopo aver ascoltato il racconto di mia figlia che aveva assistito a
una scena di bullismo-razismo femminile in palestra, dopo un allenamento di
basket. Un gruppetto di bullette di 11/12 anni aveva chiuso in bagno una loro
compagna di origini asiatiche solo perché quest’ultima indossava una maglietta
che loro reputavano “infantile”. Quando è riuscita a uscire è corsa via
piangendo, nella totale indifferenza degli allenatori (adulti) che,
evidentemente, avevano altro per la testa. La cosa mi ha sconvolta e inviperita
a tal punto che ho iniziato a pensare di scrivere un racconto a tema per
denunciare questi atteggiamenti di cui si parla sempre poco e con troppa
leggerezza. Poi è arrivata l’occasione di partecipare al #writetogether e beh,
il resto è storia.
6) Fabio, come lavori in genere con gli autori,
e nello specifico in questo caso sei riuscito subito a intuire le idee
dell’autrice?
Avendo
una esperienza decennale con autori ed art-director, posso dire senza cliché di
averne viste davvero di tutti i colori: dal cliente che non ha idea di ciò che
deve chiedermi all'art-director che sa spingermi verso direzioni nuove ed
interessanti. La mia prassi di lavoro è strutturata attorno all'idea: “prima
studio, poi disegno”, in pratica spendo l'80% del mio tempo sul progetto a
parlare con il committente, capire cosa gli/le piace del mio portfolio, cosa
cerca di ottenere da una illustrazione... una volte che tutti questi aspetti
sono chiari, metto mano alla penna ed inizio a raffinare alcune idee. Se le
idee hanno riscontro positivo allora tutto il resto procede speditamente...
altrimenti si ritorna a studiare il problema. In questa occasione il team ha
reagito subito positivamente agli schizzi proposti. Le idee alla base della
illustrazione erano chiare e semplici, quindi non e' stato difficile passare
dalla progettazione all'esecuzione in tempi brevi.
D.7)
Andreina, come hai impostato il tuo lavoro di videomaker per questo racconto?
Vengo
dagli Anime Music Video, dove la musica era la componente principale. Sono
partita quindi cercando una colonna sonora gratuita che si adattasse al
racconto di Eireann. Ho scelto una musica che parte con delle note acute di
piano che ricordano ilpianto sommesso
di Mavis, per poi esplodere con un tripudio di violini che suggeriscono
un'avventura frenetica. Da lì in poi ho selezionato video e immagini gratuite
che si adattassero sia al racconto e sia anche all'andamento della canzone. Mi
sentivo un po' arruginita a usare i programmi dopo tanto tempo ma alla fine mi
sento molto soddisfatta del risultato.
8) Teresa, come affronti in genere l’editing e
come hai lavorato sul testo dell’autrice in questo caso?
Editare
una storia è un lavoro delicato, un autore quando scrive dà vita a qualcosa di
nuovo, ed io entro nel suo mondo per fare dei cambiamenti. Bisogna muoversi con
cura, cercando di immedesimarsi nell’autore per capire le sue scelte, ma si
deve restare dalla parte del lettore e creare un testo comprensibile.
In questo caso mi sono sentita più libera perché non avevamo un target da
valutare, questo mi ha permesso di accogliere il lavoro di Eireann senza
paletti. Ci sono stati pochissimi aggiustamenti, ed è stato un piacere lavorare
al testo.
9) In che modo pensate che questa esperienza
vi abbia arricchito?
E:
Lavorare con un team così affiatato è stato pazzesco e mi ha fatto scoprire
lati del mio carattere che non sapevo di avere. Attraverso poche indicazioni
Fabio ha colto l’essenza di Mavis e Lou creando una cover spettacolare; Teresa
mi ha seguito con la fase di editing in maniera davvero professionale; Andreina
ha confezionato un booktrailer degno di nota e Alessandra ci ha offerto questo
spazio sul suo blog. Che volere di più?
F:
Il team ha lavorato in modo affiatato ed efficiente. E' energizzante vedere un
gruppo così eterogeneo, composto anche da persone “emergenti”, dedicarsi con
grande attenzione ad ogni dettaglio.
A:A credere nelle mie capacità e anche a
cercare aiuto quando serve. Eireann mi ha aiutato con feedback e suggerimenti
sui testi da inserire, Fabio ha modificato la sua illustrazione per permettermi
di inserirla nel video.
T:
Mi è piaciuto trovare un team tanto comprensivo, e sono stata stupita dalla
professionalità di tutti. Non mi è sembrato un lavoro amatoriale, e mi sono
trovata molto bene: posso dire di aver conosciuto dei veri professionisti.
10) Cosa vi aspettate da questo progetto?
E:
Siamo in 14 squadre e conoscendo la maggior parte degli autori, illustratori ed
editor partecipanti, so già che l’antologia sarà un lavoro di altissimo
livello. Non so ancora a quale ente verrà destinata l’antologia ma sono più che
sicura che il progetto riscuoterà il successo e la visibilità che merita
F:
Mi auguro che questo progetto possa avere un esito proporzionale all'impegno
speso e riesca a lanciare tutte le persone coinvolte verso nuove occasioni
lavorative.
A:
Vista la valanga di persone partecipanti, immagino che avrà un bel ritorno di
pubblico e quindi produrrà tanto ricavato in beneficenza. Sono curiosa di
scoprire quale sarà l'ente benefico che sponsorizzerà il progetto.
T:
Mi auguro di poter leggere delle storie interessanti, e spero che si ripeta
anche l’anno prossimo.
Amici
lettori e follower, non lasciatevi scappare questa antologia quando vedrà la
luce! Vi terremo aggiornati sul progetto #Writetogether .
Intanto
gustate il fantastico booktrailer creato da Andreina Grieco.
Stay tuned!
giovedì 13 febbraio 2020
SEGNALAZIONE: YANTRA ZOMBIE di ALBERTO TIVOLI Un romanzo horror con gli Zombie protagonisti, disponibile in ebook su tutti gli store online
Cari Zombie, oggi segnalo un romanzo horror che fa proprio per voi: Yantra Zombie di Alberto Tivoli, disponibile in ebook by Delos Digital.
I
morti camminano sulla terra, è iniziata l’era delle fosse aperte.
I
sopravvissuti dello Stupa Bar combattono gli zombie con gli yantra: mistici diagrammi
che evocano il potere divino. Ma il vero nemico è il silenzio. Nel silenzio si
compirà il destino di ognuno.
Leggiamo la sinossi:
Gli
zombie sono inesorabili e le loro prede umane hanno ormai perso la speranza.
Tony,
titolare dello Stupa Bar, lotta ogni giorno per la sopravvivenza sua e del
gruppo che guida, confrontandosi con una tatuatrice che ha smesso di parlare,
ragazzi che danzano lungo la verticale, un ingannevole prestigiatore e un’aspirante
attrice.
Insieme
combattono gli zombie affidandosi agli yantra: mistici diagrammi che evocano il
potere divino. E con l’aiuto degli ultimi arrivati, i fratelli Coppia d’assi,
affronteranno la missione decisiva: vincere le loro guerre personali e controllare
il potere dello yantra di sterminio dei non morti. L’ultima possibilità per non
arrendersi al silenzio, che dominerà quando l’ultimo grido di orrore verrà
lanciato dall’ultimo uomo prima di morire.
Ma
per trionfare e mantenere unita la famiglia dello Stupa Bar, Tony, dovrà dimostrare
di essere all’altezza del suo vero nemico, che non vaga per le strade cibandosi
della carne dei vivi ma si nasconde nel silenzio e si nutre delle debolezze di
tutti loro.
Leggiamo l'incipit del romanzo
Volti di cera deformati dalle fiamme.
Corpi ciondolanti, grigi e gonfi. Pelle spaccata
intorno alle giunture.
Viscidi e cedevoli come larve.
Fetenti come una tomba profanata.
Mi circondano.
Tendono le braccia.
Artigliano.
Li spintono per allontanarli ma loro si
rifanno sotto. Spalancano le bocche e i denti si staccano dalle gengive insieme
a gocce grasse e nere.
Gorgogliano.
Urlano.
–
Tony!
Spalancò
gli occhi, tremando per il disgusto.
–
Tony, sveglia. – Fabio e Daniel minacciavano di buttarlo fuori dalla branda a
forza di spinte.
–
Ma che succede? – Una mitragliata di pensieri gli esplose in mente: “Morti
viventi nel vicolo o balordi in vena di saccheggio? L’ingresso sprangato
riportava segni di scasso? Forse avevano forzato l’accesso al cortile e ora
assediavano l’uscita sul retro?”
Fabio
spalancava la bocca come se l’aria non gli bastasse e aveva bloccato le
palpebre tanto da far immaginare serrande tirate su con troppa forza e ormai
incastrate. Daniel lo fissava con le labbra spiaccicate l’una sull’altra fino a
scolorirle, dava l’idea di arginare un torrente di insulti che aspettava solo
il momento di essere liberato.
Sulla
soglia, appoggiato contro lo stipite, Alexander giocava con un fazzoletto rosso.
Con la sinistra lo infilava nella destra chiusa a pugno, lo estraeva sfilandolo
dal basso, lo scrollava in aria e il tessuto ondeggiava come una bandiera al
vento.
–
Alessia? – Tony sputò la domanda all’apice di un’ondata di reflusso acido.
Alexander
nascose ancora una volta il quadrato di stoffa nel pugno, agitò le mani e le
aprì mimando una farfalla in volo. Il fazzoletto era scomparso.
Tony
abbrancò il profilo della branda, i ganci delle molle gli incisero la carne. Si
tirò su a sedere con la pancia che strabordava dai pantaloncini – Siete sicuri?
–
Abbiamo guardato anche al cesso – lo informò il prestigiatore. – Miss cinema è sparita.
–
Da quanto tempo ve ne siete accorti?
–
Mi sono alzato mezz’ora fa – spiegò Fabio. – Per darmi una svegliata sono
andato diretto alle taniche, quando sono arrivato al bancone per mangiare ho
visto che al portone non c’era nessuno.
–
Stava lei di guardia? – Tony si mise in piedi e si grattò la barba ricciuta.
Fabio
annuì e inghiottì a vuoto, quindi cacciò dalla tasca un cordino rosso e prese a
comporre un nodo barcaiolo. Lo faceva per calmarsi e quasi sempre funzionava.
–
Insomma, ho sentito che chiamava Alessia, facendo anche un bel casino – Daniel
tirò uno scappellotto a Fabio che immediatamente nascose il nodo in tasca. – Quindi
ho pensato che…
–
Che stesse da me – sbuffò Alexander. – Ti rendi conto che è andato a pensare la
scimmia? Io e miss cinema!
–
Non sono io che non le stacca gli occhi dal culo – ringhiò Daniel.
–
Se è per questo le rimiro anche le tette. Sei geloso, scimmia? – Alexander
protese il collo verso il ragazzo, inclinando il naso adunco ora a sinistra,
ora a destra.
–
Cazzo. Ma la piantate? Ma non vi rendete conto? – li azzittì Tony. Nelle situazioni
come quella perdeva la speranza e – maledizione – se si sentiva solo.
Con
gli occhi cercò sua moglie oltre le spalle dei ragazzi.
Conosciamo meglio l'autore, Alberto Tivoli
Alberto Tivoli
è nato a L’Aquila in un marzo nevoso del 1973.
Nella sua città natale ha
scoperto la narrativa, che lo accompagna da sempre, e il piacere dell’esplorazione
tra le cime del Gran Sasso. Vive e lavora a Rieti come ingegnere. A partire dal
2015 alcuni suoi racconti brevi sono stati selezionati e pubblicati in
antologie di autori vari, sulle riviste Robot
(contest I vagoni di Trainville) e Writers
Magazine Italia (Speciale Science Fiction del 2016). Nel tempo libero legge
con passione, scrive con amore e viaggia per il mondo ogni volta che può con
grande meraviglia